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Sette di Silvia Bove. Le note chiare della certezza di sé
La plaquette Sette di Silvia Bove è uscita a febbraio del 2009 per i tipi di Signum (Roma) e appare da subito la sua potente richiesta di ascolto invertebrato, come se la fluidità, espressa in parole: “sono acqua senza argini/ e bambina feconda” (Non ridere, la prima delle sette poesie), possa straripare senza ostacoli e senza danni.
La sua raccolta precedente Immater-ialità (Graphisoft, Roma, 2007) è stata presentata da Vito Riviello, estimatore di Silvia Bove e poeta inverecondo nella sua autenticità, seguendo le tracce di Alda Merini, della stessa generazione e scomparsa da poco anche lei, lasciando un vuoto di versi.
Da Assoluti appare immediata l’incognita dei desideri come semina e raccolta “lavoriamo per arare la terra/di desideri e il solco/ è il segno relativo di una vita” (Offerta, la terza poesia): quasi a dire – nietzschianamente – che seppur il desiderio si mantenga puro e onesto la natura lo taccia di materialità, quasi a farne il suo scalpo. Il dono – offerta di sé – in Fame si muta, in un interscambio di valori e ruoli, mai appaganti e sempre infranti in una confusione che frappone un io ed un tu in eterno conflitto, imberbi e redenti solo nella luce.
Lei però, scenderà a patti, senza il buio: “Mi porto alla luce,/se non guerreggio,/(…)/ripongo lo scettro del buio” e coraggiosa si svela ontologicamente, “Rivelo il mio volto” (Luce, la sesta). C’è una costante nella poesia di Silvia Bove che non è soltanto la sfida – più presente nella raccolta Immater-ialità che qui – piuttosto una forte e pressante certezza di aver dissodato il terreno dei suoi versi per rendere il suo io più chiaro e indirizzato. L’ultima poesia, che chiosa la plaquette è Fiori, un inno alla certezza di sé: “Sono sbocciati fiori/(…)trasparenti al tatto/ sono il vetro chiaro di certezze”.
Una donna ed una poesia resisi indipendenti, da pigmalioni oppure amori, che sono sempre stati conversatori e ispiratori di un verso che trae la linfa vitale da sé, in un dialogo continuo e mirato su sette note, tutte incamminate su toni chiari e musicali.