Supporta Gothic Network
Oppenheimer. Il Sermone del Fuoco
Un'enorme nuvola di fuoco attorno alla sua testa, il capo di Robert Oppenheimer ruota e ci mostra il volto di colui che creò e volle la bomba: un Prometeo moderno, come sottotitola il Frankenstein Mary Shelley, oppure “scatenato”, come il Prometheus Unbound del marito Percy Bysshe, che sicuramente l'intellettuale Oppenheimer lesse, prima del Mahābhārata induista dal quale trasse "Sono diventato Morte, il distruttore di mondi". Il film di Christopher Nolan, in uscita il 23 agosto nei cinema, racconta questo e molto altro.
Chi era Robert Oppenheimer? Nato il 22 aprile 1904 a New York e di origini ebraiche, svolse i suoi studi prima di chimica ad Harvard, poi di fisica a Göttingen in Germania, poi sempre di fisica a Berkeley, dove divenne professore nel 1936. La fisica teorica, la meccanica quantistica e la fisica nucleare lo condussero alla fissione nucleare e al Progetto Manhattan, che diede origine alle due bombe atomiche sganciate il 6 ed il 9 agosto del 1945 per far arrendere il Giappone, che firmò la resa incondizionata il 2 settembre dello stesso anno; la Germania aveva firmato la sua il 9 maggio 1945 a Berlino, davanti alle autorità sovietiche.
Che cosa c'è però invero nel film? Il girato in bianco e nero è costruito come un processo al “martire comunista” Oppenheimer che non ci convince affatto. È l'epoca del maccartismo, quando anche Dalton Trumbo e famosi registi di Hollywoood furono tutti accusati di essere “cospiratori o agenti sovietici” solo perchè erano di idee più liberali e meno capitalistiche. Oppenheimer di certo aveva la moglie ex comunista e vedova di un combattente contro Franco in Spagna, ivi caduto; però, nonostante l'ambiente culturale ed intellettuale che frequentava, di sicuro di idee comuniste (e lui stesso era per la discussione sui sistemi di governo in atto e sui diritti dei lavoratori), questa tesi però non ci convince e ci sembra una “facile” scusa per mettergli un cappio al collo da capro espiatorio. Tre quarti del film sono dedicati, burocraticamente, ad un un finto processo manipolatorio (nel link trovate per intero la trascrizione dell'audizione del 1954) i cui scopi “reali” probabilmente non conosceremo mai. E che come sostiene anche Elon Musk, poteva essere tagliato di almeno 45 minuti. Quello che invece è avvenuto, è stato l'avergli negato l'accesso a tutti i file secretati (quelli denominati "classified") dopo il processo, molti dei quali riguardavano proprio il Progetto Manhattan e l'evoluzione degli studi e degli esperimenti sull'atomica e altri mezzi di distruzione di massa.
Poco importa quindi che a tirare su il processo sia stato Lewis Strauss o qualcun altro dietro a lui – eccellente Robert Downey Junior nella parte; ed anche la mestizia con cui Cillian Murphy interpreta perfettamente il genio alla sbarra di un tavolino approntato per l'opera di "soverchiamento" psicologico che era il vero scopo: quello che ci interessa è il perché nel film, per esempio, si sia fatto passare Einstein come uno sciocco vecchietto che non sapeva abbastanza di "fissione nucleare" (sic!), lui che scrisse a Roosevelt perché costruisse la bomba, avendo saputo di quelle in costruzione presso tedeschi e sovietici.
Nel film di Nolan non è chiaro, essendo troppo arzigogolato ed implume, come si sia potuta architettare una tale struttura – tutte le accuse portano a Strauss, il primo “committente” di Oppenheimer a Princeton –, soprattutto, lascia la sensazione che sia tutta “fuffa” per coprire qualcos'altro. Ci chiediamo: qual è lo scopo di questo film? Far passare Robert Oppenheimer – completamente consapevole che le due bombe di Fat Man e di Little Boy sarebbero state lanciate per ottenere la resa incondizioanata del Giappone – per colui che viene sacrificato in luogo del governo americano che diede avvio al Progetto Manhattan?
Sembra Il Sermone del fuoco (The Fire Sermon), come recita la parte finale di The Waste Land di Thomas Stearns Eliot citata nel film: un film che nasce dal fuoco di una bomba, dalla ricerca speculativa sugli effetti della fissione nucleare, come ben viene interpretato anche dalla strepitosa colonna sonora a cura del compositore svedese Ludwig Göransson. Ci viene in mente la celebre opera di John Adams, Dr Atomic, che descrive la parabola di Oppenheimer fino al progetto del test Trinity, nome che Oppenheimer ha preso dai versi di John Donne, contenuti in uno dei suoi Sonetti Sacri (Holy Sonnets) scritto tra il 1609 e il 1611, ovvero Batter my heart, three-person'd God, e si riferiscono a "Dio, uno e trino", da cui Trinità/Trinity:
Batter my heart, three-person'd God, for you
As yet but knock, breathe, shine, and seek to mend;
That I may rise and stand, o'erthrow me, and bend
Your force to break, blow, burn, and make me new.
I, like an usurp'd town to another due,
Labor to admit you, but oh, to no end;
Reason, your viceroy in me, me should defend,
But is captiv'd, and proves weak or untrue.
Yet dearly I love you, and would be lov'd fain,
But am betroth'd unto your enemy;
Divorce me, untie or break that knot again,
Take me to you, imprison me, for I,
Except you enthrall me, never shall be free,
Nor ever chaste, except you ravish me.
(Trad. italiana: Sfascia il mio cuore, Dio in tre persone! Per ora tu solo bussi, aliti, risplendi e tenti di emendare. Ma perché io sorga e regga,tu rovesciami e tendi la tua forza a spezzarmi, ad esplodermi, bruciarmi e farmi nuovo. Usurpata città, dovuta ad altri, io mi provo a farti entrare, ma ahi! senza fortuna. La ragione, in me tuo viceré,mi dovrebbe difendere ma è prigioniera e si mostra molle infida.Pure teneramente io t’amo e vorrei essereriamato. Ma fui promesso al tuo nemico. Divorziami, disciogli, spezza il nodo,rapiscimi, imprigionami: se tu non m’incateni non sarò mai libero, casto mai se tu non mi violenti. In Poesie amorose, poesie teologiche, a cura di Cristina Campo).
Di tutto il testo, una riga mi ha colpito: "But am betroth'd unto your enemy;", "ma fui promesso al tuo nemico", e si intende il nemico di Dio. Il Prometeo di Oppenheimer rassomiglia all'hollow man/uomo vuoto (The Hollow Men, T.S. Eliot), che cerca incessantemente di uscire da quel vuoto, in cui la ricerca sembra averlo vieppiù affossato, bruciando molto più velocemente poiché brillava di più, come le stelle rare. Ed allora ricordo la fine del Sermone del fuoco di Eliot:
Burning burning burning burning / O Lord Thou pluckest me out / O Lord Thou pluckest / burning.
Bruciando bruciando bruciando bruciando / O dio Tu mi hai tratto fuori / bruciando. (Trad. mia).