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Feltrinelli, il Lungo petalo di mare di Isabel Allende
Isabel Allende torna a parlare del suo Cile natale, raccontando una pagina non conosciuta della sua storia, ma fondamentale e avvincente, in Lungo petalo di mare.
In Spagna, alla fine degli anni Trenta le sorti della guerra civile spagnola stanno volgendo a favore del dittatore Francisco Franco: si teme la repressione e chi può fugge, in particolare da Barcellona e dalla Catalogna, verso la Francia, dove però si finisce in campi di concentramento perché non si è ben accolti dal Paese.
Tra i fuggiaschi ci sono Victor Dalmau, giovane studente di medicina che ha intravisto la sua strada nella vita dopo che ha salvato con un massaggio cardiaco un giovane dato per spacciato e Roser, ex pastorella diventata musicista e attivista, fidanzata del defunto fratello di Victor Guillaime e incinta di suo figlio.
In Cile, dall'altra parte dell'Oceano, il console e poeta Pablo Neruda decide di allestire una nave, la Winnipeg, per recuperare una parte di quei fuggiaschi, mal visti in Francia dove stanno arrivando le nubi del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale. Per poter salire sulla nave Victor e Roser si sposano, pensando poi di andare ognuno per la propria strada una volta arrivati a destinazione, ma le loro vicende non sono ancora finite e risolte.
Il Cile, chiamato appunto lungo petalo di mare da cui il titolo del libro, non prevede il divorzio e i due dovranno vivere insieme loro malgrado all'inizio, mentre Victor vivrà una storia di passione per Ofelia, la figlia di una ricca famiglia, che avrà conseguenze impreviste anni dopo. Victor e Roser troveranno un loro equilibrio e un loro amore e trent'anni dopo, quando il golpe di Pinochet distruggerà le loro vite, facendo finire lui per un certo periodo in prigione, fuggiranno in Venezuela, tentando anche un ritorno in una Spagna ormai troppo diversa e che non ha niente da dare loro. Ma alla fine riusciranno a tornare in Cile, per un ultimo momento felice.
Una pagina di Storia del mondo latino americano e di tutto il mondo rivive in un libro avvincente, tra lutti, gioie, riscoperte, battaglie, un inno alla vita e a tutto quello che può capitare strada facendo.
Isabel Allende torna quindi a parlare del Cile, rievocando il golpe del 1973, che fece andare in esilio anche lei, ma raccontando anche un altro fatto di anni prima, l'arrivo della Winnipeg, con i reduci di una tragedia come la Guerra civile spagnola di cui solo recentemente si sta parlando. Victor è ispirato ad un personaggio davvero esistito, e la vicenda narrata non si limita a raccontare fatti storici tutti da riscoprire.
La vicenda degli esuli spagnoli, che in Cile trovarono una nuova vita fino all'avvento della dittatura, è una metafora dei tanti, troppi eventi simili che oggi sono protagonisti delle cronache, come i profughi siriani in fuga da un conflitto per certi versi tanto simile.
Isabel Allende coinvolge e commuove con uno stile come sempre appassionato, facendo riflettere sul passato e sul presente e presentando personaggi indimenticabili e a tutto tondo.