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De Carlo. L'altro come qualcosa di sé
Andrea De Carlo è un personaggio atipico nel nostro panorama letterario. Già, perché, oltre che autore di romanzi di grande successo come Treno di panna, Uccelli da gabbia e da voliera, Macno, Yucatan, Due di due, Tecniche di seduzione, Arcodamore, Uto, Di noi tre, Nel momento, Pura vita, I veri nomi, Giro di vento, Mare delle verità, è un rifinito chitarrista rock-blues.
Insieme a Ludovico Einaudi ha messo in scena i balletti Time Out e Salgari (con il gruppo di danza ISO e Daniel Ezralov) e ha inciso 2 cd di brani starumentali, Alcuni nomi (con il percussionista bengalese Arup Kanti Das) e Dentro Giro di vento. Partecipa alla campagna di Greenpeace “Scrittori per le foreste”, e i suoi libri sono stampati su carta riciclata senza uso di cloro o su carta certificata FSC (che unisce fibre riciclate post-consumo e fibre vergini provenienti da buona gestione forestale e da fonti controllate).
La scorsa primavera è uscito il suo nuovo romanzo, Durante, romanzo unanimemente salutato dalla critica come uno dei suoi migliori: attraverso una scrittura nitida ed essenziale, ma di grande eleganza, De Carlo si conferma attento indagatore delle dinamiche interpersonali, mostrando fragilità e contraddizioni del moderno vivere quotidiano. Nelle stesse pagine lo scrittore dà vita ad uno dei suoi personaggi più riusciti, Durante. Da qui il titolo del romanzo.
Luigi Milani: Durante è un libro molto diverso dai tuoi lavori precedenti: una trama all’apparenza semplice, a tutto vantaggio di un imponente lavoro di introspezione psicologica. È stata una tua precisa scelta narrativa, quella di dare maggior voce ai caratteri dei personaggi?
Andrea De Carlo: Sì, volevo lasciare più spazio possibile a Durante e alle reazioni che suscita negli altri personaggi. Il suo ruolo è quello del rivelatore, che costringe chi ha a che fare con lui a uscire allo scoperto, abbandonando le proprie sicurezze di facciata. Per questo la trama non doveva essere una struttura rigida, ma al contrario un tessuto leggero, simile a quelli che Pietro e Astrid producono con i loro telai a mano.
L. M.: Ho notato un uso differente anche dei dialoghi: a tratti sembra quasi di leggere un’elaborata sceneggiatura...
A.D.C.: I dialoghi rivelano tratti psicologici non subito evidenti nei personaggi, testimoniano l'evoluzione nei loro rapporti. Ogni volta che scrivo un dialogo mi immagino la situazione come se l'avessi davanti agli occhi e nelle orecchie. Provo sempre una parte di sorpresa per quello che vedo e sento.
L.M.: A proposito di cinema, hai davvero accantonato ogni velleità di regia? Eppure hai maturato esperienze importanti anche in ambito cinematografico...
A.D.C: Il cinema continua a interessarmi molto, ma in Italia mettere in piedi un film è un'operazione troppo condizionata da elementi detestabili. Qualche anno fa avevo sviluppato con due amici produttori un progetto di film da 'Giro di vento'. Poi quando ho visto in faccia i membri della commissione ministeriale che avrebbe dovuto decidere i finanziamenti, ho capito che tutto sarebbe finito lì.
L.M.: Durante condivide con te più di un aspetto, mi pare: in tal senso, mi ha piacevolmente spiazzato la scelta di adottare come voce narrante quella di Pietro, un personaggio, credo, distante dal tuo mondo interiore. Come nasce questo ribaltamento prospettico?
A.D.C.: L'idea è proprio raccontare di Durante dal punto di vista di uno che per carattere e scelte di vita è - almeno in apparenza - il suo opposto. Mi divertiva il fastidio istintivo di Pietro, la sua diffidenza, la sua gelosia, l'odio che nasce dal riconoscere nell'altro qualcosa di sé. Perché Durante e Pietro sono come le due parti contrastanti di una stessa personalità: quella sognatrice e quella realistica, quella nomade e quella stanziale, quella che rischia e quella che conserva, quella che vive e quella che scrive.
L.M.: Durante è un uomo affascinante, ma ingenuo e irrisolto, quasi naif. Dissemina dietro di sé brandelli di vite mai vissute sino in fondo. Ma esercita un invincibile, costante, fascino sulle donne che incontra sulla sua strada. Questa sua “facoltà”, unitamente alla dimestichezza che dimostra anche con il regno animale, indispettisce naturalmente gli altri uomini, Pietro in primis. Cosa rappresenta la donna per Durante?
A.D.C.: Non volevo rappresentarlo come un eroe, ma come un uomo che ha difetti grandi quanto le sue qualità. Riguardo le donne, una sua ex compagna a un certo punto dice a Pietro "Durante pensa che le donne abbiano la chiave dell'universo". E' questo che le affascina: percepire l'intenso, inesauribile interesse che lui prova per loro.
L.M.: ... E per te, Andrea?
A.D.C.: Sono la più grande fonte di curiosità che ci sia nella vita.
L.M.: Sta prendendo molto piede la pratica di realizzare dei booktrailer, per promuovere le uscite librarie: hai mai pensato di metterne in cantiere qualcuno anche tu, conoscendo la tua versatilità ed abilità in campo video e informatico?
A.D.C.: Finora mi sono limitato a girare un piccolo spot artigianale per 'Mare delle verità'. Ma l'idea di un vero booktrailer mi sembra interessante. Forse ci proverò, quando avrò scritto un nuovo romanzo.