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Robin Hood, un'opera contemporanea al Petruzzelli
Optare sempre per titoli sicuri e portatori di gran pubblico non è la costante filosofia della Fondazione Teatro Petruzzelli che ha in programma il 20 (2 rappresentazioni) e 21 maggio prossimi, per il programma “Opera Ragazzi 2023”, il Robin Hood del noto compositore, musicologo e conduttore radiofonico Michele Dall’Ongaro, di cui stiliamo comunque una breve biografia – anche se per gli addetti ai lavori non ha bisogno di presentazione.
Nato a Roma nel 1957, dopo gli studi al Conservatorio di Roma Santa Cecilia, Michele Dall'Ongaro si specializza in composizione sotto la guida di Aldo Clementi. Nel 1978 è tra i fondatori dell'associazione Spettro Sonoro, una delle prime dedita alla diffusione, produzione ed esecuzione della musica contemporanea. In campo audiovisivo ha collaborato con Claudio e Daniele Abbado, Giorgio Pressburger, Gianni Rodari, Lele Luzzati, Stefano Benni. Ha anche composto musiche di scena per Luca Ronconi. Autore, insieme a Michele Serra, di due opere radiofoniche (Jekyll e Il Sig. Carmine ed altri animali), compone anche musica sinfonica, da camera ed elettronica, e ha fatto eseguire le sue opere, tra gli altri, da Irvine Arditti, Luisa Castellani, Pierre-Yves Artaud, Ensemble Court Circuit, Eugenio Colombo, Giuseppe Scotese, Ciro Scarponi, Augusto Vismara, Stefano Cardi, Ex-novo Ensemble, Massimo Dapporto. Dal 1993 al 1999 dall'Ongaro è stato consigliere musicale della Fondazione RomaEuropa e dal 1996 al 1999 è stato presidente della Nuova Consonanza. Nel 1999 è stato nominato Curatore delle Attività Permanenti della Biennale di Venezia e dal 2000 direttore musicale di RAI-Radio3.
Ma veniamo al nostro Robin Hood barese su sua composizione e libretto di Vincenzo De Vivo. La regia è affidata a Marcel Sijm mentre l’orchestra del Teatro sarà diretta dal Maestro parmense Pietro Mianiti.
«Robin Hood è un’opera che si apre a qualunque parte giovane che ognuno di noi abbia dentro di sé. Io l’ho scritta – spiega Dall’Ongaro – pensando soprattutto a divertirmi, ed a riflettere su quello che avrebbe potuto divertire gli altri. Sarà esattamente come lo immaginiamo noi. La musica molto allegra, orecchiabile, dinamica, per una vicenda che si avvarrà di molte sorprese pensare dalla regia».
In un villaggio vicino a Nottingham si festeggia la primavera. L’allegria dei paesani è interrotta dallo Sceriffo che annuncia nuove tasse e ordina l’arresto di Fra’ Tuck, un monaco deciso a difendere il popolo. Robin e i suoi tre compagni, che si sono furbamente travestiti da mendicanti, affrontano i soldati e liberano Tuck, costringendo lo Sceriffo alla fuga e invitando tutta la popolazione a seguirlo nella foresta di Sherwood.
Intanto, nel castello di Nottingham, Lady Marian è triste perché Robin, di cui è innamorata, è lontano. Purtroppo lo Sceriffo è vicino: egli piomba negli appartamenti della nobile dama con una lettera in cui il Principe Giovanni ordina il matrimonio tra lui e Marian. Ma un messaggio, arrivato con una freccia, salva la fanciulla dalla disperazione: Robin verrà a rapirla e portarla con sé nella foresta.
La felicità dei due giovani però non dura molto: durante la notte di San Giovanni, mentre Robin e Marian si giurano amore, i soldati dello Sceriffo tendono un’imboscata e catturano i tre compagni dell’arciere.
Portati a Nottingham, i tre sono condannati a morte e salgono sul patibolo per essere impiccati. L’arrivo di un vecchio eremita interrompe l’esecuzione, perché costui chiede di confessare i condannati. Lo Sceriffo acconsente. L’eremita è Robin travestito, che riesce a slegare i suoi compagni e insieme a loro affronta i soldati, aiutato dal popolo che si rivolta contro lo Sceriffo. Nel pieno della battaglia, una tromba annuncia l’arrivo di Re Riccardo. A lui Robin racconta le prepotenze dello Sceriffo e del Principe Giovanni, ottenendo per sé e per il popolo perdono e libertà. Non solo: anche la restituzione di quanto Sceriffo e Principe avevano rubato alla loro gente. Così vivranno tutti felici e contenti.