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Netflix, storie di fantasmi dolenti con The Haunting of Bly Manor
Dopo il successo di The Haunting of Hill House, storia struggente di fantasmi dolenti, Netflix presenta una nuova stagione della serie antologica, The Haunting of Bly Manor, sempre ideata dall'inossidabile Mike Flanagan. Di nuovo storie di spettri, anche questa volta, ma come è tradizione delle serie antologiche, nuova cornice narrativa, con altri personaggi, anche se con alcuni volti ripresi, a cominciare da quello di Henry Thomas, l'indimenticabile amico di ET, in nuovi ruoli.
Ancora una volta ci si ispira alla narrativa: nella passata stagione era il capolavoro anni Sessanta di Shirley Jackson Hill House a fare da canovaccio alla vicenda, questa volta si va su un classico vittoriano, Il giro di vite di Henry James, attualizzato e ambientato tra gli anni Ottanta del Novecento e il primo decennio del nuovo Millennio.
Nel 2007 ad una festa di nozze di una ragazza innamorata e felice, una donna di mezz'età, la cui identità verrà svelata alla fine con un colpo di scena, racconta una storia di fantasmi di vent'anni prima, quando in un maniero della campagna inglese arrivò una ragazza statunitense, con un dramma nel suo passato che continuava a perseguitarla con visioni inquietanti, per occuparsi di due bambini rimasti orfani.
La bionda Dani, assunta dal ricco Henry Wingrave per educare i piccoli Flora e Miles, si troverà coinvolta in una storia di maledizioni che arrivano dal passato e che toccano ancora gli abitanti del castello, i due bambini, ma anche la giardiniera Jaimie, il cuoco Owen e la governante Hannah, senza dimenticare Peter, braccio destro di lord Wingrave, e Rebecca, la precedente tata, scomparsi tragicamente, il primo probabilmente scappato con i soldi di famiglia, la seconda morta suicida nell'inquietante stagno del parco.
Nel romanzo originale, trasposto al cinema nel classico Suspense di Jack Clayton con Deborah Kerr nel ruolo della governante, si rimaneva con il dubbio che non fosse davvero una storia di possessione di fantasmi, quanto piuttosto la conseguenza della mentalità vittoriana repressiva e punitiva, oltre che di un'ossessione della protagonista non priva di un richiamo alla repressione sessuale.
Qui i fantasmi ci sono, fanno fare alcuni salti sulla sedia non male, ma come nella precedente stagione sono alla fine un pretesto per raccontare la vita, le gioie e i dolori, i rimpianti, la capacità di andare avanti, la speranza, la disperazione: il testo originale serve come pretesto, ci sono diverse aggiunte, a cominciare da un flash-back seicentesco per raccontare come tutto ebbe origine, da cosa si generò la maledizione di Bly Manor.
Come è ormai uso nelle serie Netflix si paga il solito gettone al politically correct: c'è una bella storia d'amore gay, struggente e comunque non gratuita, ci sono anche due personaggi di colore, forse leggermente forzati nella campagna inglese degli anni Ottanta, ma ad uno dei due in particolare è affidato il colpo di scena più sorprendente della serie, con un omaggio a due film di fantasmi ancora oggi amati, Il sesto senso e The Others.
The Haunting of Bly Manor conferma quindi la volontà presente nella prima stagione di raccontare storie di fantasmi moderne ma con un occhio ai classici del genere, senza indulgere in effetti horror e splatter, ma guardando alla suspense, alle atmosfere, al rapporto tra i morti e i vivi visto tra rimpianto e timore.