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Quando lei era buona. Il femminile visto da Philip Roth
Le narrazioni di Philip Roth, uno dei grandi autori e scrittori del nostro tempo, sono sempre molto profonde e coinvolgenti. Leggendo i suoi libri, si ha la possibilità di capire aspetti essenziali sia della condizione umana sia della storia politica degli Stati Uniti. L’editore Einaudi ripropone in libreria, con una nuova accurata e esemplare traduzione, un libro dello scrittore americano, pubblicato nel lontano 1967, con un nuovo titolo: Quando lei era buona.
La narrazione, che assume fin dall’inizio uno sviluppo tragico, è basata sulle vicende che riguardano tre generazioni di una famiglia della provincia americana. L’aspetto che colpisce il lettore, nel libro, è dato dalla circostanza che già nel primo capitolo sono delineati e spiegati le situazioni che verranno rappresentate nel romanzo.
Infatti Willard, il nonno di Lucy Nelson, protagonista assoluta di questo libro, si reca al cimitero per visitare il sepolcro dei suoi familiari, la cui vita è stata spezzata ed interrotta tragicamente dalla morte.
Il libro racconta una tragedia familiare e l’infelicità esistenziale di una giovane donna, Lucy Nelson. Lucy Nelson cresce nella casa dei suoi nonni, poiché il padre Whitey è un uomo dedito al vizio dell’alcol ed incapace di assumersi le sue responsabilità.
Lucy, pur essendo amata dai suoi nonni e da sua madre Mery, a causa della condotta disonorevole e riprovevole del padre, che spesso finisce in galera, prova una sofferenza interiore, che ne segna la esistenza tragicamente fin dal periodo dell'infanzia e dell'adolescenza.
Nei momenti di sconforto, per dare un senso alla situazione familiare difficile e assai dolorosa, Lucy matura la decisione di frequentare, in compagnia di una sua amica, la Chiesa cattolica, pur essendo luterana per ragioni familiari.
Proprio nella chiesa cattolica incontra un prete, che la invita a meditare sulle pagine di un grande libro intitolato Storia di un’anima, di cui è autrice Santa Teresa di Lisieux. Leggendo questo libro, Lucy prova conforto e consolazione.
Tuttavia, presto, si accorge che molte visioni della santa, a proposito della necessità di sopportare con pazienza il dolore e la sofferenza in attesa dell’altra vita, non coincidono con le sue idee e convinzioni filosofiche.
Divenuta grande ed oramai adulta, mentre si prepara ad affrontare il periodo della formazione universitaria, Lucy, dopo che il padre ha tenuto la solita condotta riprovevole, decide di cacciarlo in modo violento e brusco dalla casa dei suoi nonni, dove ha sempre vissuto.
Da questo momento per Lucy il padre non esisterà più. La narrazione è sorprendente e molto bella, poiché le vicende di Lucy e della sua famiglia, infelice e priva di serenità, vengono descritte sullo sfondo del secondo dopoguerra negli USA, al tempo della presidenza di Truman e di Eisenhower, quando ebbe inizio la politica imperiale perseguita dagli americani.
Lucy incontra un giovane americano, che vive come lei a Liberty Center, e se ne innamora. Roy, questo il nome del giovane, reduce dalla seconda guerra mondiale combattuta sulle isole Aleutine, è appassionato di fotografia e studia per diventare fotografo professionista.
Tra i tanti personaggi che il lettore incontrerà nella narrazione, sempre delineati con grande profondità da Roth, grazie alla sua scrittura analitica ed introspettiva, Julian, lo zio di Roy, è indimenticabile.
Infatti Julian è un personaggio che esalta il capitalismo americano, parla con disprezzo del socialismo attuato nei paesi scandinavi, aborre il comunismo come ideale, ed, essendo un imprenditore ricco e privilegiato, crede esclusivamente nel valore della intrapresa ed iniziativa privata. A questo proposito, Roy, in un dialogo meraviglioso con Lucy, osserva come le idee dello zio siano inostenibili, poiché negli USA vi sono molti disoccupati, lo stato sociale non esiste e i poveri non godono di alcun forma di protezione sociale.
Questo di Julian, inoltre, è un personaggio grandioso, poiché essendo fedifrago e tradendo sistematicamente la moglie, simboleggia metaforicamente l'ipocrisia della società puritana americana.
Nel libro è importante considerare un passo, nel quale Lucy, studentessa di letteratura, commenta ed interpreta una poesia celeberrima di Percy Bysshe Shelley intitolata Ozymandias, nella quale viene mostrata la vanità dei desideri umani e spiegato il fatto tragico che ogni cosa umana è destinata al naufragio.
Essendo rimasta incinta, Lucy, nella speranza di potere avere una famiglia felice e serena, decide di sposare Roy. Purtroppo, ben presto, Lucy scopre che il marito non è in grado di assolvere con responsabilità i suoi doveri, essendo immaturo e incostante. Questo fatto provocherà una catastrofe familiare.
Nella parte finale del libro, viene poeticamente raccontato un sogno rivelatore di Lucy, durante il quale lei immagina di avere un dialogo filosofico e metafisico con il prete cattolico. A padre Darmosch Lucy, nel sogno, oniricamente chiede per quale motivo, se vi è un Dio che ha creato ogni cosa, il mondo sia imperfetto ed ingiusto.
Il padre risponde che l'imperfezione del mondo è dovuta alla presenza del male. Questo libro di Roth, che senza esitazione può essere considerato una tragedia moderna, che richiama il pensiero tragico dei Greci, è un vero capolavoro. Il lettore difficilmente potrà dimenticarlo.