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Opera di Roma. Le 1001 comete di Bosso in danza
Un autorevole omaggio al compositore e pianista Ezio Bosso da parte del Teatro dell'Opera di Roma a tre anni dalla sua scomparsa, il 14 maggio 2020: il 13 settembre avrebbe compiuto 52 anni, una serie di sue composizioni si intrecciano nel primo episodio del Trittico dedicato alla Serata Coreografi Contemporanei, che sarà in scena fino al 24 settembre: Within the Golden Hour di Christopher Wheeldon, le altre due coreografie della serata sono Chacona di Goyo Montero e Bolero di Krzysztof Pastor.
Sulle note struggenti dell'Allegretto intitolato The Sky seen from the Moon, appartenente al Quartet n. 3 The Way of 1000 and One Comet, i costumi tra Armani e Curiel anni '30 firmati da Anna Biagiotti, veleggiavano sugli strass condotti in pliés e rondes così flessuosi e fluidi da assomigliare a delle foglie al vento. Probabilmente Bosso ha preso ispirazione da paesaggi salubri intorno alla sua Torino, Moncalieri forse, e quel che segue, dallo String Quintet n.2 The Nights, è un tintinnabulare alla Arvo Pärt con ostinati quasi in promenade tra gli archi ed i pizzicati. La coreografia del britannico Christopher Wheeldon magnificamente si assuona in danza con le note di Bosso: l'eleganza dei movimenti tappezzano il palco con delicatezza e révérances continue tra i danzatori. Annotiamo con plauso l'étoile Alessio Rezza e la solista Federica Maine nel Waltz quanto il primo balletino Claudio Cocino e l'étoile Alessandra Amato nel tenero Slow: i pas de deux sono un miraggio onirico che si flette tra i seguenti Of the Thunders, Dance of the Tree, Worried ed African Skies.
Il momento in cui il sole si alza all'alba e l'altro in cui discende, l'ora d'Oro, la Golden Hour del titolo di Wheeldon, "nell'ora d'oro" (Withn the Golden Hour), si insinua proprio in questo segmento di tempo, in cui la luce mostra il suo cangiante passaggio, replicato dal meraviglioso uso delle luci di Peter Mumford, dal giallo agli aranciati solchi del sole fino al blu cobalto, che fa coppia con un pastellato azzurro argentato dei costumi, una lode per la sincronia cromatica a Biagiotti e Mumford e la raffinatezza nell'accompagnare i danzatori.
La parte vivaldiana, con l'Andante dal Concerto per violino in si bemolle maggiore, RV583, affidato all'étoile Rebecca Bianchi ed al primo ballerino Michele Satriano è un'altra scoperta piacevolissima da guardare, insieme alle coppie del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma: Sara Loro, Marta Marigliani, Marianna Suriano, Flavia Stocchi ed i ballerini Giacomo Castellana, Simone Agrò, Walter Maimone e Valerio Marisca. Un ensemble perfetto sulle punte.
Qualche info biografica su Christopher Wheeldon – Officer of the Order of the British Empire – è stato un danzatore del Royal Ballet (1991), di cui è attualmente Artistic Associate, e del New York City Ballet (1993), dove ha iniziato il percorso come coreografo nel 2001. Da allora ha creato e messo in scena produzioni per molte delle principali compagnie di balletto del mondo. Ha vinto il Tony Award e l’Outer Critics Award (An American in Paris), il Benois de la Danse (Cenerentola e Winter’s Tale), l’Olivier Award (Aeternum e Polifonia). Within the Golden Hour è considerata una delle sue migliori creazioni. Within the Golden Hour è una creazione del 2008 per il San Francisco Ballet.
Il Trittico scelto dalla Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma Eleonora Abbagnato, prosegue con la Chacona di Goyo Montero, su musica di Johann Sebastian Bach: mi è venuton subito in mente il film con David Garrett protagonista, il violinista del diavolo (2013, regia di Bernard Rose, disponibile su Amazon Prime), sia per l'atmosfera gotica con il palco e lo sfondo neri, illumnato da luci bianche glacé, ed i ballerini tutti in nero vagamente fetish - costumi e scene di Montero e Verena Hammerlein -; sia per il primo violino Vincenzo Bolognese che suona dal vivo e ci ricorda l'istrionicità di Garrett; mentre sul palcoscenico Fabio Centanni suona il pianoforte e Sergio Segato alla chitarra si alterna al violino solo di Bolognese dall'altro lato del palco.
Chacona, che Goyo Montero ha creato nel 2017 per il Ballet Nacional de Sodre di Montevideo. è una coreografia nata per otto coppie principali, che si intrecciano quasi in modalità moderna, se è consentito usare il termine, sotto le luci a di Nicolás Fischtel che fanno risaltare una coppia dietro l'altra, nel loro legarsi e slegarsi dal grippo centrale che forma un corpo organico sulla scena. Goyo Montero dal 2008, è direttore del Balletto dello Staatstheater Nürnberg. Con Chacona, è tornato all’Opera di Roma, dove ha firmato le coreografie di Carmen e Macbeth (stagione 1986/1987) e della zarzuela La del manojo de rosas (1991).
L'ultimo titolo del trittico, che ha reso Bejart noto dans tout le monde, il Bolero di Ravel, lo abbiamo visto nela visione coreografica di Krzysztof Pastor: nei i costumi e nelle scene rutilanti di Tatyana van Walsum, queste ultime partono da un giallo assoluto per digradare sull'arancio e poi accendersi su un rosso fiammante - merito poi delle luci di Bert Dalhuysen, lo stesso colore che indossa la coppia di Rebecca Bianchi e Claudio Cocino, appare come una danza eroticissima ed inebriante, dalla cinetica a flusso continuo, una gestualità che inanella braccia e gambe della coppia principale mentre espone il gruppo dei danzatori ad un complesso quanto ammaliante tour de force come in un perpetuum mobile del balletto.
Il Bolero di Krzysztof Pastor, è stato immaginato e reso in coreografia nel 2012, per la prima volta il corpo di Ballo dell'Opera di Roma lo ha danzato a luglio alle Terme di Caracalla; mentre nelle precedenti versioni di Milloss, Dolin, Urbani, il Bolero dal 1944 calca il palco del Costanzi e naturalmente nella celebre versione di Maurice Béjart.
Krzysztof Pastor dal 2009 dirige il balletto al Teatr Wielki di Varsavia, dopo aver danzato per anni ed esser stato coreografo presso il Washington Ballet (1997-1999); in seguito ad Amsterdam, come coreografo residente al Dutch National Ballet (2003-2017), dove ha creato Bolero.
Lunghi applausi hanno acolto i ballerini del Teatro dell'Opera di Roma, sia i solisti, le étoiles, i primi ballerini, nonchè i musicisti dal vivo.