IUC. Bostridge, Allegrini e Drake nel vortice della Sehnsucht

Articolo di: 
Livia Bidoli e Teo Orlando
Ian Bostridge e Julius Drake

Sabato 28 novembre 2015 l’Aula Magna dell’Università “La Sapienza” di Roma ha visto, per la rassegna della IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti, l’esibizione di Ian Bostridge, figura diafana, signorilmente elegante e dall’aspetto così marcatamente “British” che sembra uscita da un romanzo di Oscar Wilde.

Bostridge non è soltanto un tenore di grande talento, ma anche uno studioso di rinomanza internazionale: dopo aver studiato storia al St John’s College di Oxford e filosofia della scienza al St John’s College di Cambridge, ha conseguito il PhD a Oxford nel 1990, con uno studio sulla stregoneria in Inghilterra dal 1650 al 1750 (poi pubblicato, per la Oxford University Press, con il titolo Witchcraft and Its Transformations, c. 1650–1750). In quesi giorni è uscita in italiano, per i tipi del Saggiatore, la sua monografia dedicata alla Winterreise di Franz Schubert (Il viaggio d’inverno di Schubert: anatomia di un’ossessione).

Accompagnato al pianoforte dal “fido” Julius Drake, Bostridge comincia il concerto con un ciclo di Lieder di Robert Schumann, ancora di ispirazione schubertiana e profondamente intrisi di quella temperie romantica che aveva come punti di riferimento Novalis, Jean Paul, E.T.A. Hoffmann, Ludwig Tieck e i fratelli Schlegel. Ma i testi di questi Lieder (Liederkreis per voce e pianoforte, op. 24) provengono da Heinrich Heine, che va ben al di là del romanticismo del primo Ottocento, intuendo che un ciclo è finito ed occorre una svolta radicale: intuizione che spiega le profonde affinità con le tensioni rivoluzionarie della Sinistra hegeliana e di Marx.

Queste composizioni hanno liriche che sono tratte dal Buch der Lieder di Heine e hanno come centro tematico la nostalgia (Sehnsucht), la sensazione di lontananza e di abbandono da parte della donna amata, convergendo verso l’impossibilità di appagare i nostri desideri. Si noti il testo del primo Lied, di incomparabile levità: "Morgens steh ich auf und frage:/Kommt feins Liebchen heut?/Abends sink’ ich hin und klage:/Ausblieb sie auch heut". (Al mattino mi alzo e mi domando: Oggi il caro amore mio viene? La sera mi lascio cadere e mi lamento: Anche oggi non è venuta).
In un altro Lied, dominano i toni macabri e tardo-romantici: "Lieb Liebchen, leg 's Händchen aufs Herze mein;/Ach, hörst du, wie's pochet im Kämmerlein?/Da hauset ein Zimmermann schlimm und arg,/Der zimmert mir einen Totensarg". (Amata cara, posa la tua piccola mano sul mio cuore; oh, senti come batte nel petto? Ci vive un carpentiere, vile e malvagio, che mi fabbrica una cassa da morto).

Bostridge interpreta i Lieder con un afflato melodrammatico, ma equilibrato e contenuto, in una sospensione atemporale che li proietta verso prospettive più novecentesche e quasi postmoderne, riecheggiando compositori come Benjamin Britten, Hans-Werner Henze, Michael Nyman (interpretati da Bostridge più volte) e David Lang.
Il tenore poi si concede una pausa, sicché entra Alessio Allegrini, attualmente primo corno solista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, che in coppia con Drake esegue Lied e Humoreske op. 28 di Leone Sinigaglia, compositore italiano di origine ebraica che visse a lungo a Vienna e fu allievo di Brahms e Dvořák, concludendo tragicamente la sua vita nelle grinfie della Gestapo a Torino, nel 1944.

La presenza di Allegrini permette di ascoltare anche l’Adagio e Allegro in la bemolle maggiore op. 70 di Robert Schumann, caratterizzato da una scrittura frammentata e incline a un più pronunciato soggettivismo, per l’epoca piuttosto “sperimentale”, grazie all’utilizzo di tutte le possibilità espressive del corno moderno, in un ambito estremamente ampio di tre ottave e mezza.

La raccolta di Lieder di Schubert intitolata Schwanengesang D957, ovvero Il Canto del cigno che tanto collega l'autore a ciò che si stava spegnendo in lui, la vita, è ben più allucinatoria e disperata della Winterreise, che si situa ancora in un territorio in cui la ricerca del Wanderer dà il la. Qui, sebbene gli episodi siano anche di nostalgica apertura a una romantica percezione della natura, siamo nel territorio affermato dall'ultimo dei Lieder in programma: il commiato, Abschied. Ian Bostridge, nell'interpretare questo “quartetto” di Lieder su testi di Ludwig Rellstab (1799-1860) - che fa ricordare subito il suo più celebre quartetto di Der Tod und das Mädchen D531 (La morte e la fanciulla, 1817) -, stempera l'afflizione dando inizio al canto con la Frühlingssehnsucht (Nostalgia di primavera), in cui è proprio l'anima inquieta” che “libera la primavera” (dal testo). Kriegers Ahnung (Il presagio del guerriero) canta la nostalgia per il focolare insieme all'amata: come splendeva amica la luce del focolare; però il culmine della dolcezza romantica è sicuramente la Serenata, ovvero Ständchen, di cui riportiamo volentieri le due quartine centrali in traduzione:

Senti cantare gli usignoli?
Ah, è te che implorano,
coi loro dolci lamenti
ti implorano per me.

Capiscono il desiderio del cuore,
conoscono la pena d'amore,
commuovono col loro canto d'argento
ogni cuore tenero.

(Traduzione a cura di Amelia Maria Imbarrato; il testo originale in tedesco: (Hörst die Nachtigallen schlagen?/Ach! sie flehen dich,/Mit der Töne süßen Klagen/Flehen sie für mich./Sie verstehn des Busens Sehnen,/Kennen Liebesschmerz,/Rühren mit den Silbertönen/Jedes weiche Herz.)

Il Commiato (Abschied) di cui parlavamo prima è un addio alle stelle da cui si allontana il poeta, però con insolito ardore e ritmo, grandemente supportato da Bostridge al canto, che invece dà prova  di nuovo di grande drammatizzazione nel saluto del bis finale In der Ferne (In lontananza).

La prima esecuzione italiana di The Heart of the Matter nella versione integrale per tenore, corno e pianoforte di Benjamin Britten (di cui Bostridge è rinomato interprete) merita una presentazione da parte del tenore stesso: “Britten era un pacifista e il Canticle III si riferisce ai bombardamenti aerei tedeschi del 1940 su Londra: ora è più che mai attuale.” Il testo del Canticle III di Edith Sitwell era stata da Britten prima inserita nei Canticles composti e forgiati da lui intorno al 1947, e poi proposto nel 1956 in un corpus più omogeneo che intitolò appunto The Heart of the Matter, che si compone di readings e di songs, più un prologo ed un epilogo: il materiale principale è la sofferenza data dalla guerra, senza sconti in termini sia di elementalità del testo, sia di fissità nel cantato, quasi inamovibile nel dolore che declama. Still falls the rain, il centrale Canticle III op.55, prefigura un ambiente apocalittico à la Blade Runner (perlomeno così me lo figuro) e da Golgota, in cui la figura di Cristo non dà requie e si presenta nella sua peregrinazione nel sangue versato per la salvezza degli uomini. Drake ed Allegrini, nella loro presenza musicale di sottili variazioni, ritmano il canto lirico; all'inizio il corno “libera” il canto, mentre il pianoforte lo modula, e ne chiosano insieme l'epilogo come una catarsi finale.

Un concerto, quello di Bostridge con Allegrini e Drake, di un lirismo straordinariamente impreziosito dal calore dell'interpretazione, originale e autentica, in ogni sua evoluzione.

Pubblicato in: 
GN5 Anno VIII 3 dicembre 2015
Scheda
Titolo completo: 

IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti
Sabato 28 novembre 2015 ore 17.30
Ian Bostridge tenore
Alessio Allegrini corno
Julius Drake pianoforte

Programma
Schumann Liederkreis op. 24
Sinigaglia Lied e Humoreske
Schubert Auf dem Strom in mi maggiore D 943

Schubert Schwanengesang D957
Frühlingssehnsucht – Kriegers Ahnung – Ständchen – Abschied

Schumann Adagio e Allegro in la bemolle maggiore op. 70
Britten The Heart of the Matter 
prima esecuzione italiana della versione integrale per tenore, corno e pianoforte.