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Opera di Roma. La Natura autentica de La Valchiria
Per la prima volta a dirigere l'Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma il direttore d’orchestra israeliano Omer Meir Wellber nel concerto dello scorso venerdì 6 ottobre alle 20.00 che è stato trasmesso in diretta su Radio3 Rai. Il primo atto de Die Walküre (La valchiria) di Richard Wagner, seconda delle opere che costituiscono la Tetralogia Der Ring des Nibelungen (L’anello del Nibelungo).
Epopea universale e non solo della cosmogonia nordica, come sostiene Theodor W. Adorno, Il Ring andò in scena per la prima volta per intero il 14 agosto 1876 al Festival di Bayreuth, nella Festspielhaus voluta da Wagner e costruita grazie al sempiterno appoggio di Ludwig II di Baviera. La première di Die Walküre è avvenuta quindi a Monaco di Baviera il 26 luglio del 1870, sotto la direzione di Franz Wüllner. A dirigere il primo atto Omer Meir Wellber (classe 1981), assistente di Barenboim a Milano e Berlino, che è direttore musicale del Teatro Massimo di Palermo e direttore musicale uscente della Volksoper di Vienna: dal 2025 assumerà le funzioni di direttore musicale ad Amburgo, sia del teatro lirico che della Elbphilharmonie.
Ad Omar Meir Wellber viene posta, la domanda sulla scelta di portare in scena solo il primo atto de La Valchiria, cui risponde in una preziosa intervista di Alberto Mattioli: "Ha una forza musicale talmente potente da reggere anche senza la scena (...) e l'attenzione si focalzza sulla prestazione dell'orchestra." Annotiamo a tergo che anche Oksana Lyniv, la scorsa estate a Bayreuth, ha segnato il suo debutto col primo atto de La Valchiria nella sua nuova veste di Direttrice musicale del Teatro Comunale di Bologna, a gennaio 2022.
La composizione dell’opera, ovvero la stesura del libretto in primis, o Musikdrama Die Walküre, come volle Wagner a cominciare da Tristan und Isolde (Handlung, azione) iniziò alla fine di luglio del 1854 a Zurigo, dove il primo atto venne ultimato entro agosto: la strumentazione dell'opera terminò a marzo 1856.
Nel primo atto compare innanzitutto l’eroe Siegmund con il nome di Wehwalt (in tedesco arcaico vuol dire sventurato): durante una tempesta, cerca ricovero nella casa del guerriero Hunding e di sua moglie, Sieglinde; ma quest’ultima è sola ad accoglierlo. In realtà Siegmund e Sieglinde sono gemelli, entrambi generati dal padre degli dèi Wotan (o Odino, che essi identificano con il nome umano di Wälse), ma non si riconoscono l'un l'altro, almeno in un primo momento. Anzi, Siegmund si appresta ad andar via, ma Sieglinde fa di tutto per trattenerlo, dicendo che non può portare sfortuna alla "casa in cui vive la cattiva sorte".
Al suo ritorno a casa Hunding chiede da dove venga l’ospite e osserva che Siegmund appartiene a quel genere odiato che egli ha appena combattuto perché pagasse “l'espiazione per la colpa del sangue”. Il diritto di ospitalità lo obbliga a ricoverare Siegmund per la notte, ma la mattina successiva sarà un duello a decidere chi tra i due potrà rimanere.
Hunding si sdraia per dormire (Sieglinde canta: "Gli ho dato una pozione paralizzante", „ich würzt ihm betäubenden Trank“) e Sieglinde ne approfitta per informare Siegmund della spada piantata in un tronco di frassino nel bel mezzo della stanza, ivi conficcata un giorno da uno straniero sconosciuto e destinata solo a chi riuscisse a estrarla. La spada viene chiamata da Siegmund, Nothung (allusione al suo stato di estrema necessità, in tedesco Not). L'eroe riesce sorprendentemente ad estrarla, e i fratelli a quel punto si riconoscono, brillando quasi per un amore reciproco che avrà un esito fatale: dalla loro unione incestuosa nascerà infatti l'eroe Siegfried, protagonista della giornata seguente ed omonima della Tetralogia del Ring.
Eccezionale presa ha il preludio introduttivo dell'Orchestra: non ho mai ascoltato tanta forza pressiva nell'incatenamento degli archi, tutti, guidati dal Maestro Omer Meir Wellber: ed è talmente arduo imporre una tale impressionante potenza e coerenza dell'Orchestra tutta, che l'abbacinamento è stato coerente con i brividi che la scrittura operistica e complessa, tra i legami dei motivi, ha impresso Wagner. Una esecuzione che ci ha lasciati col fiato sospeso.
Nella parte di Siegmund canta il tenore francese Stanislas de Barbeyrac (al debutto nel ruolo di Siegmund), al suo secondo esordio in un ruolo wagneriano dopo la recente esperienza come Erik in Der fliegende Holländer (L’Olandese volante) andato in scena alla Staatsoper di Berlino: ha una voce da lieder che, e qui concordiamo di nuovo con Wellber, che si adatta perfettamente alla scrittura lirica della sua parte, ed è particolarmente coinvolgente il timbro e morbida la flessione sulle parole.
La sorella gemella Sieglinde (insieme a Siegmund figlia del dio Wotan) è interpretata da Allison Oakes, soprano drammatico rinomata per i suoi ruoli wagneriani: oltre a Isotta (Tristano e Isotta), Brunilde (La valchiria e Sigfrido) e Senta (L’olandese volante), è stata Freia (L’oro del reno), Gerhilde (La valchiria) e Gutrune (Il crepuscolo degli dei) in Der Ring des Nibelungen al Festival di Bayreuth, diretta da Kirill Petrenko nella messa in scena Frank Castorf dal 2013 al 2015. La Oakes, plus agée, ha una voce ricca di venature drammatiche che hanno conferito una fortissima portata emotiva al suo personaggio: la scena dell'agnizione, dopo la brutalità del marito Hunding - il basso Brindley Sherratt, assolutamente in forma per la parte di "rapitore" e nemico di Siegmund, per potenza di fiato e preparazione vocale - è di una struggente autenticità, ed di una levatura spirituale in completa convergenza col libretto wagneriano, da cui citiamo, in traduzione, alcuni degli ultimi versi di Siegmund:
D'un sacro amore
suprema angoscia,
d'un bramoso amore
consumante angoscia,
chiara m'arde nel petto,
mi spinge ad agire ed a morire.
Notung! Notung!
Lama invidiabile!
Della tua finezza mostra
il tagliente filo.
(Qui per intero il libretto).
Uno scroscio di applausi ha accolto il finale che sale verso l'alto coi suoni di corno che ricongiungono Siegmund, Sieglinde alla natura pagana e pura dell'universo nibelungico firmato da Wagner.