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Santa Cecilia. Il paradiso ritrovato di Haydn
A Santa Cecilia lo straordinario oratorio di Franz Joseph Haydn, la cui composizione iniziò nel 1795 protraendosi almeno per due anni: La Creazione, (Die Schöpfung, Hob. XXI) si divide in tre parti per orchestra, coro e tre voci soliste, la soprano Christiane Karg, Benjamin Bruns tenore, Günther Groissböck basso; Ciro Visco maestro del coro e sul podio il colombiano Andrés Orozco-Estrada. Tre i concerti nell'ambito del ciclo dedicato al Giubileo, dal 19 al 22 dicembre, che rientrano anche nelle manifestazioni natalizie per il Giubileo ed in collaborazione con Musica per Roma.
All'inizio fu il Caos: così inizia la splendida opera di Haydn (1732-1809), in gestazione per due anni al genio musicale che la diresse in esecuzione privata nello splendido Palazzo Schwarzenberg di Vienna, e con al clavicembalo Antonio Salieri il 30 aprile 1798, ma la storia della Creazione inizia a Londra, quando, nel periodo in cui ascoltava i famosi oratori di Händel, come il Messiah, ovvero il 1791 della sua prima visita, giunse in lui l'ispirazione a comporne uno che nel 1795 divenne un concreto libretto che ricevette dal suo impresario, Johann Peter Salomon, ed era proprio sulla Creazione. Era il 1795 della sua seconda visita a Londra e, ormai famoso per le sue London Symphonies, torna a Vienna per mostrarlo al Barone van Swieten, Prefetto della Libreria di Corte di Vienna e appassionato fialntropo musicale, che diventerà il librettista e sovvenzionerà la sua prima esecuzione pubblica il 19 marzo 1799 nel Burgtheater di Vienna.
L'oratorio divenne da subito un grande successo e fu replicato in tutti i teatri d'Europa: la sua caratura priva di eccessi drammatici e ricca di armoniche variazioni “mozartiane” (Mozart era nato a Salisburgo nel 1756 e morto prematuramente a Vienna nel 1791, influenzò tutti i musicisti della sua epoca), ed ancora di recitativi ed arie preziosissime, la cui leggerezza viene ben marcata dal bravo soprano bavarese Kristiane Karg nella parte di Gabriele e Eva; quanto la conoscenza del basso austriaco Günther Groissböck, - già ascoltato come Voce del Signore in Das Buch mit sieben Siegeln (Il Libro con Sette Sigilli) nel 2012 - conferma nei limpidi recitativi di Raphael (come nella parte di Adam) con cui apre l'oratorio in modo eccellente; ed anche il tenore tedesco Benjamin Bruns, come Uriel. Il Coro di Ciro Visco diffonde nel vento le parole della Creazione che, redatta da van Swieten, si basa sul testo inglese di un certo Lindley, tratto soprattutto dal Paradise Lost (Il Paradiso perduto, 1667) di John Milton, dalla Genesi e dal Libro dei Salmi.
La Creazione, che come dicevamo, si situa in una dimensione reverenziale e contemplativa rispetto ai fatti che racconta, ed è costruita secondo il modello händeliano, si divide in tre parti: le prime due sono dedicate alla creazione divina del mondo in sei giorni: gli aracangeli Raphael, Gabriel e Uriel la raccontano insieme al Coro e, dopo il terzo giorno (recitativo di Uriel, prima parte), con cui intonano i versi più algidamente celestiali di tutto il libretto, per parole, canto e suoni:
Stimmt an die Saiten, ergreift die Leier!
Lasst euren Lobgesang erschallen!
Frohlokket dem Herrn, dem mächtigen Gott!
Denn er hat Himmel und Erde bekieidet in herrlicher Pracht.
Accordate le arpe, prendete la lira!
Fate echeggiare il vostro giubilo!
Esaltate il Signore, e la sua Onnipotenza!
Perché egli ha rivestito il ciclo e la terra di meraviglie e splendore.
La terza parte è un’idilliaca contemplazione del Paradiso terrestre abitato da Adamo ed Eva non ancora toccati dal peccato: non viene infatti suggerita la caduta e la prima coppia del mondo viene presentata come armonicamente in sintonia con la natura. Un touche illuminista – l'epoca risplende in ogni forma di cultura e Haydn ne è grandemente influenzato e condivide molti pensieri derivanti da l'Énciclopédie ed i suoi autori - è poi il riferimento al libero arbitrio degli esseri umani che vivono nel mondo, lo governano e ne traggono gioia: “pieno di dignità e nobiltà, dotato di bellezza, forza e coraggio, lo sguardo al cielo, egli si erge, l'essere umano, il re della natura”, canta l'aria di Uriel quando Dio crea l'uomo.
In questo gioioso canto di grazia in cui svanisce il caos di fronte ai raggi sacri in cui l'ordine divino prevale, ascoltiamo una nondimeno sincronica Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta con estrema agevolezza dal giovane e brillante direttore colombiano Andrés Orozco-Estrada (1977), che ha debuttato nel 2004 nel Musikverein di Vienna ed è principale direttore ospite della London Symphony Orchestra nella stagione corrente.
La grande opera di Haydn è compiuta con altrettanto plauso del pubblico e la registrazione da parte di RAI5 (diretta il 21 dicembre e differita il 24) che l'ha messa a disposizione del pubblico tutto su piccolo schermo proprio nei giorni di Natale.