Editoriale. Massimo Citro e l'eresia pandemica

Articolo di: 
Livia Bidoli
Massimo Citro

Il libro del Dottor Massimo Citro Della Riva, intitolato Eresia ed edito da Byoblu, ora network televisivo nazionale, è un tomo poderoso che l'autore ha diviso in due sezioni, intitolate: la prima parte, Pandemia, una rappresentazione; la seconda parte, Il retroscena della rappresentazione. La prefazione è a cura dello psichiatra e saggista di fama Professor Alessandro Meluzzi. Vorrei però cominciare con la dedica di questo libro, assolutamente propedeutica a introdurre la sensibilità dell'autore, medico-chirurgo, psicoterapeuta, saggista.

Dedicato alle vittime dell'epidemia,
ai medici e agli infermieri caduti sul campo,
a tutti coloro che hanno sofferto e soffrono
e a chi sta cercando la verità.

Questo è un libro da studiare e non da leggere: da distillare come un liquore prezioso, un idromele dei tempi dei romani, tanto è attento alla prosa, ai dettagli e ricchissimo di citazioni. Restiamo nel percorso deciso da Citro, nella sua “Rappresentazione” e con il suo Protagonista, il virus, seguendo il principio allegorico quanto preciso del suo studio, che parte dalle origini del virus SARS-COV-2, e quindi dalla SARS-1 del 2002-2004, con cui condivide l'80% del DNA virale. Il SARS-COV-2 è un coronavirus, virus conosciuti sin dal 1880 per sintomi lievi come il raffreddore fino alla polmonite; è un virus mutante con centinaia di migliaia di varianti e non è mai stato trovato un vaccino per questa sindrome simil influenzale.

Il luogo del virus. I coronavirus sono al centro di ricerche di vari istituti di virologia, due in particolare che hanno a che fare con la pandemia odierna. Il primo è l'Istituto di Virologia di Wuhan nella regione dell'Hubei in Cina, dove si è originato il virus, questa è una delle due tesi sulle sue radici, insieme a quella che coinvolge la “Batwoman” cinese, Direttrice del Center for Emerging Infectious Diseases all'interno dell'Istituto di Wuhan”. Shi Zheng-Li, questo il suo nome, è celebre per le sue ricerche sui coronavirus dei pipistrelli, da qui il suo soprannome: la sua tesi, come quella ufficiale cinese, è che l'origine sia il passaggio dal pipistrello all'uomo, il cosiddetto “salto di specie” ipoteticamente avvenuto nel mercato di Wuhan. Shi Zheng-Li ha studiato tra l'altro la “gain of function”, ovvero il potenziamento dei coronavirus e la creazione di “chimere”, dette così dopo l'ingegnerizzazione del virus.

Legata allo studio dei coronavirus ma piu' in generale la bioingegnerizzazione, le armi biologiche di difesa ed offesa è Fort Detrick (di cui diffusamente ha parlato il giornalista d'inchiesta Franco Fracassi nel suo ultimo libro I misteri di Wuhan), laboratorio di biodifesa americano e militare: l'USAMRIID, che sta per United States Army Medical Research Institute for Infectious Diseases, che si trova nel Maryland a pochi chilometri da Washington. Fort Detrick è celebre per due ragioni: la prima è che dal 1951 fino al 1970 vi ha lavorato Sidney Gottlieb, a capo del progetto MK-Ultra della CIA, tenuto segreto a tutti gli altri scienziati di Camp Detrick (allora aveva questo nome). L'MK_ULTRA è tristemente famoso per aver eseguito esperimenti su soggetti inconsapevoli drogandoli (soprattutto con LSD, ma non solo), sottoponendoli a trattamenti come l'elettroshock, per saggiare fino a che punto arrivava il controllo mentale dei soggetti trattati, per poi praticarlo su masse di persone (cfr. The Manchurian Candidate). Il secondo motivo è che a Fort Detrick c'è il Building 470 detto anche Anthrax Tower (risalente al 1953), dove sono stati fatti esperimenti di guerra batteriologica fino al 2003, anno della sua demolizione. Le “lettere all'antrace” del 2001, a detta dell'FBI, lo coinvolgono attraverso il biologo Bruce Ivins, suicida nel 2008.

I tempi: la cronologia parte dalla pre-pandemia, dall'annuncio di un medico cinese, Li Wenliang, che è stato colpito da una polmonite interstiziale atipica ed è stato poi arrestato dal regime cinese per aver dichiarato la pandemia all'Occidente, il 26 gennaio 2020. Morirà in ospedale con una riabilitazione postuma del governo cinese. C'era già stato il  “warning” di Taiwan, il 31 dicembre 2019, per una strana polmonite e Taiwan aveva avvertito l'OMS e chiuso i confini, ma si dovrà attendere fino all'11 marzo 2020 per l'annuncio della dichiarata pandemia da parte dell'OMS: due mesi di ritardo. Taiwan avrà 218.000 casi di contagio e 12 morti totali senza aver praticato alcuna restrizione, tranne la chiusura totale dei confini durante l'emergenza.

Gli attori che ruotano attorno al virus: primo tra tutti l'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (il World Health Oganization), il cui direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus, è stato dall'inizio appoggiato dalla Cina contro l'altro candidato, David Navarro.
In Italia gli attori sono stati il CTS, il Comitato Tecnico Scientifico, l'AIFA col protocollo sanitario emanato dal Ministro della Salute Roberto Speranza (nomen omen) “niente autopsie, vigile attesa e tachipirina” (con un virus sconosciuto, sic!); la Protezione Civile; l'Istituto Sanitario Nazionale; i virologi di grido; il Primo Ministro Giuseppe Conte di recente sostituito da Mario Draghi con l'arrivo delle “terapie geniche” (chiamate erroneamente vaccini perchè non funzionano secondo gli stessi principi); la tv e tutti i giornali mainstream che sono stati “ricambiati” dallo Stato con 50 milioni di euro per diffondere ogni giorno le cifre del contagio, dei decessi e delle misure del governo.

Il libro naturalmente approfondisce ma qui vogliamo esaminare la seconda parte, Il retroscena della rappresentazione, almeno in qualcuno dei suoi tasselli principali, e partendo da un documento della Fondazione Rockfeller che data maggio 2010 e si intitola “Scenarios for the Future of Technology and International Development”, procediamo direttamente a pagina 18, dove lo scenario intitolato Lockstep ha immaginato una pandemia che avrebbe contagiato nel 2012 il 20% della popolazione ed ucciso 8 milioni di persone in 7 mesi. Le misure prese guardavano ad un governo autoritario su modello di quello cinese, è citato nello scenario, con segregazioni (lockdown), chiusure totali o parziali, anche di esercizi commerciali (che ricordo fecero i nazisti con gli ebrei per poi condurli a "lavorare" nei "campi di lavoro", ossia di concentramento), esattamente come è avvenuto a livello globale, ma non in tutti i paesi. Paesi usciti senza segregazione di esseri umani o quarantene massive esistono e sono quelli meno danneggiati anche a livello di numeri di contagio e decessi, ne citiamo alcuni: Nicaragua, Taiwan, Svezia, ma ce ne sono molti altri.

Un'altra previsione catastrofica la fece l'Event 201 (un numero particolare il 201, quello del file su Nixon che lo compromise a tal punto con lo scandalo Watergate da farlo dimissionare nel 1974; tutto ad opera di giornalisti investigativi, in particolare del Washington Post e del New York Times): organizzata a New York dalla John Hopkins University, dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, e dal World Economic Forum, su una pandemia da coronavirus chiamato Ncov, che avrebbe sterminato 65 milioni di persone e con il 90% della popolazione esposta al contagio.

Il libro di Citro approfondisce queste presentate come molte altre tematiche, ma vorrei concludere con un breve messaggio che rinsaldi non la speranza, e nemmeno la resilienza, piuttosto la volontà e la convinzione che l'umanità non verrà abbattuta da un virus, nemmeno pandemico, visto che ne ha conosciuti di ben peggiori nel passato. Per questo, per ultimo citerò un film di cui mi sono occupata e va arricchendosi sempre di nuovo materiale poiché è stato di recente aggiornato: si intitola Planet Lockdown e presenta l'intervista per intero a Michael Yeadon (citato nel libro), ex dirigente di Pfizer, una delle grandi aziende produttrici di terapie geniche che dovrebbero combattere il SARS-COV-2 (dico “dovrebbero” perchè, come asserisce Doshi sul Lancet, non può essere la stessa azienda a garantire l'efficacia di un suo farmaco).
Una delle parti piu' interessanti è che Yeadon sostiene, come altri scienziati e medici, che, essendo il SARS-COV-2 all'80% la SARS1 del 2002, chi ha sviluppato gli anticorpi allora o chi li ha sviluppati quest'anno contro quest'ultimo, è immunizzato anche per le varianti. Uno scarto del 20%  di differenza tra SARS1 e SARS2 non fa differenza per gli anticorpi, quindi ancor piu' vale per le varianti che sono diverse per lo 0,5%: gli anticorpi rimangono validi una volta sviluppati, come per altri virus piu' conosciuti, e per decenni (la maggioranza a vita). L'immunizzazione da malattia è sempre stata quella al 100%.

Pubblicato in: 
GN27 Anno XIII 11 maggio 2021
Scheda
Autore: 
Massimo Citro Della Riva
Titolo completo: 

Eresia
Riflessioni politicamente scorrette sulla pandemia di Covid-19
Byoblu Edizioni

Pp. 387, € 20