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Scuderie del Quirinale. La serena visione religiosa di Filippino Lippi
Alle Scuderie del Quirinale si è aperta la mostra Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del ‘400, a cura di Alessandro Cecchi, direttore della Galleria Palatina di Firenze e in co-produzione con 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE. L'esposizione aperta il 5 ottobre 2011 terminerà il 15 gennaio 2012.
Lo scopo, a nostro avviso perfettamente raggiunto, è di mettere in luce, con la prima grande mostra antologica, Filippino Lippi, un artista poco conosciuto dal grande pubblico in quanto la sua figura è offuscata dalla fama del padre, fra' Filippo Lippi, e da quella di Sandro Botticelli, suo maestro. L'esposizione, dedicata soprattutto alle sue opere, affiancate da alcune del più famoso Botticelli e di altri pittori della sua epoca, fa comprendere meglio la sua arte e il successo che riscosse in quell'epoca, testimoniato dalle numerose ed importanti commissioni ricevute come: il completamento degli affreschi della cappella Brancacci, iniziati da Masaccio e Masolino, e la commissione della cappella Strozzi, in Santa Maria Novella a Firenze, e quella della cappella Carafa, in Santa Maria sopra Minerva a Roma.
Filippino Lippi (Prato 1457 circa – Firenze 1504) è figlio di fra' Filippo Lippi (Firenze, 1406 -1469), celebre pittore e frate carmelitano, e della monaca Lucrezia Buti, ed ebbe come primo maestro il padre di cui è presente in mostra la Madonna col Bambino e Storie della vita di Sant’Anna. Nel 1469 morì a Spoleto il padre che lo affidò a fra' Diamante suo fidato collaboratore. Nel 1472 è documentata (il documento è presente alla mostra) la sua presenza nella bottega di Sandro Botticelli (Firenze 1445 – 1510) che, secondo la testimonianza del Vasari, era stato a bottega da fra' Filippo Lippi tra il 1460 e il 1467, anno della partenza del Lippi per Spoleto, dove gli era stata affidata la decorazione del coro della Cattedrale.
Queste brevi notizie fanno comprendere la vicinanza espressiva che unì all'inizio questi artisti e che mise poi nei secoli successivi in ombra Filippino, che invece in vita divenne più famoso e richiesto del Botticelli, fino alla prematura morte anteriore di sei anni a quella dell'amico Sandro. La mostra ripercorre le tappe dello sviluppo artistico di Filippino e confrontandolo con le opere di Botticelli mostra le profonde differenze nell'affrontare i medesimi soggetti come: l'Adorazione dei Magi e la Storia di Virginia presenti in mostra.
Tra le opere di Botticelli segnaliamo anche Mardocheo piange davanti alla porta del palazzo reale, detto “La Derelitta” di grande intensità drammatica proveniente dalla Galleria Pallavicini e non facilmente visibile nelle mostre. Le opere sono esposte seguendo un criterio cronologico che inizia con il padre fra' Filippo, per seguitare con le opere eseguite quando fu a bottega da Botticelli, per continuare con la sua attività in proprio e quando incontrò il favore del Magnifico Lorenzo, divenendo famoso e richiesto anche fuori Firenze. Interessante testimonianza, a questo proposito è la lettera visibile in mostra del Cardinale Oliviero Carafa all’Abate di Montescalari Gabriele Mazzinghi con elogi per Filippino raccomandato dal Magnifico del 1488, come premessa alla successiva commissione per il ciclo di affreschi della cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva.
Firenze con la corte di Lorenzo de Medici influenzata dal neoplatonismo di Marsilio Ficino e poi la predicazione di Savonarola (1452- 1498), furono l'ambiente in cui si sviluppò l'attività artistica di Filippino. La sua straordinaria abilità tecnica, il lussureggiante cromatismo, le linee fluenti e morbide, sono evidenti nei dipinti e nei disegni. In quest'ultimo caso, a nostro avviso, l'esposizione non è ottimale in quanto, essendo appesi al muro, l'illuminazione non è adatta per apprezzarli come meriterebbero.
Dalle opere esposte emana una serena visione della religione come nella Madonna in adorazione del Bambino, nella Madonna col Bambino “Madonna Strozzi” e nella Madonna col Bambino e Angeli “Tondo Corsini” (in foto), ed è anche evidente una grande cura per i particolari. La splendida Apparizione della Vergine a San Bernardo è un altro esempio di attenzione per i dettagli e di un'accurata precisione per i particolari anche grotteschi, come il diavolo e la civetta nascosti, che fanno capolino da un anfratto dietro S. Bernardo; una caratteristica che ricorda la pittura fiamminga.
La Santa Maria Maddalena evoca l'atmosfera determinata dalla predicazione di Savonarola e ricorda la scultura lignea della Maddalena di Donatello (Museo dell'Opera del Duomo di Firenze) con il gusto per il particolare ma senza la drammaticità e l'inquietudine che invece è presente nell'ultimo Botticelli. Sono esposti anche il Matrimonio mistico di Santa Caterina (Pala Casali) di Bologna e la Madonna tra i Santi Stefano e Giovanni Battista (Pala dell’Udienza) di Prato del 1503, una testimonianza interessante delle ultime opere prima della morte nel 1504.