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Musica nel nome di Liszt al Festival Pontino
Lo splendido concerto di Elissò Virsaladze, dedicato esclusivamente a Liszt, il 3 luglio 2011, è stato l'ideale coronamento del Convegno “Liszt, Caetani e la musica d’oggi”, svoltosi il giorno precedente insieme a due concerti pianistici. Maria Grazia Bellocchio ha interpretato musiche di autori contemporanei, mentre Roberto Prosseda ha presentato un programma ispirato al tema in discussione; l'articolo riguarderà questi tre concerti.
I tre concerti sono stati dedicati al pianoforte, strumento per cui Liszt (1811-1886), di cui ricorre il bicentenario della nascita, ha composto moltissima musica e di cui innovò profondamente la tecnica di suonarlo, spingendo anche i costruttori a migliorare la meccanica, per adattarsi alle nuove esigenze. Durante il convegno è stato ricordato che Liszt lasciò le sale da concerto nel 1847, dopo essere diventato un mito vivente del virtuosismo pianistico, per dedicarsi alla composizione.
Maria Grazia Bellocchio, protagonista del primo concerto, che ha presentato un programma interamente dedicato ai compositori contemporanei, ci ha detto che le sue scelte sono state indipendenti dal tema del convegno. Le composizioni eseguite hanno presentato brani di grande interesse sulle differenti soluzioni adottate dai vari musicisti nella composizione di musica per pianoforte.
Il brano di apertura è stato 3 Nudi di Marco Momi i cui i suoni spezzati, ostinati ripetuti sono espressione di una struttura musicale essenziale. Di Aldo Clementi la Bellocchio ha scelto Loure, una composizione che della danza conserva il ritmo ternario; è un brano di grande suggestione per il contrappunto che fa scaturire sonorità che avvolgono e affascinano l'ascoltatore.
Clementi, fu molto legato al Campus internazionale di musica, che organizza i corsi di perfezionamento e il Festival Pontino. La sua recente scomparsa, così vicina all'inizio della manifestazione, non ha consentito di dedicare al musicista un ricordo appositamente creato per l'occasione, ma, come ha spiegato il musicista Alessandro Solbiati - uno dei consulenti artistici e docenti del Campus - nei primi tre concerti, quello di inaugurazione del 1 luglio e quelli del 2, c'è stato un brano di questo grande artista, un preludio all'omaggio del prossimo anno.
Di Kurtag, poi, sono stati eseguiti alcuni brani da Jatekok, una composizione giocosa dedicata ai bambini che iniziano a suonare. Da Prés di Gervasoni, un ciclo di 12 pezzi, ancora in corso di composizione, sono stati eseguiti: Pré ludique, Pré lubrique e di Dusapin lo Studio n. 5, un brano particolare in cui si incontrano complessità e semplicità. Carillon di Sandro Gorli, in prima esecuzione assoluta, è dedicato ad Aldo Clementi e ha concluso il concerto.
Il pianoforte è stato preparato inserendo tra le corde dello strumento gli elementi metallici che sostengono le mensole delle librerie. Il risultato è stupefacente per la trasformazione sonora dello strumento il cui suono evoca il carillon così amato dal musicista scomparso. Non è solo la sonorità che affascina ma anche l'interessante struttura musicale che ne esalta le caratteristiche.Maria Grazia Bellocchio è un interprete sensibile e raffinata e ha proposto un programma di grande interesse sul rapporto tra la struttura musicale e il suono che ne scaturisce.
Il concerto della sera di Roberto Prosseda, invece, è stato acutamente ideato dall'artista per esaltare i legami, anche sotterranei, che uniscono Liszt ai musicisti contemporanei oltre a presentare due brani di Roffedo Caetani, indirizzato allo studio della musica proprio dal grande musicista, che fu anche suo padrino. Il concerto è stato aperto da Il Penseroso di Liszt tratto, come il brano di chiusura, Fantasia quasi sonata après une lecture de Dante da Années de Pèlerinage, una raccolta pubblicata nel 1857e dedicata all'Italia. Per Il Penseroso, ispirato alla tomba di Lorenzo de' Medici di Michelangelo, sullo spartito è indicato un sonetto del sommo artista:
Grato m'è il sonno, e più l'esser di sasso.
Mentre il danno e la vergogna dura.
Non veder, non sentir m'è gran ventura
Però non mi destar, deh '- parla basso!
Un brano cupo che ossessivamente torna alla nota mi che avvolge intensamente l'ascoltatore nella sua atmosfera tragica.
La Ballata in fa diesis min.op.9 (1899) e Variazioni op. 7(1898) che seguivano, sono due composizioni giovanili di Roffredo Caetani. La ballata ispirata a Chopin è un'opera narrativa molto originale, che mostra la conoscenza e l'interesse per la musica strumentale della sua epoca e per Wagner così come le Variazioni sul Preludio op.28 n°20 in do min. dell'amato Chopin mostrano le influenze di musicisti come Schumann e Brahms.
La successiva Toccata di Petrassi, originale sintesi tra la toccata barocca e quella novecentesca, è una composizione che coinvolge e affascina. Ha chiuso la prima parte La Leggenda di S. Francesco di Paola che cammina sulle acque, un brano scaturito dalla profonda religiosità di Liszt, in cui è mirabilmente e drammaticamente rappresentato il conflitto tra la fede del Santo, che sarà vittoriosa, e il mare tempestoso.
La Leggenda di S. Francesco d'Assisi che predica agli uccelli di Liszt, che ha aperto la seconda parte, è un'opera in cui il sentimento religioso espresso è intensamente lirica e connotato da suoni chiari e aerei. L'Etude n. 5 "Arc-en-ciel di Ligeti utilizza la stessa tavolozza sonora per restituirci l'immagine eterea e magica dell'arcobaleno.
Completamente diverso è Studio 2 (sulla monotonia) di Clementi che ci è parso idealmente legato a Il Penseroso in quanto avvolge in spire sonore cupe e opprimenti, dimostrando come possa essere dinamica la monotonia. Dopo sono stati, poi, eseguiti 2 Etudes Boréales di Fedele e Autodafè di dall'Ongaro, uno sberleffo che mette alla berlina gli eccessi teatrali nell'esecuzione di brani virtuosistici al pianoforte.
La Fantasia quasi sonata après une lecture de Dante di Liszt ha concluso il concerto, è un brano complesso che, più che descrivere il contenuto della lettura, esprime le emozioni che si susseguono nell'animo dell'artista. Roberto Prosseda, che come bis ha suonato sempre di Liszt il Sonetto 123 del Petrarca , un brano dolcemente contemplativo, si è mosso con grande bravura nel passare da un'epoca all'altra e nel rendere la specificità dei diversi autori, offrendo un'interpretazione convincente molto applaudita.
Arriviamo ora allo splendido concerto di Elissò Virsaladze, grande didatta per i fortunati allievi del Campus e straordinaria artista, si è rivelata un'interprete ideale di Liszt, non sovrapponendo mai il suo stupefacente virtuosismo, eseguito con assoluta naturalezza e semplicità, al contenuto del pezzo eseguito. La scelta di proporre il programma stabilito, dedicato unicamente all'arista magiaro, senza interruzione è stata assai felice in quanto c'è stato un crescendo nella tensione e nell'attenzione del pubblico.
La Virsaladze quando si pone al pianoforte è impenetrabile unicamente concentrata nell'interpretazione e non si sofferma a raccogliere gli applausi per proseguire. Ai Trois études de concert, in cui passionalità elegiaca e intensa, tecnica virtuosistica e inquietudine convivono è seguito il Sonetto del Petrarca n. 104, in cui viene espressa la potente e drammatica impressione nata dalla lettura del grande poeta. Il Mephisto-Walzer n.1 è esploso in tutto il suo satanico e inquietante virtuosismo; è affascinante, ma comprensibile notare come Liszt fosse così attratto dagli opposti: il sacro e il demoniaco.
Ed ecco in contrasto lo Sposalizio in cui il godimento estetico davanti a Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello è apollineo e cristallino ma ugualmente intenso. L'amore per l'Italia che Liszt ha profuso nelle sue opere è paragonabile per acutezza ed estensione a quello di un altro grande visitatore: Stendhal. Nella conclusione è stata proposta la Rapsodia spagnola (1863), variazioni sulla Follia – una antica danza conosciuta nell'Europa del '600 attraverso la versione spagnola - un ardito fuoco pirotecnico di suoni che si immerge nel colore spagnolo. Accolta trionfalmente dagli applausi del pubblico la Virsaladze ha regalato due formidabili bis: la trascrizione del Liebeslied (Widmung) di Schumann e una parafrasi: Soirées de Vienne.Valses caprices d'après Schubert, dedicati a due musicisti molto amati da Liszt.