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Opera di Roma 2023-24. La scatola magica dell'Opera
Il 9 giugno 2023 si è svolta la conferenza stampa di presentazione della prossima stagione 2023-24 del Teatro dell’Opera di Roma. Ha preso per primo la parola il nuovo Sovrintendente, Francesco Giambrone, che ha parlato, con toni giustamente entusiastici, di una nuova e luminosa stagione per l'Opera al Teatro Costanzi (che inaugura regolarmente ogni anno il 27 novembre 2023), un teatro che ha alle spalle anni importanti di crescita e sviluppo, ponendo le basi per nuove sfide, tra cui Expo 2030: avremo undici opere, sette balletti e cinque concerti.
Tra i punti più qualificanti, Giambrone ha citato il debutto di registi internazionali come Simon Stone, Ersan Mondtag e del duo Le Lab. Faranno la prima volta la loro comparsa all’Opera di Roma personalità come Claus Guth, Allex Aguilera e Luca Micheletti in veste di regista. Ritorneranno poi Barrie Kosky, Deborah Warner e Damiano Michieletto. Non mancheranno celebrati coreografi come William Forsythe, Benjamin Millepied e, per la prima volta al Costanzi, assisteremo alla rappresentazione di un lavoro di Uwe Scholz. Accanto a loro, troveremo grandi direttori come Marc Albrecht, Juraj Valčuha e Omer Meir Wellber.
Il direttore musicale Michele Mariotti, propone ben quattro titoli operistici e due concerti. Troveremo poi star della lirica come Lisette Oropesa, Maria Agresta, Vittorio Grigolo, Erwin Schrott, John Osborn, Karita Mattila, Gregory Kunde e Simon Keenlyside.
Peraltro, per questa stagione 2023-24 l'immagine dell'Opera verrà affidata a un grandissimo artista figurativo come Giulio Paolini, nominato in collaborazione con il MAXXI, e che ha realizzato una serie di collage molto evocativi, finalizzati a rappresentare i titoli in cartellone con raffinatezza ed eleganza.
Il cartellone si presenta quindi con 10 nuove produzioni, di cui 6 d’opera e 4 di danza, 11 titoli operistici, 7 balletti e 5 concerti, con un totale di 28 serate in più dello scorso anno: questo vuol dire il 25% in più di attività. La stagione sarà seguita dal Caracalla Festival 2024 di cui possiamo già anticipare alcuni titoli: il balletto Carmen e l’omaggio a Puccini con Tosca e Turandot, proposte nel progetto creativo di Massimiliano Fuksas. Continuerà proficuamente la collaborazione con la Rai, giacché Rai Cultura riprenderà ben tre titoli – il Mefistofele inaugurale proposto in diretta, il Dittico formato da Gianni Schicchi di Puccini e L’heure espagnole di Ravel, e La sonnambula di Bellini – e li trasmetterà su Rai5, mentre Radio3 trasmetterà tutta la stagione sia d’opera sia dei concerti.
Giambrone è entrato più nello specifico per le singole opere, sottolineando come si sia scelta la strada di un’equilibrata alternanza tra opere poco frequentate come il Mefistofele di Arrigo Boito, L’heure espagnole di Maurice Ravel, la Jenůfa di Leoš Janáček e il Peter Grimes di Benjamin Britten, e altre del grande repertorio come Il flauto magico di Mozart, l'Otello di Verdi, La sonnambula di Bellini, oltre a Tosca e Turandot proposte a Caracalla in omaggio a Puccini nel centenario della scomparsa, e che segnano il debutto all’opera dell’archistar Massimiliano Fuksas. Una prima assoluta sarà poi l'opera L’ultimo viaggio di Sindbad, commissionata alla compositrice italiana Silvia Colasanti, e tratta dall’omonimo testo di Erri De Luca. Un evento straordinario sarà poi il ritorno del direttore onorario a vita, Riccardo Muti, alla testa della Chicago Symphony Orchestra.
Alcune osservazioni del pubblico hanno posto in evidenza il fatto che si tenda a privilegiare comunque il repertorio dell'Ottocento e del primo Novecento, con scarsa rappresentanza di opere barocche o strettamente contemporanee.
Ha preso poi la parola il direttore musicale, Michele Mariotti, che ha evidenziato il debutto italiano nell’opera di Simon Stone con la nuova produzione del Mefistofele di Arrigo Boito. Lo spettacolo, coprodotto con il Teatro Real di Madrid, vede protagonisti John Relyea nel ruolo del titolo, Maria Agresta come Margherita ed Elena, Joshua Guerrero come Faust.
Pochi mesi dopo averla diretta per la prima volta in tournée in Giappone e subito dopo Mefistofele, dal 9 al 14 dicembre Mariotti tornerà sul podio per interpretare Tosca. Lo spettacolo è quello “storico” con le scene originali della prima rappresentazione assoluta del capolavoro pucciniano, che dal 2015 viene regolarmente proposto al Costanzi con grande successo di pubblico. La regia è di Alessandro Talevi. Sul palco saranno protagoniste tre star della lirica come Anna Pirozzi, Vittorio Grigolo ed Erwin Schrott.
Inoltre, Damiano Michieletto tornerà al Costanzi con un suo spettacolo già apprezzato a Venezia e a Firenze: Die Zauberflöte (Il flauto magico) di Mozart, che arriva per la prima volta a Roma dal 13 al 21 gennaio. Il regista ambienta l’opera in una scuola, rendendolo un viaggio iniziatico verso l’autoconsapevolezza e la maturità, in uno scontro, a tinte illuministe e massoniche, tra le forze della ragione e quelle del dogmatismo. La direzione è affidata a Michele Spotti, recentemente nominato Direttore musicale dell’Opéra di Marsiglia, al suo debutto a Roma. Sul palco salgono Juan Francisco Gatell ed Emőke Baráth nelle parti di Tamino e Pamina, Markus Werba come Papageno, Olga Pudova e John Relyea incarnano invece la Regina della notte e Sarastro.
Ersan Mondtag debutterà nella regia lirica in Italia con il dittico Gianni Schicchi e L’heure espagnole. La terza produzione del direttore musicale è la seconda tappa del progetto triennale “Trittico ricomposto”, realizzato in collaborazione con il Festival Puccini di Torre del Lago in occasione del centenario della morte del compositore. Il suo Trittico viene scomposto e ricomposto in tre dittici, proposti uno all’anno per tre stagioni, grazie all’accostamento di ogni titolo a un altro capolavoro del Novecento. Dopo Il tabarro e Il castello del Principe Barbablù, è la volta ora di Gianni Schicchi affiancato a L’heure espagnole di Ravel. La nuova produzione di questo dittico è affidata appunto a uno dei nuovi astri del teatro tedesco: il regista Ersan Mondtag, trentaseienne di origini turche, che firma anche le scene e realizza per la prima volta un’opera in Italia. Gianni Schicchi è interpretato da un celebre basso-baritono specializzato in ruoli buffi: Carlo Lepore. Nel cast di L’heure espagnole invece spicca il mezzosoprano francese Karine Deshayes, al suo debutto al Costanzi. Dal 7 al 16 febbraio. Il progetto “Trittico ricomposto” si concluderà nella stagione 2024-25 con Suor Angelica di Puccini affiancata al Prigioniero di Dallapiccola, affidati alla regia di Calixto Bieito.
Un altro gradito ritorno all’Opera di Roma è quello del regista australiano Barrie Kosky, conteso dai principali festival e teatri del mondo e vincitore quest’anno del Premio Abbiati della critica italiana. Dal 7 al 16 marzo Kosky propone il capolavoro di Richard Strauss, Salome, tratto da un testo di Oscar Wilde, in un allestimento già apprezzato a Francoforte che si interroga su chi sia la fanciulla di Galilea. La sua identità sfuggente sembra piuttosto definirsi attraverso lo sguardo degli altri personaggi, tutti immersi nel buio di un’inquietante scatola nera, illuminata di tanto in tanto da coni di luce. Sul podio sale uno degli interpreti straussiani più riconosciuti: Marc Albrecht, che debutta al Costanzi. La temibile parte di Salome è affidata a Sara Jakubiak, apprezzata tanto per la ricchezza della sua voce quanto per lo charme e il carisma che porta in scena.
Un altro grande ritorno a Roma è quello del soprano americano di origine cubana Lisette Oropesa, che ha segnato la storia recente del Costanzi con l’indimenticabile film-opera La traviata diretto da Mario Martone durante la pandemia. Oropesa affronta per la prima volta nella sua carriera La sonnambula di Bellini, mentre a maggio prosegue un altro progetto triennale: quello legato al compositore ceco Leoš Janáček, che ha già visto in scena Kát’a Kabanová e Da una casa di morti, e che si conclude con Jenůfa.
Le grandi voci di Gregory Kunde, Roberta Mantegna e Igor Golovatenko sono protagoniste dell’Otello di Verdi in scena dal 1° al 12 giugno in un allestimento preveniente dall’Opéra di Monte-Carlo e dall’Opera Nazionale di Tbilisi. Lo spettacolo, proposto in prima italiana, è firmato da Allex Aguilera, noto per le sue collaborazioni con il collettivo catalano La Fura dels Baus e al suo debutto al Costanzi. Sul podio torna, dopo il successo nella scorsa stagione con Pagliacci, Daniel Oren.
La regista britannica Deborah Warner torna al Costanzi con un capolavoro di Britten: Peter Grimes, realizzato in coproduzione con Opéra National di Parigi, Royal Opera House di Londra e Teatro Real di Madrid: è uno spettacolo dai risvolti psicologici profondi e drammatici, affidato alla direzione di Michele Mariotti, per la prima volta alle prese con un’opera di Britten.
L’ultimo viaggio di Sindbad di Silvia Colasanti debutterà in prima assoluta con la regia di Luca Micheletti, in collaborazione con Romaeuropa Festival. È la storia del capitano di un vecchio battello arrivato al suo ultimo viaggio, con un carico di uomini, donne e bambini, e che diventa specchio di uno dei grandi drammi del nostro tempo, tra echi biblici e leggende del mare.
Nel cartellone lirico trova spazio anche una nuova produzione completamente affidata a “Fabbrica”, lo Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma diretto da Lorenzo Amato. I talenti della quarta edizione 2023/24, team creativo, cantanti e maestri collaboratori, sono tutti chiamati a produrre uno spettacolo che debutta al Teatro Nazionale dal 28 al 31 maggio: Cenerentola di Pauline Viardot, proposta nella versione italiana curata da Vincenzo De Vivo.
Per quanto riguarda i concerti, torna all’Opera di Roma anche il suo direttore onorario a vita Riccardo Muti, per un concerto straordinario con la Chicago Symphony Orchestra in occasione del centenario della Banca del Fucino. In programma vi saranno bravi di Anatolij Konstantinovič Ljadov, Igor Stravinskij e Richard Strauss. Accanto a questo, ascolteremo quattro concerti con i complessi artistici del Teatro, due del Direttore musicale Michele Mariotti, uno di Omer Meir Wellber e uno di Roberto Abbado. Il 20 febbraio Mariotti accosta lo Stabat Mater di Pergolesi con il balletto di Stravinskij Pulcinella, che è anch'esso basato su musiche di Pergolesi; mentre il 14 maggio propone la cantata Aleksandr Nevskij di Prokof’ev con la proiezione del film di Ėjzenštejn e la Sinfonia n. 4 di Čajkovskij. Il 10 febbraio Wellber dirige Proximity or Closeness, una coreografia di Ermanno Sbezzo danzata da Eleonora Abbagnato e Jacopo Tissi, su musiche di Mahler e Schnittke, a cui accosta il Requiem di Mozart. Il 15 marzo invece, è in programma la prima assoluta della nuova versione per orchestra di Bandiere nere di Fabio Vacchi, da un testo sulla nascita dell’ISIS del giornalista Joby Warrick, premio Pulitzer nel 2016. Sul podio Roberto Abbado dirige anche l’ouverture dall’Egmont di Beethoven e la Sinfonia n. 1 di Šostakovič.
Hanno infine concluso la presentazione l'artista Giulio Paolini, l'assessore regionale alla cultura, Simona Baldassarre, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, tutti unanimi nel sottolineare la grande portata della nuova stagione del tempio romano della lirica.