Neri Pozza inaugura I Neri con Derek B. Miller

Articolo di: 
Elena Romanello
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Con Uno strano luogo per morire la Neri Pozza inaugura una nuova collana, "I Neri", incentrata, pare di capire, su storie tra thriller e noir. Ma sarebbe forse riduttivo considerare il libro in oggetto come solo un thriller, e se la copertina sembra inserirlo, forse con un po’ di ritardo, nell’onda dei gialli scandinavi, il risultato è abbastanza diverso.

Non solo perché di scandinavo c’è solo l’ambientazione ma non lo spirito dei vari Larsson & C., ma perché l’autore, Derek B. Miller, funzionario ONU che si è trasferito da alcuni anni nella Norvegia in cui si svolge la parte di oggi della storia, usa la storia per parlare di vari argomenti.

Il primo è la vecchiaia, visto che il protagonista è Sheldon Horowitz, un ebreo americano che si è trasferito ad Oslo insieme alla nipote. Horowitz, ex marine in Corea, ha visto suo figlio morire in Vietnam dove lui stesso l’aveva spinto ad andare, è ormai ottantenne, con qualche problema forse di memoria e di salute, e tanti rimpianti e bilanci di una vita che ha attraversato drammi e vicende del Novecento. 

Il secondo sono le guerre che nei decenni si sono succedute, dopo il secondo conflitto mondiale, guerre combattute spesso dall’altra parte del mondo rispetto all’Occidente ma dove quest’ultimo è stato coinvolto, nel bene e nel male. A quelle di Corea e Vietnam, ormai entrate nella Storia, si affianca il conflitto del Kosovo, nel cuore dell’Europa, combattuto solo vent’anni fa ma ormai quasi dimenticato sull’onda di altri eventi, dalle Torri Gemelle in poi, ma ancora tragicamente vicino nelle conseguenze, soprattutto quelle che hanno colpito le donne. Ed è una sopravvissuta a questa guerra, la vicina di casa di Sheldon nelle sue solitarie giornate mentre la nipote e il compagno di questa è al lavoro, che irrompe con il suo bambino nella vita, sconvolgendola definitivamente.

Un altro argomento è il rimpianto per gli errori passati, Sheldon non ha mai perdonato a sé stesso la morte del figlio, e si confronta, in questo viaggio folle on the road per salvare la vita ad un bambino che non conosce ma che sente vicino a sé, con il suo senso religioso di vecchio ebreo non ortodosso ma osservante e con le ragioni del cuore, che devono prevalere, come quando Abramo salvò Isacco e non solo. 

Molti hanno visto in Uno strano luogo per morire, che ha un titolo italiano che si poteva evitare visto che anticipa una conclusione forse scontata ma che poteva essere lasciata come colpo di scena (il titolo originale è Norwegian by Night), un inno al militarismo sostanzialmente reazionario: in realtà il tutto sembra essere un viaggio nell’animo di un vecchio che si trova diviso tra dovere e sentimenti, che vedendo la fine riflette sulla sua vita, mentre intorno a lui si scatena un inferno; e di reazionario in un uomo che rimpiange il suo passato di militare tutto d’un pezzo forse c’è molto poco.

Un po’ di maniera invece la descrizione della Norvegia, Paese in cui Miller risiede, ma che descrive esaltandone paesaggi e ordine, ma con un po’ di sufficienza verso la polizia del luogo, forse effettivamente abituata a standard di crimini bassi, anche se non va dimenticato che è stata oggetto di uno dei più terribili atti di terrorismo ad opera tra l’altro di un individuo isolato, quell’Anders Breivik responsabile di una strage per motivi razzisti.

Ma tutto questo nel libro alla fine non traspare, e la Norvegia è prima di tutto uno sfondo in cui ambientare una caccia all’uomo ma anche un viaggio dentro un uomo e alle sue contraddizioni, che fa un’ultima cosa nella sua vita, pensando che sia la cosa giusta da fare. E tolte alcune cadute di gusto, tipo il nonnino Rambo alla fine, ci sono non poche cose che restano impresse, a cominciare dal ricordo per tanti eventi che ormai in tempi di velocità digitale rimuoviamo.

Pubblicato in: 
GN19 Anno VII Numero doppio 26 marzo - 2 aprile 2015
Scheda
Autore: 
Derek B. Miller
Titolo completo: 

Uno strano luogo per morire, trad. it. di Massimo Gardella, Venezia, Neri Pozza, 2014, € 18,00, 315 p. (collana I Neri)