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Santa Cecilia. Per Ennio Morricone un fortunato doppio Otto
Il compositore Ennio Morricone per tre serate di seguito ha fatto risuonare la sala Santa Cecilia del Parco della Musica con le più suggestive colonne sonore di film da Il Buono, il Brutto, il Cattivo, fino al suo premio Oscar nel 2016 per la colonna sonora di The Hateful Eight di Quentin Tarantino, ad 88 anni da compiere il prossimo 10 novembre (è nato nel 1928 a Roma). L'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia è stata diretta da lui stesso mentre il Coro da Ciro Visco.
Diplomatosi proprio al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1954 in composizione, ma anche in tromba e musica da banda, cominciò a scrivere musica da film con Luciano Salce, per il Federale nel 1961, avendo sempre composto musica “assoluta” come scrive sul suo sito ufficiale, a cominciare da Il mattino nel 1946 per piano e voce ma possiamo ben dire che tutta la sua musica fu, prima di tutto scritta per non snaturare di fatto la sinfonica da cui era partito, ed arricchendo piuttosto in modo compositivo, dai contrappunti fino alla sperimentazione, come lui stesso afferma:
“La mia intenzione personale è di trasferire nella musica applicata la dignità musicale e compositiva che merita”.
Come vediamo dalla prima parte del concerto, inaugurata da un tema sottilissimo, ed estremamente raffinato da La leggenda del pianista sull'oceano (film di Tornatore e libro di Baricco, 1998), siamo colpiti poi dall'esplosione della Tarantella da Baharia, ancora dal film di Tornatore, che riecheggia quella di Allosanfan dei Taviani (1974), in virate incredibili che conducono alla meraviglia di Chi mai dal film di Jerzy Kawalerowicz del 1971, Maddalena. Lo xilofono e le trombe distillano il tema dal film allora censurato H2S di Roberto Faenza, che nel 1971 appoggiavano le frange della ribellione più dura a sinistra. A seguire ci rilassiamo con le note flautate di Metti una sera a cena (1969) di Patroni Griffi, in un romantica percorso a tre (non solo di note) ed un intrigante bossanova. Ancora Tornatore con Nuovo Cinema Paradiso nel 1988 apre il respiro dell'Orchestra che sulle note suadenti del tema rimembra la forte tradizione italiana, sempre presente e riconoscibile nel Maestro.
L'Omaggio a Mauro Bolognini con Per le antiche scale e L'eredità Ferramonti, melodicamente attorcigliati tra di loro, aprono il varco a Sergio Leone ed al suo west: Il Buono, il Brutto, il Cattivo, con L'estasi dell'oro ripresa da celebrità come Yo-Yo Ma nel suo tributo a Ennio Morricone. Magnifica prova del Coro di Santa Cecilia diretto da Ciro Visco insieme alla voce del soprano Susanna Rigacci – svedese naturalizzata italiana – che esegue splendidamente la sua parte. Ancora Leone con C'era una volta il West e Giù la testa, a concludere la prima parte con un'Orchestra di Santa Cecilia molto trascinante ed un pubblico febbricitante dall'emozione: la prima standing ovation con una sala gremita in platea come nelle gallerie.
Nella seconda parte del concerto le musiche dell'ultimo Oscar per The Hateful Eight con la regia di Quentin tarantino, rivelano il talento mai caduco di Morricone alla composizione: ho avuto la fortuna di vedere in anteprima il film nell'immenso studio di Cinecittà con degli amplificatori degni della musica di Morricone e questo primo tema, L'ultima diligenza per Red Rock, ascoltato dal vivo è ancora più emozionante. Tutto sul grave, con ben due fagotti, un controfagotto ed una tuba che rimbombano di tenebrosità inquietanti, evocano perfettamente la strana attesa dei personaggi, che aumentano via via fino a raggiungere il numero di otto, in uno sperduto rifugio sepolto dalla neve e dal freddo. Quanto la musica si fa più calda, tanto il clima diventa glaciale ed un Kurt Russell boia che conduce una prigioniera nel vivo del west del post pioneers, fa rabbrividire per l'indifferenza glaciale con cui la colpisce. L'esplosione fisica dei suoni è superbamente creata per sconcertare e rinfocolare ostinatamente la corsa della tensione, introducendo Bestiality, composto da Morricone per The Thing (1982) di John Carpenter – brano mai utilizzato poi nel film – contrappuntato ancora sui gravi e sugli ostinati. Un Oscar, quello a Morricone, dopo quello alla carriera del 2007, che era un tributo più che dovuto e non solo per Mission – che ascoltiamo poi – nel 1986 per il film di Roland Joffé, con la meraviglia del tema dell'oboe in primo piano con Gabriel's Oboe, il prete interpretato da Jeremy Irons, poi le cascate di Falls e Così in cielo così in terra. Per quanto riguarda invece Golden Globe, BAFTA, David di Donatello e Nastri d'Argento, ne ha fatto incetta fin dal primo Nastro del 1965 con Per un pugno di dollari.
I tre adagi, con il tema di Deborah in testa (da C'era una volta in America); Addio ai monti dal telefilm I promessi sposi di Salvatore Nocilla e Vatel ancora da Joffé, sulla storia vera di un cuoco suicidatosi al tempo dei festeggiamenti per il Re Sole, disgustato dalla corte e disulluso nel suo amore per una cortigiana, Anne de Montausier, anche lei realmente esistita.
La dolcissima colonna sonora di La tenda rossa del regista russo Mikheil Kalatozishvili del 1969, ha un corrispettivo molto attuale nel tema dell'SOS dal ridondante ostinato: racconta la storia del dirigibile Italia, che dà il nome all'ultimo programma di Michele Santoro di ritorno su RAI2 da mercoledì 5. La storia del dirigibile Italia, guidato dal generale Umberto Nobile nella spedizione polare fallimentare del 1928, accusato di essersi salvato per primo a danno degli altri superstiti, rimanda alla traballante situazione del nostro Paese, senza quella “tenda rossa” (in questo caso europea?) di allora, ovvero il rompighiaccio sovietico Krassin che aveva inaugurato la prima operazione di salvataggio internazionale al Polo Nord.
Al termine del concerto, ultimato con Mission, il primo bis chiamato dalla standing ovation, rinfuoca l'ardore di un pubblico entusiasta ed emozionato di fronte al tema Here's to you, Nicola and Bart – allora cantato da Joan Baez – dal film Sacco e Vanzetti (1971, di Giuliano Montaldo), sulla condanna ingiusta e mortale nel 1927 dei due anarchici italiani, riabilitati il 23 agosto del 1977, esattamente cinquant'anni dopo la loro esecuzione sulla sedia elettrica.
Il secondo bis è L'estasi dell'oro da Il Buono, il Brutto, il Cattivo, meraviglioso “uah uah” finale con tanto di voce della soprano Rigacci in perfetta forma quanto Orchestra e Coro dell'Accademia di Santa Cecilia per una performance speciale quanto il Maestro.