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Editoriale. Al Senato le cure precoci per il covid
Il primo International Covid Summit organizzato da IppocrateOrg si è svolto dal 12 al 14 settembre a Roma: noi abbiamo seguito il convegno presso il Senato della Repubblica, con il Dottor Mauro Rango, Fondatore e Presidente di IppocrateOrg ed il Dottor Stephen Malthouse, British Columbia Medical Journal a fare da moderatori. Il convegno è stato introdotto dalla Senatrice Roberta Ferrero della Lega e dai saluti del Senatore Alberto Bagnai, Gruppo Lega Senato, del Senatore Massimiliano Romeo, Capogruppo della Lega al Senato e del Capodipartimento Lega Dott. Luca Coletto.
I medici dell'associazione IppocrateOrg hanno curato e continuano a curare i pazienti a casa con le terapie domiciliari precoci ed hanno salvato e guarito, dal marzo 2020, ovvero appena è scoppiata la crisi sanitaria covid-19, 60.000 persone ed è per questo che comincio questo articolo con la dichiarazione del Dottor Mauro Rango, ovvero di chi ha pensato e creato un percorso di cura da subito, senza attendere un protocollo sanitario rivelatosi disastroso, quello della “tachipirina e vigile attesa” emanato dal Ministro della Salute Roberto Speranza, ed ancora effettivo, convitato di pietra perché assente, al summit. Ecco le parole di Rango:
“E' con amarezza che devo prendere atto che coloro che dovrebbero rappresentare l'interesse dei lavoratori non facciano alcuno sforzo per approfondire la tematica dell'assenza di provvedimenti a favore delle Terapie Domiciliari da parte delle autorità sanitarie e governative (che avrebbero salvato moltissime vite umane e avrebbero evitato la situazione attuale). Stupisce, inoltre, la faciloneria con cui si inneggia alla vaccinazione quale strumento risolutivo nonostante i dati, incontrovertibili, che arrivano dalla Gran Bretagna e che testimoniano che il numero dei vaccinati, ricoverati per Covid è maggiore dei ricoverati non vaccinati. ”
Quello che ho seguito non è soltanto un summit per fare il punto sulle terapie domiciliari: bisogna evidenziare la necessità di un cambiamento di prospettiva: l’esperienza di curare pazienti nel mondo con 9 decessi su 60.000, come hanno fatto i medici di IppocrateOrg e continuano a fare, deve rappresentare la soluzione governativa in primis, dato che la vaccinazione non immunizza, è sperimentale e può provocare reazioni avverse, tanto che, come con tutti gli altri vaccini, sono previste delle esenzioni per i "fragili" che non possono sottoporvisi nello stesso decreto 23 luglio 2021, diventato legge la scorsa settimana proprio in Senato.
Rango di nuovo: “Tutti i pazienti che ci hanno contattato entro il 4° giorno dalla comparsa dei sintomi sono vivi; abbiamo rilevato una maggiore concentrazione dei pazienti piu’ gravi che non sono stati curati dai loro medici ed aggiungo un dato rilevante: è sempre la seconda malattia che uccide la persona, non la prima: quindi nella seconda fase è importantissimo seguire il paziente. La vigile attesa in quest’ottica diventa un’aberrazione in pazienti con patologie a rischio per il covid (diabete, etc): noi abbiamo rifiutato la vigile attesa perché conduceva a morire in particolare i pazienti piu’ fragili.”
Io credo che queste parole siano solo una goccia del risarcimento che il nostro Governo ed in particolare il Ministro della Salute Speranza (nomen omen, sic!) debbano in senso simbolico a tutte le vittime della malattia covid-19. E non aggiungo altro perché ci sono almeno 500 denunce da parte dei parenti delle vittime, senza parlare delle migliaia da parte di avvocati, semplici cittadini, giudici, docenti universitari come Barbero e non, filosofi come Cacciari e Agamben, Carlo Freccero, e ancora studenti, contro tutta la gestione dell'emergenza sanitaria, operata a colpi di dpcm, decreti legge e norme che in alcun modo proteggono dalla diffusione del SARS-COV-2, piuttosto ne creano i presupposti (in larga parte) per peggiorarne gli aspetti più' critici, a cominciare dal contagio e dalla trasmissibilità del virus.
A questo convegno mondiale, assolutamente specialistico, hanno partecipato uno stuolo di medici da tutto il mondo: Stati Uniti in testa, con cinque scienziati sia in presenza sia via zoom; India; Cile; Argentina; Peru’; Paraguay; Regno Unito; Germania; Albania; Croazia; italiani, naturalmente, a cominciare dal Dottor Stramezzi e dal Dottor Joseph Tritto, ancora Rosanna Chifari e Fabio Burgana, ed il Dottor Mattia Perroni.
La maggioranza degli interventi hanno evidenziato come l’unione tra prevenzione e cure precoci abbia battuto il covid sia a breve sia a lungo termine – il piu’ difficile da trattare è stato il cosiddetto “long covid” (in inglese “long hauler”, come spiega il Prof. Patterson), generatosi soprattutto in assenza di cure precoci – e sono evidenti i benefici di tre farmaci molto conosciuti da decenni, ovvero: idrossiclorochina; ivermectina; azitromicina, alleati perfetti per sconfiggere la malattia nelle prime 48 massimo 72 ore. I medici intervenuti hanno tutti curato a casa i loro pazienti ed il Dottor Andrea Stramezzi ha sottolineato come: “E’ bastata la mascherina, nemmeno i guanti, io toccavo i miei pazienti per saggiarne i sintomi e non mi sono mai ammalato, andando sempre a casa loro a curarli a casa. Tutti i medici di IppocrateOrg hanno fatto così: e questa esperienza deve essere messa al servizio di tutti quanti. Le cure precoci e domiciliari non sono delle alternative ai vaccini possono essere complementari ai vaccini. Noi dobbiamo usare tutte le armi a nostra disposizione.”
I farmaci antiinfiammatori non steroidei sono quelli piu’ indicati per la cura della malattia con una riduzione assolutamente significativa di ricoveri ospedalieri e aggravamenti nel decorso della malattia, questo è il mantra condiviso da tutti i medici, quindi continuiamo a porci la questione: come mai il Ministero della Salute ha continuato a proporre lo stesso protocollo di “tachipirina e vigile attesa” nonostante tutte questi successi che hanno salvato decine di migliaia di pazienti?
Tra gli scienziati intervenuti in numero incredibilmente cospicuo ed impossibile da annoverare tutti, vi è uno dei primi ad aver studiato le possibilità dei vaccini mRNA e DNA, il Dottor Robert Malone, al Salk Institute dal 1988 e che, conoscendoli approfonditamente, afferma:
“Non è una buona politica costringere le persone a fare uso di vaccini che potrebbero essere pericolosi: i vaccini devono essere sicuri al 100% e proteggere dall’infezione, non dal 40% al 60% ma completamente. Questa è una protezione parziale per 6 mesi. Il rischio di infezione rimane: sia per i vaccinati sia per i non vaccinati. Quindi la verità è che il green pass non assicura le persone dal non essere contagiate o dal trasmettere il virus ad altre persone, vaccinate oppure no, perchè non evita eventuali replicazioni del virus nella persona vaccinata.”
Bruce Patterson, virologo della Standford University e fondatore di InCellDx, per lo studio dei pazienti “long covid” è uno specialista che ha studiato per decenni l’HIV ed asserisce: “Noi dobbiamo aggredire il covid allo stesso modo del cancro, ed usare anche tutto quello che ci dona la tecnologia in termini di machine-learning, in modo da predire la severità della malattia e la sua durata. Dobbiamo costruire un altro futuro.”
Steven Hatfill, esperto virologo che ha lavorato a Fort Detrick, e quindi nel massimo centro americano di biodifesa, consigliere di Donald Trump, asserisce: “Questa è una terza guerra mondiale e la campagna del Lancet, rivelatasi la vera fake news, contro l’idrossiclorochina, è stato uno degli errori maggiori in questa battaglia contro il virus. La chiave non è vaccinare l’intera popolazione, piuttosto trovare delle cure che operino subito, a breve termine, come l’idrossicolorochina appunto.”
Dall’India al Paraguay, al Cile, all’Argentina, le cure precoci sono state risolutive e le uniche a salvare centinaia di migliaia di pazienti con un costo contenuto, come lo stesso plasma iperimmune del nostro Dottor De Donno: dalla prevenzione con la vitamica C, vitamina D, zinco, selenio che rafforzano il sistema immunitario fino agli antiinfiammatori perché il covid-19 attacca quest’ultimo, causando soprattutto tromboembolie che vanno curate con l’ossigenazione del sangue, non dei polmoni (che sono stati “ossidati” dalle macchine di iperventilazione con il decorso spesso mortale dei pazienti), quindi con farmaci che si conoscono come l’eparina. Un approccio immediato, razionale, che afferma il Senatore Romeo: “Si è operato prima di tutto con i medici che curavano i pazienti nelle loro case ed hanno prescritto loro le cure necessarie.” La cosiddetta “Rete del coraggio” di IppocrateOrg e tanti altri medici come Andrea Mangiagalli, Mariano Amici, Luigi Cavanna, che hanno operato allo stesso modo, ricorda Freddy Sutter, medico inglese che opera in Umbria all’ospedale Papa Giovanni XXIII insieme a Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto Mario Negri. Una rete di solidarietà per operare in “scienza e coscienza” come richiedevano dall’antichità Asclepio ed Ippocrate, ricordandoci che il serpente attorcigliato intorno alla Verga di Asclepio rappresenta la Medicina, non solo simbolicamente, bensì operativamente; e ben diversa, negli scopi dal caduceo, il doppio serpente attorcigliato attorno ancora ad un bastone ma alato, che invece rappresenta il commercio.