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New Dream Core alla Damablù. La Cina è vicina con l'Arte
La mostra New Dream Core ospitata dal 5 al 13 aprile presso la Galleria Damablu in Via dell’Arco de Ginnasi 7 è un progetto di altissimo profilo artistico e poetico curato dai promotori culturali internazionali Chloe Zhang e Alessandro Maugeri.
Al centro della mostra, che potete visitare agevolmente visto che è vicino Largo Argentina, in una traversa accanto a Tiger (di modo che la troviate subito: è circondata da piante all'esterno, che formano una sorta di cortiletto), vi sono una kermesse di giovani artisti cinesi che sono creativi al 100% e con una fantasia che abbraccia dal figurativo fino a mischiarsi con influenze astratte alla Pollock, sia negli olii su tela, sia nelle fotografie, molto ipnotiche e malinconiche.
In particolare la farfalla rosa di Chloe Zhang, su un velo cipriato e pastellato di varie tonalità queste ali tra blu, gialli, azzurrati che rilucono di antennine viola, svettanti su una vetrata colorata di una chiesa, verso cui un ruscello percorre la sua strada con accanto i siciliani limoni gialli, simbolo della penisola italica cui la giovane artista cinese si mostra piacevolmente affezionata. Parla un italiano bello e lieve, come le sue pitture, che, financo figurative, si mostrano attente, come nel ritratto dell'orsacchiotto Jellycat, perfetto emblema di un affetto giocoso e catrezzevole, come si mostra lei stessa, in un completo sui toni zuccherosi del celeste.
Un altro dipinto però, quello accanto, sembra quasi un grido, e cosparso di bottoni, che per gli egizi ed altre culture, sono simbolo del "dovuto" al Caronte di turno per farsi trasportare dall'altra parte, nell'averno da dove piu' non si torna. Torniamo però alle farfalle, simbolo invece di rinascita e di respiro profondo della spiritualità, la nostra anima rinasce come un baco si muta in farfalla e Chloe mi dice anche che, sebbene non abbracci nessuna religione, è in lei stessa un forte empito verso l'elevazione e l'interiorità, come si deduce dai suoi modi eleganti e sensibili.
Un altro artista molto interessante è ChenXi Yuang, un giovane cinese che ha costruito una specie di cornice al contrario: vuota, dove si può mettere qualsiasi cosa, oppure riflettere sul senso, che una cornice vuota la si può riempire; altra stranezza è che la cornice risulta piegata all'interno, come a "ritrarsi", altra riflessione possibile. Poi vi è un meraviglioso teschio con due occhi che spillano fuori come in un fumetto, molto ironicamente.
Un'altra artista cinese, che studia all'Accademia di Belle Arti e di cui mi sfugge il nome, ha presentato invece due olii su tela che sembrano pari pari un frame di Vertigo di Alfred Hitchcock, in cui le scenografie, in particolare della scena del sogno, sono state curate da Salvador Dalì. L'artista infatti, usa gli occhi, in numero di tre, nei suoi due olii su tela in bianco e nero, ed in raffigurazioni stile anni '30 per gli occhi al femminile, quasi uguali a quelli di Vertigo gli altri tre, dipinti su un torso maschile con una mela in testa alla Guglielmo Tell.
La coppia di Magic Art Roma ha presentato dei gioielli su mano lunga nera ed uno specchio rotto ad hoc con delle incursioni acquose ed azzurrate di smalto, sopra un parascintille sempre smalato sui toni del blu in ferro battuto (così mi sembrava). Un paralume tutto smaltato rosso e giallo e aranciato spiccava luce accanto ai monili dell'artista americana Kate Spade.
Il giorno seguente all'inaugurazione, il 6 aprile, si è svolto un reading poetico “Poesie e dipinti”, organizzato da Antonella Ariosto, alle ore 17:00, che ha creato un trait d'union tra l'opera visiva e materica e le parole, verbo artistico dell'immagine. A presentare il reading sono stati Anna Giancarlo ed Elisabetta Biondi Della Sdriscia.