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Dalla Russia arriva Cotti d'Amore (2009), prodotto da Studio Solon con il supporto del Ministero della Cultura della Federazione Russa, una raccolta di cinque cortometraggi di cinque diversi giovani registi russi che parlano di personaggi “cotti dall’amore” e che esplorano le declinazioni del verbo “amare” nel vocabolario russo.

Durata e bugdet da rispettare, uguali per tutti. Cinque giovani registi quindi si “affrontano” e si confrontano trattando lo stesso tema da diverse angolazioni. L'amore. Cotti d'amore ci ricorda come la Russia sia, ancora oggi, un luogo magico, dove piccole storie, aneddoti e racconti siano sempre pronti a ripresentare dietro l'angolo quello che è il soffio dell'amore.

Difficoltà di comunicazione, difficoltà di comprensione, drammaticità, ironia e violenza. Cinque punti di vista apparentemente slegati dall'argomento principale, ma che invece fungono da apripista per l'avvento del sentimento, dove scenari diversi non intaccano il compito assegnato agli autori.

Che si tratti infatti di una quartiere periferico (“Vergogna”), dell'arrivo in una grande città come Mosca (“Sentire”), di una piccola bottega di un calzolaio (“Riparazione urgente”, a giudizio personale il migliore del lotto), dell'ingresso di un ristorante (“Il bacio del gambero”) o di un manicomio (“Kim”) il sentimento sta sempre al centro delle cinque opere.

Un messaggio di speranza può arrivare anche dagli scenari più disparati, non per forza solo dall'amore patinato, sembrerebbe essere il senso di questo film. Essendo i corti girati nel 2009 in piena era Putin e quindi pro-occidentale, e non nella vecchia madre Russia, il messaggio assume un valore ancora più significativo. In Russia anche l'amore è cambiato, non più quello romantico e sdolcinato dei classici, ma schizofrenico, pulsante, in perfetta linea con l'andamento dei tempi.