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Star Wars. Che la forza sia con Rey
Dopo dieci anni di latitanza, il ciclo epico inaugurato da George Lucas nel 1976 con Star Wars - Guerre stellari (Episodio IV della trilogia origjnale inventata e diretta da Lucas) - e di cui ha venduto i diritti alla Walt Disney che ha acquisito la Lucasfilms – si arricchisce di un nuovo sequel: Il risveglio della forza ed in 3D. Tornano i personaggi principali di Luke Skywalker, Leia Organa e Han Solo, oltre che al simpatico gigante Wooklee di nome Chewbe. Harrison Ford torna a guidare la Millennium Falcon ma con una nuova protagonista a dirigerla, la giovane attrice Daisy Ridley nella parte di Rey, di cui scopriremo il legame con il primo protagonista nella saga alla fine del film, in una scena particolarmente epica.
Star Wars torna al cinema dopo i vari prequel, portandoci ad una più che originale dimensione con protagonisti rinvenuti nel passato ed altri nuovi di zecca, come la protagonista Rey, che sembra una rivisitazione al femminile di Luke Skywalker completa di robottino roteante; e Finn, personaggio completamente inedito, che è impersonato dall'attore di colore John Boyega. Nondimeno notiamo Oscar Isaac nel ruolo di Poe Dameron, che ricalca quello ingenuo di Luke Skywalker all'inizio della saga, pilotando però un X-Wing contro gli Stormtroooper del Primo Ordine.
Naturalmente il ritorno di Harrison Ford nella parte storica di Han Solo è quella più ghiotta per i fan che non saranno scontentati dallo scoprire che è anche dotato di prole. Ed il ritrovare Luke Skywalker in una emblematica quanto coinvolgente e quasi mistica scena finale, è una piacevole riscoperta per chiunque e sembra quasi un tocco lieve di Tarkovskij con le dovute differenze (forse il regista Abrahms ricorderà Solaris e le sue isole...)
La ragazza Rey, eroina combattente e simpatica, è perfetta per la parte e le scenografie del pianeta Jucca riprendono quelle dove abbiamo trovato sia Luke Skywalker nella saga originale sia Ewan MacGregor nella parte di Obi-Wan Kenobi nei prequel diretti da Lucas.
Carrie Fisher come l'anziana Principessa Leia Organa ha un non so che di antico e fascinoso, fa riemergere subito alla mente gli eburnei palazzi della prima saga di Lucas; mentre dall'altra parte abbiamo il divertente Chewbe peloso e gigantico che risponde a grugniti – la sua lingua è conosciuta da Solo e da Rey – e che è un colpo al cuore rivedere nella riedizione del bar dello Mos Eisley dove di nuovo si incontrano paonazzi extraterrestri di tutti i tipi e fatture, una specie di comico e ufologico Freaks del futuro.
John Williams alle musiche originali con Gustavo Dudamel alla direzione nella parti iniziali e finali come alla supervisione, mentre William Ross dirigeva le altre, hanno presentato una firma sicura dal principio; mentre per la scena del bar la composizione è stata affidata a Lin-Manuel Miranda.