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Doctor Strange. Aldilà della magia
Nell'universo della Marvel Comics il personaggio di Stephen Strange ha sempre occupato un ruolo particolare: pur appartenendo al mondo dei supereroi dotati di poteri metaumani (vuoi per cause genetiche intrinseche, come per i mutanti, vuoi per cause estrinseche, come per i mutati, vuoi per potenziamenti tecnologici), si è sempre distinto da essi perché la fonte delle sue abilità è radicalmente diversa, non rientrando nella serie delle cause naturali e fisiche, bensì in quella delle fonti sovrannaturali. Il film Doctor Strange, diretto da Scott Derrickson, con Benedict Cumberbatch come protagonista, riproduce fedelmente quest'assunto dovuto alla fertile immaginazione di Steve Ditko e Stan Lee.
La vicenda iniziale segue da presso le origini del supereroe come vennero raccontate nel fumetto del 1963, dove il dottor Strange era definito, con un appellativo tanto pomposo quanto suggestivo, il Signore delle Arti Mistiche. L'appellativo rinviava simbolicamente al quarto lato del multiverso supereroistico: dopo il primo, ossia quello urbano e "poliziesco", tipico delle storie di Spiderman e di Daredevil, il secondo, quello cosmico e fantascientifico di Fantastic Four, X-Men e The Avengers, e il terzo, quello "mitologico" di Thor e dei miti nordici e greci riletti in chiave contemporanea, ora ci troviamo alle prese con il lato soprannaturale, che nella cosiddetta continuity dell'universo Marvel si intreccia spesso anche con gli altri tre lati (ma non in questo film, se si prescinde da un breve flash-forward dopo che sono già scorsi i titoli finali).
Del resto, il film ha pure un côté schiettamente fantascientifico, dato che si sprecano quasi i riferimenti a dimensioni parallele e alternative, o al cosiddetto multiverso, elemento che potrebbe dischudere una serie potenzialmente infinita di nuove possibilità narrative. La storia comincia con la descrizione di un ambiente high-tech, quello del reparto di neurochirurgia di una prestigiosa clinica newyorkese, dove opera il dottor Stephen Strange (Benedict Cumberbatch), luminare della scienza, ma anche uomo estremamente vanitoso, arrogante e proiettato verso la propria carriera (ma dotato comunque di un alto senso morale, al di là della scorza apparentemente egoistica). La sua vita cambia radicalmente quando, alla guida di una potente Lamborghini Huracán, rimane vittima di un terribile incidente stradale, che rende le sue mani semiparalizzate e incapaci di operare nella chirurgia di precisione.
Nonostante i tentativi di cura affidati alla più sofisticata medicina disponibile, il recupero delle mani sarà solo parziale, sicché Strange, disperato e professionalmente emarginato, cerca una cura "alternativa" in un una misteriosa enclave situata nei pressi del Tibet e nota come Kamar-Taj. Lì conoscerà l'Antico (The Ancient One), un individuo dotato di poteri magici pressoché illimitati, che non si limiterà a guarire Strange, ma gli insegnerà la magia bianca e quella nera, fino a metterlo a confronto con le forze oscure scatenate dal sinistro Dormammu, una sorta di demone deciso a distruggere la nostra realtà. Tra l'altro, mentre nel fumetto l'Antico è un anziano uomo asiatico, nel film è una donna dai tratti europoidi e di età indefinibile, interpretata da Tilda Swinton, cosa che ha già scatenato accuse di whitewashing (pratica dell'industria cinematografica in cui un attore bianco ottiene il ruolo di un personaggio storicamente di un'altra etnia col fine di renderlo più appetibile al grande pubblico; per es. Into Darkness-Star Trek, del 2013, in cui Cumberbatch intepreta il medio-orientale Kahn).
Strange imparerà a padroneggiare le più sofisticate arti magiche e sarà costretto a scegliere se fare ritorno alla sua vita professionale o abbandonare ogni ambizione di carriera per difendere il mondo e diventare il più potente stregone vivente.
Il film presenta peraltro caratteri anomali e quasi contraddittori: da un lato sembra accettare i presupposti antiscientifici della magia, ma dall'altro fa dell'ironia su alcune credenze new age. Inoltre, mescola in modo intenzionale e consapevole la dimensione materiale e quella cosiddetta spirituale, la tecnologia contemporanea e la stregoneria millenaria (creando anche una serie di equivoci intenzionali: ad esempio, quando negli scontri tra gli "eroi" del bene e i villains non è sempre chiaro se le scariche di energia mistica possano ferire anche materialmente i corpi dei contendenti). Peraltro, non ci ha convinto del tutto il fatto che gli aspetti "mistici", magici, new age e "filosofici" vengano in qualche modo soverchiati dalle consuete azioni di violenza e scontri vari caratteristiche degli action movies e dei film ispirati ai supereroi Marvel e DC in generale. Certo, per molti versi il regista e il produttore dovevano venir incontro al pubblico tipico dei blockbusters ad alto budget, ma con un personaggio come il Doctor Strange avrebbero potuto osare di più e proporre momenti più riflessivi e meno concitati.
Per certi versi il film cerca anche di adottare, come Interstellar, alcune teorie scientifiche, ma questo non significa affatto che tutta la magia presente in Doctor Strange abbia una base scientifica. Come ha spiegato Derrickson, l'uso di alcuni assunti della scienza contemporanea sul multiverso non significa che ogni evento di tipo magico abbia un pendant e una spiegazione riconducibile alle scienze naturali. La magia si chiama ‘magia’ proprio perché è scientificamente inspiegabile. Del resto, il misticismo rifugge le nostre categorizzazioni e la nostra abilità di comprendere attraverso la conoscenza, che è scientifica e dimostrabile. Il rischio che il film legittimi credenze irrazionali è presente, ma si deve tener conto comunque che è un'opera di fiction, per cui vale sempre l'aureo caveat o avviso di Coleridge sulla suspension of disbelief.