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Fondazione Scelsi. La grazia visionaria degli Incantesimi
Al Museo della Fondazione Scelsi una serata dedicata agli Incantesimi quella del 20 settembre scorso: tre autori, oltre a Scelsi, che condividono una sorta di Diario, come sottolinea il titolo e due prime assolute, la prima di Agostino Di Scipio e la seconda firmata da Emiliano Turazzi. Musicisti in questo caso saranno gli stessi autori Di Scipio e Turazzi insieme a Manuel Zurria al flauto basso.
Con la forbita introduzione a cura del Presidente della Fondazione Scelsi Nicola Sani, compositore anche lui, ci inoltriamo in questo episodio del progetto dedicato ai cent'anni dalla nascita di John Cage, intitolato 100 ears John – in un gioco sottile e metaforico in cui “ears” sta per “orecchie” e per “years”, anni, con cui condivide la fonetica -, che coinvolge altri autori di contemporanea in concerti di primissima qualità e di altrettanto rara esecuzione.
Rammentiamo inoltre che la Fondazione Isabella Scelsi, nata nel 1987 per volontà dello stesso Giacinto Scelsi ed intitolata alla sorella Isabella, è l'unica fondazione con sede in Italia insieme a quella di Luigi Nono a Venezia, ad occuparsi di musica contemporanea: quelle di Berio, Maderna ed altri si trovano fuori.
Il primo brano in prima assoluta a firma di Agostino Di Scipio (Napoli, 1962), Due pezzi di ascolto e sorveglianza (2009/2010) con al flauto Manuel Zurrìa e all'elettronica lo stesso Di Scipio, è una sorta di studio sulle interferenze durante la propagazione del suono che si genera autonomamente. Insieme all'altra prima assoluta di Emiliano Turazzi (Milano, 1970), Lo sguardo fermo, senza sforzo (2012) per flauto basso ed amplificatore, si trova su un terreno di sperimentazione – anche peformativa per il flauto - che più che l'esecuzione, a mio parere, riguarda l'evocazione, e quindi prescinde dai gusti personali dell'ascoltatore.
Le tre preghiere latine di Scelsi, 3 Latin Prayers (1973), per flauto basso, nastro e suoni sinusoidali , e quindi dalla purezza assoluta, sono legati alla modalità gregoriana, tipica della liturgia cristiana alla quale sono fortemente congiunte, e evocano un concerto che c'è stato un paio d'anni fa proprio nella chiesa ortodossa di San Teodoro, cornice privilegiata per una simile intercapedine di grazia visionaria.
Il recentemente scomparso Stefano Scodanibbio (1956- 8 gennaio2012), conosciuto alla Fondazione Scelsi per la sua lunga collaborazione musicale, presenta un brano con Manuele Zurrìa che usa il flauto come strumento a percussione, tamburellando progressivamente un tema che si arricchisce per ritmo e variazioni, trascinante e meticoloso per complessità, e con venature da improvvisazione, c'è parso un ennesimo incantesimo nella casa-museo che accoglie e sparge questa polvere di stelle contemporanea a ridosso del Foro Romano.