I Puffi. La perfetta trasposizione cinematografica per fumetto

Articolo di: 
Simone Vairo
I Puffi

Ogni volta che un qualsiasi fumetto viene riportato sul grande schermo subisce delle modifiche inattese che rendono ‘sterile’ la lavorazione fatta su di esso. Ciò avviene, in non pochi casi, per le trasposizioni cinematografiche di soggetti ‘videoludici’ (si prenda per esempio la quadrilogia Resident Evil: un insieme di action/zombie movie liberamente ispirati, senza collegamento effettivo, al videogioco omonimo), ma le prime sperimentazioni in tal senso sono state attuate sui comics americani (Uomo Ragno, Capitan America, Green Lantern, ecc.). In tal senso, i risultati fino ad oggi sono stati, salvo rare eccezioni, deludenti e soprattutto per niente aderenti al soggetto da cui traevano spunto. Per I Puffi di Raja Gosnell, invece, è andata diversamente.

Spieghiamolo meglio: il risultato era una sovrainterpretazione delle sorgente, perciò un ‘ri-modellamento’ dell’idea di quel personaggio e del contesto che lo circondava (il quale, addirittura, ne modificava il carattere). Ciò, purtroppo, è dipeso soprattutto dall’incompetenza dei registi nel non aver letto o giocato in maniera approfondita su e con ciò che volevano portare sui grandi schermi.

Col passare degli anni, però, tale procedimento ha subito una modifica: si è cercato, laddove il semplice riportare il soggetto non era sufficiente a rendere giustizia alla sorgente, di puntare sulla riformulazione dell’intera idea del fumetto. Per dare un esempio, si pensi a Batman Begins di Christopher Nolan: una ri-proposta realistica delle origini dell’uomo pipistrello (in passato solo accennate da Tim Burton nel suo film sul medesimo soggetto; 1989). I registi, in tal senso, mostrano una modesta comprensione delle conoscenze acquisite dal fumetto tanto da poterle addirittura riformulare, nel caso appena esposto, in una versione più attinente alla nostra realtà.

Giungendo all’argomento in questione, invece, ci sentiamo di affermare che oggi esiste un ulteriore metodo per raccontare una storia: il più semplice per rendere ‘sempre verde’ una qualsiasi vicenda ovvero la de-contestualizzazione del soggetto. Ciò permette, con l’ausilio di un regista competente, di mantenere intatte le informazioni apprese dalla sorgente fumettistica.

Motivo di tale tesi è il film I Puffi di Raja Gosnell: i piccoli omini blu a fumetto creati dall’artista Peyo (ovvero Pierre Culliford). La trama comincia nel Villaggio Puffo, il quale si trova in un punto imprecisato di una foresta europea, nell’era medievale. Grazie ad un incantesimo del Grande Puffo (il più anziano e saggio degli omini blu), il villaggio è magicamente protetto da una barriera che non permette a nessuno di passare, ma che, soprattutto, serve per nasconderli dal perfido Gargamella (Hank Azaria; sempre accompagnato dal gatto Birba). Il mago, infatti, ha passato gran parte della sua vita a cercare il villaggio dei puffi ed un giorno, per colpa del Puffo Tontolone (protagonista della vicenda; ha la voce di Anton Yelchin), riesce ad oltrepassare la barriera magica costringendo gli omini blu a scappare. Alcuni di loro finiscono per sbaglio nella foresta proibita e, a causa della ricorrenza della ‘Luna blu’, si apre un portale magico che li ‘trasporta’ a New York. Qui incontreranno Patrick e Grace (Neil Patrick Harris e Jayma Mays), una coppia in dolce attesa che li aiuterà a tornare a casa prima che il portale si richiuda e, soprattutto, prima che Gargamella, anche lui scaraventato a New York, li trovi.

Sicuramente il film non brilla in originalità, ma rappresenta in pieno quanto spiegato prima sulla de-contestualizzazione: la storia, pur non essendo ambientata nel Villaggio Puffo, mantiene comunque gli standard di una qualsiasi avventura degli omini blu. Parafrasando: i personaggi mantengono le loro caratteristiche dall’inizio alla fine (ogni puffo ha il nome in base alla sua personalità), i pochi scenari del mondo medievale sono molto attinenti alle didascalie di Peyo e, soprattutto, i ritmi di narrazione sono gli stessi. Quest’ultima ‘sentenza’, infatti, non sarebbe completa se non si citasse il parallelismo ovvio tra il film e le famose serie televisive degli anni '90.

In esse non solo veniva data una ‘sostanza video’ alle creature di Peyo, ma si creava così una sorta di ‘estensione’ del loro mondo fumettistico: i personaggi hanno una voce che permette di riconoscerli con più facilità (rispetto al fumetto in cui ogni puffo veniva delineato da una semplice battuta); si definiscono con più chiarezza i rapporti tra i vari omini blu; gli episodi, pur in presenza di personaggi secondari, non perdevano mai di vista i protagonisti; le ritmiche di narrazione erano serrate, ma completate con ricchi dettagli scenografici; ecc. Tutto ciò viene ampiamente trasportato nel film (anche i doppiatori della serie televisiva tra cui Paolo Buglioni, voce di Gargamella, e Marco Guadagno, voce di Puffo Quattrocchi), il quale, per l’appunto, mantiene il marchio di pellicola per grandi e bambini con massima concentrazione sui soggetti in questione, sui loro dettagli e su ciò che li circonda. In altre parole: il film non è che una lunga puntata televisiva o fumettistica del mondo creato da Peyo. Ciò, in base a quanto detto prima sulle ‘trasposizioni cinematografiche’, risulta essere una vera sorpresa.

Non mancano, ovviamente, dei piccoli difetti di carattere ‘filologico’ che, però, non intaccano minimamente la perfetta trasposizione del fumetto. Due gli esempi maggiori: il rapporto spazio tempo tra il mondo reale e quello Puffo e la creazione di nuovi personaggi

Riferendoci a quest’ultimo ‘difetto’ non si è ben capito il perchè della scelta, tra i protagonisti della vicenda, di Puffo Coraggioso (un puffo scozzese, mai apparso in nessun fumetto), rispetto ad un qualsiasi altro omino blu più caratteristico o più appartenente alla memoria collettiva (ad esempio Puffo Forzuto, la creatura con un cuore tatuato sul suo braccio sinistro, oppure Puffo Vanitoso, quello con il fiore in testa e lo specchio). Il personaggio, comunque, è il meno importante tra i protagonisti perciò la sua presenza è da considerarsi davvero ‘marginale’.

In merito al rapporto spazio-tempo, invece, si fa riferimento al modo in cui i puffi riescono a trovare l’incantesimo che li riporterà a casa: esso è scritto su un libro che illustra come è nato il fumetto ‘Smurfs’ (‘Puffo’ in inglese). Supponendo che i due universi esposti nella storia coesistano, è naturale che uno non dovrebbe essere a conoscenza dell’altro. Invece, nel mondo reale, i puffi sono conosciuti come delle figure mitologiche ‘portafortuna’ ideate dalla mente dell’artista Peyo. Ciò lascia un pò perplessi poichè, in un certo senso, se queste creature sono così famose e, per l’appunto, sussistono su di loro dei fumetti, come mai i protagonisti umani della vicenda non ne sono a conoscenza? Questo punto dovrebbe essere rivisto meglio dal regista il quale, per la sequenza prima esposta, ha cercato di approssimare una spiegazione stile ‘deus ex machina’.

Una confutazione alla tesi di ‘ottima trasposizione cinematografica’ di un fumetto può essere indirizzata in merito al Puffo Brontolone, il quale è l’unico che ha subito un cambiamento netto rispetto ai parametri conosciuti. Non solo è diverso il doppiatore (Riccardo Rossi rispetto a Giuppy Izzo), ma lo è anche il suo modo di parlare: non dice soltanto la classica battuta «Io odio...», ma oltre a ciò il personaggio viene trattato come un protagonista effettivo donandogli un insieme indefinito di battute oltre al suo ‘segno di riconoscimento vocale’. C’è da considerare che inserire un personaggio che avesse, nel suo repertorio, soltanto una battuta sarebbe stato rischioso, perciò nulla vieta di ri-modellarlo (in funzione di un ruolo da protagonista) purchè mantenga ciò che lo spettatore si attende da esso.

In conclusione: molte, al giorno d’oggi, sono le trasposizioni cinematografiche prese dai fumetti e di sicuro I Puffi non è il film migliore del 2011, ma è certamente il più inerente, pur essendo stato de-contestualizzato, alla sua sorgente. Da ciò nasce il nostro entusiasmo per questa pellicola.

Pubblicato in: 
GN70 Anno III 10 ottobre 2011
Scheda
Titolo completo: 

I Puffi - Il film. Tit. orig.: The Smurfs
REGIA: Raja Gosnell
SCENEGGIATURA: J. David Stem, David N. Weiss
ATTORI: Neil Patrick Harris, Jayma Mays, Sofia Vergara, Hank Azaria, Anton Yelchin, George Lopez, Katy Perry, Alan Cumming, Paul Reubens, Fred Armisen, Jonathan Winters, Gianni Musy, Marco Guadagno, Fiamma Izzo D’Amico, Simone Mori, Fabrizio Mazzotta, Riccardo Rossi
FOTOGRAFIA: Phil Meheux
MONTAGGIO: Sabrina Plisco
MUSICHE: Heitor Pereira
PRODUZIONE: Columbia Pictures, Kerner Entertainment Company, Sony Pictures Animation
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Pictures Italia
PAESE: Belgio, USA 2011
GENERE: Animazione, Fantasy, Family
DURATA: 103 Min
FORMATO: Colore 1.85 : 1 - 3D