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Moonrise Kingdom. Un omaggio a Benjamin Britten
Il nuovo film di Wes Anderson dal titolo di Moonrise Kingdom, e con una pletora di star hollywoodiane che vanno da Bruce Willis a Bill Murray, passando per Edward Norton, Harvey Keitel, la rossa austrialana musa di Jarman, Tilda Swinton, Frances McDormand, narra di una fuga d'amore tra due ragazzini, Sam e Suzy, interpretati da Jared Gilman e Kara Hayward, durante un'estate scout su un'isoletta di fronte al New England, famoso per aver accolto i Padri Pellegrini con il primo sbarco in America nel 1622 e l'inizio della colonizzazione.
I due ragazzini, Sam e Suzy, corrispondono per vari motivi ad essere l'uno il riflesso dell'altra (qui se rassemble s'assemble) e a trovare il modo di ritrovarsi da soli sull'isoletta, in un campeggio approntato dal preparatissimo Sam insieme al piano di fuga. Tutti gli adulti, naturalmente, concorrono a far fallire il loro piano romantico: quel che mostra il film quindi è una specie di lotta tra genitori e figli, nonché istituzioni, la Tilda Swinton che non ha identità propria venendo chiamata soltanto “Servizi Sociali”, oppure il capo scout umano Edward Norton, ed ancora il triste Comandante Sharp (Bruce Willis), personaggio in evoluzione.
La regia è ben calibrata, però ha poco ritmo: è un film forse troppo arzigogolato per ben rappresentare una commedia – con un profilo a volte drammatico – che si situa nel 1965 in un tranquillo isolotto americano e con protagonisti due ragazzini che probabilmente hanno una caratterizzazione fin troppo tragica. È come se un alone giallo spento colorasse tutto il film (e non solo a livello visivo), facendo risaltare piuttosto l'aspetto patetico della trama che quello comico (al contrario del precedente, Fantastic Mister Fox, del 2009), assegnando ai due ragazzini una drammatizzazione forse più appartenente ai loro genitori.
La musica di Benjamin Britten (1913-1976) – e io sono sicura che Wes Anderson avrebbe dovuto dedicare una pellicola piuttosto a lui visto che il 2013 sarà il centenario della nascita – è la pagina più lieta della pellicola e sottolinea l'amore del regista e la conoscenza per uno dei più grandi compositori inglesi del secolo scorso. Britten è infatti il coprotagonista metaforico narratore: a cominciare dalla The Young Person's Guide to the Orchestra (1946: qui un'altra versione ed in fondo ne trovate altre) con il sottotitolo (come recita il narratore nel film) "Variations and Fugue on a Theme of Purcell", che è una composizione per aiutare i bambini a riconoscere il suono dei diversi strumenti musicali (un po' come Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev); per finire all'opera Noye's Fludde (L'Arca di Noé, 1958), con i cori dei bambini travestiti da animali, in un gioco di metateatro nel film visto che la rappresentazione avviene con Suzy travestita da Corvo nella chiesa del villaggio.
Accanto a Britten per la musica troviamo poi Hank Williams (1923-1953), Françoise Hardy con la celebre Le Temps de l'amour ed infine gli arrangiamenti di Alexandre Desplat vicino a due temi originali. La sceneggiatura a cura di Wes Anderson e Roman Coppola invece sarebbe risultata più scorrevole se meno tortuosa e più direttamente coerente.