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Noi siamo l'opposizione. Intervista a Francesca Bartellini Moech
Un libro necessario per l'analisi degli ultimi due anni: Noi siamo l'opposizione che non si sente di Autori Vari a cura di Giulio Milani per le edizioni Transeuropa, con delle voci ognuna suggestiva a suo modo, critica, analitica, spirituale ed umanistica come quella di Francesca Bartellini Moech, Preziosa autrice, regista, poeta, attrice, grande traduttrice del pensiero del "pagano italiano" Mario Monicelli in un film che lo ritrae nella sua natura piuì autentica, Monicelli, il pagano.
Prima di tutto, come ti sei messa in contatto con la casa editrice Transeuropa e Giulio Milani?
Una mia cara amica di lunga data Mia Lecomte mi ha contattata e mi ha chiesto se volevo partecipare a questo libro collettivo di protesta e questo durante l’estate 2021. Ho accettato con entusiasmo. Giulio ed io ci siamo capiti al volo e da allora la nostra si è confermata come una collaborazione proficua anche per il futuro.
Il tuo testo teatrale comincia con una poesia di Edward Bond da War Plays dove si parla di verità come "prova" che svelerebbe un crimine, come l'hai scelta?
Non si tratta di una poesia, ma delle parole di un personaggio di un testo teatrale di Edward Bond, il grande drammaturgo inglese, noto internazionalmente ma poco in Italia. La mia formazione e carriera teatrale è cominciata negli Stati Uniti e ho recentemente portato, nel 2019, un mio monologo al Fringe Theatre Festival di Edinburgo. Ho vissuto e lavorato molti anni a Parigi dove Edward Bond è noto e molto apprezzato. Questa mia citazione è tratta dai suoi War plays, traducibile in italiano come testi teatrali di guerra, non sulla guerra ma di guerra, una guerra che assume varie forme nella vita contemporanea, ma è sempre e comunque dentro alla vita stessa. L’onestà di Bond nei confronti della realtà che lo circonda è qualcosa che mi sono sempre sentita di condividere. La presa di posizione dello scrittore e in particolare dello scrittore di teatro e quindi l’angolatura da cui decide di guardare la realtà, è quel che fa la vera differenza. Ho scelto di mettere all’inizio questo brano che parla di ‘morti con la verità in bocca’, cioè di persone che non ci sono più a testimoniare come sono mancate, perché la mia mente è andata ai morti di Bergamo su sui ci sono inchieste in corso, ai morti quotidiani negli ospedali, ancora intubati quando si sa che intubare malati di Covid crea trombosi e anche ai morti dovuti alla mancanza di cure grazie ad un protocollo nazionale che parla di tachipirina e vigile attesa. Nessuno di loro ci può più raccontare la verità sulla sua morte, ma come dice Bond io vorrei tanto che potessero parlare.
Come mai hai pensato a un dialogo per esprimere il tuo punto di vista ed i tuoi dubbi sullo stato di emergenza sanitaria nel quale siamo coinvolti da due anni?
Un testo teatrale può sconvolgere nel profondo molto più di un saggio. Auspico infatti di farne presto una lettura seguita da una vera e propria regia. I temi che ho trattato scottano tutti come carboni ardenti e ci dobbiamo camminare sopra, io e il mio pubblico insieme. Questo Uomo e questa Donna sono tutti noi che abbiamo vissuto questo periodo di emergenza che si trascina ancora e abbiamo visto di fronte a noi il Potere assumere la sua forma di prevaricazione più terrificante della Storia in nome della parola Sanità. Da questa situazione non se ne esce che attraverso una trasformazione spirituale di migliaia e migliaia di persone, non c’è altra via.
Come hai scelto i protagonisti del tuo dialogo?
Mi sono ispirata ai due personaggi del testo teatrale di Bond, definiti da lui esattamente così, un uomo e una donna. La mia decisione di dividere il dialogo in due generici personaggi senza nome, ma solo designati dal loro sesso è particolarmente significativa proprio perché siamo nel 2021 dove, da parte di chi tira le fila, in alto nella gerarchia, esiste una precisa volontà di cancellazione delle differenze tra Maschile e Femminile, non solo in termini di corpo ma di percezione totale del mondo, verso un transumanesimo che sotto le false spoglie della libertà sessuale nasconde invece un’astuta volontà di negazione dell’essenza dell’umano verso una progressiva e generale robotizzazione e controllo digitale di ciascuno di noi. La spietata volontà di cancellare la parola anima intesa come psiché, cioè soffio vitale, intelligente, dotato di emozione e di una natura Trascendente, per ridurre invece l’essere umano, uomo o donna che sia, a replicante obbediente e consumante è assolutamente evidente ormai. Il mio testo che si chiama La Scintilla, si riferisce proprio a questa scintilla divina presente in ogni essere umano che si vorrebbe cancellare, ma il tentativo è stupido anche se pensato su scala gigantesca, direi megalomanica.
Le elite al potere sono furbe, ma anche stupide perché sottovalutano quest’elemento non meccanico ma trascendente, dato che non lo conoscono, lo hanno eliminato al loro interno. Anche di questo parlo nel mio testo.
Realtà e dissimulazione: quanto, nel racconto della supposta pandemia, queste si sono confuse?
Si tratta di una complicità collettiva, uso e abuso di immagini e messaggi per decenni fino ad arrivare alla presente situazione, una complicità denunciata da molti grandi quali Gilles Deleuze, Guy Debord ma anche Jean Baudrillard. Lo stesso Jean Luc Godard ha sempre affermato a gran voce che la realtà avrebbe presentato presto il conto. Ed eccolo arrivato, il conto. L’attuale situazione è costruita sulla paura della morte delle masse, considerando la fiducia cieca e davvero religiosa che è da loro riposta nelle mani di una scienza ormai dimentica della sua vera natura dopo aver stretto un patto diabolico con i profitti multinazionali. Mi ritorna sempre in mente il Faust di Goethe, una delle mie letture amatissime fin dall’adolescenza.
Oggi più che mai è indispensabile avere dei diritti, però è propedeutico rispettarli. Come si è arrivati ad oggi, quando non vengono minimamente osservati, piuttosto si creano leggi ad hoc per soverchiarne la benché minima circolazione a livello narrativo?
Si è arrivati all’oggi in modo molto semplice. Attraverso il marketing e la pubblicità. Mi rendo conto che lancio un messaggio estremamente provocatorio e scomodo per molti che hanno costruito dagli anni 80 in poi la propria vita su questa professione (salvo riciclarsi dopo i 50 in maestri di yoga) ma ho sempre ritenuto che ci fosse qualcosa di estremamente pericoloso e profondamente disonesto nella maniera in cui le parole e le frasi venivano costruite per ottenere il massimo del profitto, qualcosa che alterava il rapporto dell’individuo con la realtà facendo uso di tecniche di manipolazione psicologica spesso molto raffinate. Tutti noi ci siamo adattati a questo linguaggio che ha preparato il terreno alla situazione terrificante cui siamo vittime al momento, in cui i diritti umani non sono considerati più come tali dagli stessi cui spettano per legge perché il soggetto non è più tale. Il soggetto è in realtà ormai un oggetto in mano ai dictat della comunicazione di massa. A questa psicosi sanitaria siamo arrivati attraverso un lento lavoro di erosione della personalità critica durato anni ed anni. La scuola come luogo di formazione del pensiero libero non esiste più se mai è esistita. Sono sempre e solo esistite delle personalità straordinarie che sono state in grado di trasmettere agli altri la maieutica del sapere, cioè quel trovare dentro di sé le risposte adeguate dopo una profonda ricerca. La maieutica è l’unica vera forma di sapere generato dalle anime, quelle stesse che si vorrebbero appunto, ora, togliere di mezzo.