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Innsbrucker Festwochen 2022. Messa nella chiesa del gigante Haymon
Le Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, ovvero le settimane che la città di Innsbruck dedica alla musica antica e che sono arrivate alla 46 edizione senza saltare alcuna annualità e svoltesi quindi anche nel 2020, si sono aperte ufficialmente il 12 luglio scorso e termineranno il prossimo 28 agosto 2022 con il consueto concerto finale dedicato al concorso Cesti. Il primo dei nostri tre giorni nella capitale del Tirolo è iniziato nella splendida cattedrale di Wilten il 7 agosto scorso.
Un evento particolare ci ha accolto nella straordinaria basilica di Wilten ad Innsbruck: una Messa al completo con le musiche del compositore tedesco Johann Heinrich Hörmann (nato a Saulgau, Württemberg, nel 1694 – morto a Friurgo nel 1763). Dal 1712 al 1714, Hörmann frequenta l'Università di Innsbruck e nel 1714 fu nominato organista a St. Jakob, un anno dopo divenne organista di corte e nel 1724 direttore musicale. Finchè fu a Innsbruck compose soprattutto opere religiose e la sua opera piu' notevole è stata appunto questa messa n. 3 composta ad Augsburg (Augusta) nel 1750, Alauda coelestis. L'opera completa contiene sei messe con la tipica struttura della musica da chiesa del 18° secolo con anche l'aggiunta di parti per strumenti particolari come la ghironda o l'arpa ebraica. Dopo il trasferimento a Friburgo nel 1753, si puà asserire che non abbia composto piu' quasi nulla.
Nella Basilica Wilten siamo accolti dalla grandezza di un gigante, Haymon, che vuole la leggenda sia stato il fondatore della chiesa nell'880 dopo averla salvata dal suo avversario, il gigante Thyrsus, in un duello perché era meglio armato. Un monaco convertì Haymon al cristianesimo che iniziò a costruire il monastero sui luoghi della fortezza romana di Veldidena. Il diavolo si infuriò per questo e ordinò un tarlo per impedire la costruzione del monastero. Haymon uccise la bestia e le tagliò la lingua. Dopo il completamento del monastero, Haymon divenne un fratello del monastero ed è stato anche sepolto in essa. All'entrata, sulla sinistra, prima della grata di ferro battuto che apre alla navata centrale, si può osservare la statua del gigante Haymon in legno intagliato che tiene in mano la lingua del drago.
Il monastero con la cappella Wilthinsesis fu probabilmente fondato prima del 1138 dal vescovo Reginberto di Bressanone come monastero episcopale di sua proprietà; in seguito papa Innocenzo II confermò il monastero il 30 aprile 1138 all'Ordine dei canonici di Wilten, sotto il suo primo prevosto di nome Marquard secondo la Regola agostiniana nella sua forma premonstratense, ovvero lo status di proprietà, il libero diritto di eleggere un prevosto e di seppellire e le prerogative del vescovo diocesano di Bressanone. Il monastero conobbe il suo periodo di massimo splendore nei secoli XVII e XVIII.
La Chiesa è dotata di ben quattro organi: l'organo del festival; l'organo del coro; l'organo Daniel Herz e l'antico organo renano. L'organo Herz è l'unico più grande e quasi completamente conservato di Daniel Herz, nonché un raro esempio di organo Ripieno puro a nord delle Alpi. L'organo Herz è uno dei più importanti organi storici della regione tirolese. All'organo abbiamo ascoltato il Maestro Peter Waldner, che ha aperto e chiuso il concerto diretto dal Maestro di Cappella e direttore Joachim Simon Mayer, alla guida del suo Ensemble Capella Wilthinensis con le voci di Lea Bodner, soprano; Bernhard Landauer, contralto; Johannes Puchleitner, tenore; Martin Senfter, basso. Il concerto è stato inoltre strutturato sulla sonata a firma Gottfried Finger e brani per organo di Christian Erbach e Bernardo Storace. A proposito del Maestro Waldner, nell'autunno si apre un festival, le Innsbrucker Abendmusik ovvero Alte Musik Delikatessen, dedicate alla musica antica, di particolare rilievo, che consigliamo di seguire a partire dal 15 ottobre prossimo.
La Missa di Hörmann si compone di un afflato fra le voci maschili dalla particolare melodiosità che affranca immediatamente da qualsiasi rilievo materico, ad elevare verso l'alto i pensieri in laude cristiana: le voci femminili tutte insieme agiscono come una cornice rasserenante ad inghirlandare i suoni, fino a cantare tutti insieme, componendo un intreccio dalla particolare piacevolezza ed integrazione tra maschile e femminile. Il rilievo che sovviene è l'estrema scorrevolezza della musica, senza interruzione di continuità, nonostante le pause vi siano state e sia stato ricordato l'episodio di Daniele con i leoni ed eventi piu' recenti in Francia legati al terrorismo, anche rimembrando la grande devozione ed il martirio, omologo a quello di Cristo, di preti francesi assassinati durante la celebrazione della messa. L'alternanza tra sermone e musica faceva librare il pubblico, anche visivamente, verso l'alto dove si esibiva l'ensemble con Mayer alla cui guida corretta ed attenta, nonché trascinante nella delicata atmosfera votiva, rasserenava e spingeva a concentrarsi sull'elevazione dello spirito in musica. Un successo di pubblico compenetrato in profondità dalla messa nel suo luogo deputato, e con gli astanti in qualche modo “volti al cielo” mentre puntavano i loro occhi sull'organo e l'ensemble.