Jivan Monica Prisco. La strada per il Sè nel fruscio del Vento

Articolo di: 
Livia Bidoli
La strada per il sè

Lo scorso 20 aprle è stato presentato un libro particolare al Charity Café di Roma, La strada per il Sè a firma Jivan Monica Prisco e pubblicata da Arduino Sacco Editore, con la prefazione a cura di Simonetta Ruggeri.

Una silloge di poesie, grida, richiami e suggestioni verbali, corredato da immaginifici schizzi e quadri di Annamaria Iantosca. L'accompagnamento musicale è stato a cura di Wes Evangelisti, in chiave jazz, con la chitarra acustica. A intonare, "azionare", recitare, cantare le liriche di Jivan Monica Prisco una nota attrice di serie e film, Silvia Salvatori.

Il clima era molto raccolto, tra amici di lunga data e avventori che rimanevano stupiti per il declamare attoriale e musicato dei versi poetici di Jivan, un nome derivato ed ispirato dal percorso spirituale dell'autrice, come ricorda il titolo del libro. 

Due poesie però hanno infranto "la barriera del suono", coaiduvate da Wes Evangelisti alla chitarra: una è Poèsia, scritta proprio così, con l'accento grave sulla "e": dedicata a Julian Assange, giornalista fondatore di Wikileaks imprigionato nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra dall'11 aprile 2019, è in stato di isolamento da allora e precarie sono le sue condizioni di salute. Questa poesia non a caso chiude il libro, ne citiamo alcuni versi che riteniamo esemplificativi per l'intero contenuto della silloge:

Orfeo si contorce
in un grido
immortalato.

Un'altra caratteristica saliente dei versi di Prisco sono gli ossimori: uno è posto a titolo della prima delle poesie, ossia Festina lente, detto di Augusto che può tradursi come "affrettati lentamente", di cui citiamo i versi iniziali:

Aspettare il cielo
che si scolori
dalle nubi incolte.

Questi versi fanno il paio con la resa di un topos ricorrente nell'autrice, il mare: "Spesso il mare di vivere/ ho incontrato", in Spesso il mare, come a sostanziare che è un impeto d'onda che si approssima e travolge, a volte, la poetessa come donna e si traduce in monumento in un verso piu' in là: "Era la statua, ebbra/ nel tramonto", qualcuno che, pur immobile, guarda l'orizzonte.

Lo scorrere delle ore però può essere placido e confortevole, come in "Tempo": "Il tempo è una linea/ che avvolgo morbida/ sulla mia testa"; mentre "Novembre" è quasi l'agnizione di un adolscente turbato dalla proprie percezioni:

Novembre infierisce
con le sue coltri di nubi
che rivestono la terra
di violacei splendori.

I versi qui prendono il volo e si alzano verso il cielo: "Ipotetici lungometraggi/sul lenzuolo appena screziato/ di un debordante divenire". E, soprattutto, divelgono le nostalgie per dare luogo a nuovi spazi interiori, progettuali e potentemente in fieri.

Pubblicato in: 
GN28 Anno XVI 19 maggio 2024
Scheda
Autore: 
Jivan Monica Prisco
Titolo completo: 

La strada per il Sè
Arduino Sacco Editore
Suggestioni visive di Annamaria Iantosca
pp. 88
€ 9,90

Presentazione del 20 aprile 2024 al Charity Café di Roma con
Wes Evangelisti alla chitarra acustica
Silvia Salvatori attrice