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Lo Schiaccianoci al Teatro Nazionale. Tra Tim Burton e la Fata Confetto
Al Teatro Nazionale Schiaccianoci di Pëtr Il’ic Čajkovski nella versione per due pianoforti di Francesco Sodini con Aleksej Baranovskij ed Elena Domasheva. Il balletto dal 15 al 31 dicembre 2009 festeggia il Natale in un’atmosfera ovattata e innevata con il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma ed i piccoli Allievi della Scuola di Danza.
Una cornice tutta natalizia con stelle e fiocchi di neve intorno al palco ed i piccoli ballerini della Scuola di Danza di Paola Iorio che però non inteneriscono di certo il perfido Drosselmeyer interpretato da un magnificamente maligno Manuel Paruccini, in un costume che lo accosta all’interpretazione di Johnny Depp di Sweeney Todd, uno dei più sanguinolenti film di Tim Burton, ovvero Sweeney Todd The Demon Barber of Fleet Street (Sweeney Todd il diabolico barbiere di Fleet Street, celebre musical di Sondheim del 1979). Quasi lo stesso costume e la stessa acconciatura con lunghi capelli neri e frezza bianca a sinistra, ha scelto Raimonda Gateani. Cera bianca sul viso, nero gessato per il vestito con oblunghe punte: un vero mago moderno che ha entusiasmato grandi e piccini.
Drosselmeyer è un vero demiurgo che guida i quattro giocattoli-automi della bambina, replicando un’altra favola nera di Hoffmann, autore di Schiaccianoci, ovvero L’uomo della sabbia (Der Sandmann, 1815) che diede vita ad un altro famoso balletto, Coppelia, su musiche di Délibes in cui viene costruita una bambola automatica scambiata per una fanciulla dal protagonista Fritz (da qui anche la nozione di “perturbante” di Freud oltre che dal racconto di Jensen). I quattro giocattoli regalo di Drosselmeyer sono Arlecchino, Colombina, il Soldatino e la Bambola interpretata da Flavia Stocchi, completamente calata nel personaggio. Particolarmente atroce la sua danza dopo che viene caricata e spinta da Drosselmeyer a camminare e ballare: il suo volto somiglia ad una di quelle bambole di porcellana antica che di notte potrebbero terrorizzare un bambino da qualche angoletto buio, e come insegnano tanti film dell’orrore come Candyman o La bambola che uccide, ed i nostri incubi, come quelli di Clara (Carlotta Ontesta), sono ridestati.
Molto tenero il Valzer dei Fiocchi di neve ed il consueto Valzer dei Fiori che acquista una struggente tragicità con le Allieve. La Danza Araba con Catia Passeri ed Elisabetta Intini raggiunge la stessa mestizia. Lo Schiaccianoci di Alessio Passquindici è rubicondo e vivace nella danza e nel carattere, come la sua zazzera rossa ed il suo bel costume rosso anch’esso, con i pantaloni bianchi profilati d’oro. La Principessa Pirlipat sarà salvata da lui e Clara scoprirà che, per fortuna, si è trattato di un sogno, topi e Regina dei topi (Elisabetta Intini) compresi. Il Principe Orzo e la Fata Confetto si elevano sulle punte tornite di Claudio Cocino e Chiara Almirante e sulla celesta introdotta dal compositore, fluttuano le note più diafane dell'intera composizxione (La Danza della Fata Confetto).
L’albero, capovolto per l’intera rappresentazione, - la scenografia è ancora della Gaetani che usa i simboli molto pervicacemente, dimostrando quanto questo balletto sia foriero di esegesi per scene e coreografie, qui ricostruite da Luc Bouy - , al termine del balletto tornerà diritto, un po’ come tutti i sogni ed incubi della bambina Clara, che si risolvono in un abbraccio dei genitori ed in una cascata di regali, Schiaccianoci tramutatosi nell’attraente figlio di Drosselmeyer in testa.
A proposito di balletto, Alberto Cervi ha pronto un libro completo (progettato col precedente CDA del Teatro dell’Opera) sulla storia del balletto all’Opera che ci auguriamo giunga presto nelle librerie come supporto per tutti, esperti e non, alla storia del balletto in Italia.