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Pisa. Lo straordinario duo Maisky per i Concerti della Normale
E' consuetudine dire che il violoncello è lo strumento che più di tutti è paragonabile alla voce umana, per la bellezza del timbro e le potenzialità espressive. Il concerto di Misha Maisky al Teatro Verdi di Pisa il 30 marzo scorso, nell'ambito della bella stagione dei “Concerti della Normale”, accompagnato in duo con il pianoforte dalla figlia Lily, conferma questa definizione e fa appassionare ancor di più gli ascoltatori al repertorio per questo affascinante strumento.
I “Concerti della Normale” ci hanno abituato, ed è un indubbio merito, ad appuntamenti così particolari e prestigiosi. Lasciando ai comunicati stampa ed alla scheda di sala le notizie artistico biografiche dell'esecutore, senza dubbio uno degli interpreti più importanti in assoluto del momento, ma sottolineando doverosamente l'alto livello artistico della figlia, ci fa piacere utilizzare lo spazio a disposizione per parlare del programma e della scelta dei brani.
La citazione iniziale del paragone del violoncello con la voce umana non è stata casuale. Il programma ha infatti previsto nella prima parte una serie di composizioni di Rachmaninov concepite proprio per voce ed accompagnamento strumentale. I brani scelti sono stati eseguiti di seguito senza dare il tempo al pubblico di interrompere il fluire della musica, come se si trattasse di una grande composizione suddivisa in molti movimenti.
In questo modo lo straordinario suono di Maisky ha ulteriormente valorizzato ed esaltato la bellezza delle idee tematiche ed armoniche di Rachmaninov. La struggente malinconia e l'avvolgente scrittura, efficacemente sottolineata anche dalla lettura pianistica di Lily Maisky, ha raggiunto livelli di altissima poesia in “Sing not to me, beautiful maiden” op. 4/4 ed in “How fair this spot" op.21/7. Attesa da molti appassionati senza deludere le aspettative l'esecuzione di “Vocalise”, momento di grande commozione e partecipazione collettiva ad una delle pagine più famose del grande autore russo, eseguita con perfetta sintonia e cura estrema di suono.
Molto interessante la proposta, nella seconda parte del concerto, della Sonata op 40 per violoncello e pianoforte di Shostakovich. Realizzata nel 1934 in un periodo travagliato per l'autore sia dal punto di vista familiare che nei rapporti con le autorità sovietiche, è un'opera molto interessante nella quale Maisky ha evidenziato con straordinaria naturalezza alcune caratteristiche della scrittura. Anche in questo caso è emersa la bravura di Lily Maisky, in particolar modo nel secondo e quarto movimento, dove la scrittura pianistica ha raggiunto livelli di difficoltà notevoli superati con disinvoltura e con grande controllo. Come già in Rachmaninov, anche nell'esecuzione di Shostakovich Maisky ha eseguito con disarmante ed apparente facilità passi particolarmente complessi, nei quali la cura del fraseggio, del suono e la perfetta intonazione hanno, come sempre accade nei suoi concerti, lasciato il pubblico stupefatto. Senza nulla togliere a programmi più tradizionali, è proprio affrontando questo repertorio che emergono con prepotenza le caratteristiche che fanno di Maisky un punto di riferimento rendendo l'evento ancor più significativo. Straordinario concerto, come spesso accade nella stagione dei Concerti della Normale, suggellato dalla concessione di due bis.