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Il solista. Il dono e la ricompensa
Ci sono 90.000 senzatetto (homeless) nella calle di Los Angeles ed uno di questi si chiama Nathaniel Ayers – interpretato da Jamie Foxx - e suona il violino. Davanti alla statua di Beethoven incontra Steve Lopez - Robert Downey Jr., – che prova ad essergli amico. Il film, tratto dalla storia vera del giornalista del Los Angeles Time Steve Lopez, è diretto da Joe Wright, ed è una stretta al cuore.
Noi Los Angeles non ce la immaginiamo di certo come una lunga strada gonfia di immigrati di tutte le specie, gente di colore, senzatetto, un po’ sballati, un po’ drogati, e qui la vera droga si prende per disperazione, niente a che fare con la coca dei ricchi. Carrelli che volano da una parte all’altra, una casa su misura e trasportabile ovunque, ovvero ad ogni angolo di marciapiede, vicino ad un’entrata di un negozio chiuso che fa da nido per le ore più fredde, oppure direttamente nei cassonetti svuotati dai rifiuti. Questa la vita dei senzatetto in qualsiasi grande metropoli.
Nathaniel Ayers, dotatissimo suonatore di violoncello, decide di lasciare il suo appartamento, lasciare la Los Angeles Philarmonic e mettersi in strada per le sue voci. Non riconosciute o solo correlabili a volte con quella della sorella Jennifer di cui si vedono dei flashback, questi richiami dal di dentro, illogicamente lo affligono, impedendogli di concentrarsi e suonare. E non è un caso che gli succeda ogni volta che ha una “prova” particolare, come alla Los Angeles Philarmonic prima del concerto serale, oppure davanti ad una platea che il suo amico Steve Lopez ha messo insieme per il suo “ritorno” al violoncello.
Il giornalista Steve Lopez del Los Angeles Times ha infatti conosciuto e vissuto questa esperienza con Ayers nella realtà, - raccontandola in un libro ora pubblicato in Italia da Rizzoli, - dopo averlo per caso incontrato varie volte, deciso ad aiutarlo perché commosso dalla sua passione per la musica. Una violoncellista in pensione gli regala il perduto violoncello e Steve riesce a farlo rientrare in un appartamento e prendere lezioni da un noto direttore, che però a Nathaniel non piace per la sua ossessiva e predicatoria religiosità.
C’è una scritta che compare a più riprese in tutto il film: “The wages of sin is Death but the Gift of God is Eternal Life” ovvero “Il salario del peccato è la morte ma il dono di Dio è la vita eterna”, tratto dalla Bibbia, Paolo, Romani 6:23; cfr. 1 Corinzi 15:56. Questa scritta al neon si trova nella strada dove tutti questi emarginati stazionano, accanto alla sede della Lamp, un rifugio per senzatetto. Ecco la chiave di volta del film ben diretto da Joe Wright, come si vedrà anche dal panorama politico: la propaganda è molto facile in campagna elettorale, quanto le promesse. Ci si dovrebbe ricordare che se quella scritta è vera, e questo lo potremo provare solo da soli, qualcuno pagherà, e forse non saranno i solisti come Nathaniel per la strada, o i smaritani contemporanei come Steve Lopez, ma qualcun altro, qualcuno che già sta già riscuotendo la sua ricompensa in terra.