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Romaeuropa all'Opera. La danza delle sfere di Cunningham
La 39° edizione del Romaeuropa Festival, che durerà fino al 17 novembre prossimo con 100 spettacoli, ha aperto la sua stagione al Teatro dell'Opera di Roma. In due serate, quelle del 4 e 5 settembre, abbiamo potuto assistere allo spettacolo inaugurale del Ballet de l’Opéra de Lyon con le coreografie di Merce Cunningham e Christos Papadopoulos.
Il primo spettacolo della serie di due che apre Romaeuropa si chiama Biped, ed è uno spettacolo fantasmatico e poliedrico che Merce Cunningham (1919-2009) con la sua compagnia di danza ideò nel 1999, 25 anni orsono. Adopero l'aggettivo fantasmatico poichè è stato un precursore di quello che è stato poi lo sviluppo del digitale, del motion picture, sia nei film, sia nei palcoscenici di tutto il mondo proprio con Biped.
Nella versione che abbiamo visto al Teatro dell'Opera di Roma, gli artisti digitali Paul Kaiser e Shelley Eshkar hanno adoperato il software DanceForms (che proviene da LifeForms di Merce Cunningham) e utilizzato un sistema di sensori per il motion capture e telecamere a raggi infrarossi, proiettando sul palco in immagini digitali settanta frasi coreografiche. L'effetto è quasi trascendentale: i ballerini del Ballet de L’Opéra de Lyon si tramutano in morbidi angeli, o piroettano nell'etere, in una danza ipnotica e surreale.
L'apparato delle luci, governato con cura da Aaron Copp, disegna una rete di righe colorate verticali che mano mano diventano piu' solide, si "amplificano", in simbiosi sonora con la musica dal vivo di Gavin Bryars col suo ensemble. Le reti cromatiche, stese sul buio del palcoscenico, si districano tra il morbido danzare dei ballerini, che formano duetti, tris, gruppi che si muovono flessuosamente come se interpretassero una visione alchemica del mondo; le loro azioni si tramutano in un librarsi radioso tra i colori di altri ballerini in proiezioni coreografiche. Una danza delle sfere, altamente spirituale, si insinua insieme con gli accordi sottili di Gavin Bryars ed il suo ensemble. Il minimalismo musicale di Philip Glass e Max Richter, una porzione del Silentium di Arvo Pärt sembra accordarsi con l'armonia cinetica dei ballerini nello spazio. La musica di Bryars è di un'elevazione tale da sostenere quelle stesse sfere eburnee che, colpite da forzed immaginarie, si agitano verso l'alto o si riuniscono, fondendosi, verso il basso.
I voiles dei costumi di Suzanne Gallo, quanto la loro iridescenza, reduplicano le forme dei colori mutanti, in un cromatico viaggio verso le punte estreme dello spirito.
Gavin Bryars, che collaborò con Merce Cunningham dopo la morte di John Cage nel 1992, - che era il principale collaboratore e compagno di vita del coreografo -, rende omaggio a Merce, che viene pronunciato come "mercy" (misericordia in inglese). Con questo volo ipnotico si traducono gli spettatori aldilà del mondo percepito come reale, e mi è balzata alla mente il salterello degli attori sulla collina di Bergman ne Il settimo sigillo (1957), ed è evidente che Merce Cunningham è andato al di là di quella collina col suo spirito in danza.
Siamo felici quindi che la coreografia di Biped sia entrata a far parte del repertorio del Ballet de L’Opéra de Lyon proprio lo scorso 16 aprile, in occasione dell’anniversario della nascita del coreografo, e che Cédric Andrieux, direttore del Ballet de L’Opéra de Lyon, abbia fatto parte dal 1999 al 2007 proprio della Merce Cunningham Dance Company.
La seconda coreografia presentata è dell'anno scorso, si intitola al regno dei funghi, Mycelium, ed è a firma del coreografo greco Christos Papadopoulos sul tappeto sonoro di Coti K. Si inizia con due ballerini sul palcoscenico quasi totalmente al buio, una danzatrice ed un danzatore che lentamente emergono dall'intrico ipnotico e à loop della mise acustica: vengono raggiunti da altri, poi da frotte di ballerini che si collegano e si scindono, formando un gruppo coeso, un'armata che si muove in tutte le direzioni del palcoscenico. L'effetto è di un soverchiamento dovuto ai movimenti di scissione e ricongiunzione quanto degli ostinati effetti sonori. Le onde magmatiche di energia, prodotte dai ballerini, erano un tutt'uno col muro sonoro, finchè, all'ascesa, è seguito il placarsi di questa tempesta paludosa e stagnante, come se finalmente i "miceli", rossi a punti bianchi, oppure marroncini di varie gradazioni, siano tornati al loro acquietato luogo di sonno.
Tutto esaurito per entrambe le recite e grande afflusso di pubblico di qualsiasi età. Gli applausi sono stati fortissimi di accoglienza per entrambe le performance: uno straordinario exploit all'Opera del Festival Romaeuropa 2024.