Supporta Gothic Network
Stradivarius. Paul Beier e il liuto barocco. Le delizie della testuggine
Delitiae Testudinis: un CD particolare, senza dubbio, a cominciare dal titolo che può incuriosire. Paul Beier, al liuto barocco, propone il secondo CD monografico Stradivarius, distribuito da Milano Dischi, dedicato alla serie di Suites per liuto di Esaias Reuner, importante autore del XVII secolo, intitolata appunto in questo modo citando il nome latino del liuto (testudo, perché derivante da una specie di lira costruita con il guscio di una testuggine.).
CD ben fatto, ottimamente registrato ed eseguito, ma inevitabilmente rivolto ai cultori ed esecutori, anche se può risultare senza dubbio utile per chi volesse scoprire ed in questo caso, grazie alla qualità del prodotto, apprezzare una letteratura ed una sonorità affascinante ed inconfondibile.
Il liuto è un “fossile” rinascimentale sopravvisuto nel passaggio allo stile ed allo strumentario barocco grazie all'utilizzo nella realizzazione del basso continuo. La praticità d'uso unita alla bellezza del timbro lo rendevano in certi casi indispensabile dato che esso riusciva a sostituire anche il clavicembalo, oppure, unendosi in varie modalità al cembalo stesso, alla viola da gamba/cello e al fagotto, contribuiva a creare un impasto timbrico particolare nella realizzazione del basso, sia nella musica da camera sia anche nel melodramma barocco.
Le “Suites” presenti in questo CD rappresentano poi un ulteriore esempio di una forma anch'essa recuperata ed utilizzata nel successivo periodo barocco, tipica forma nella quale si univano modi di danza, di andamento e stile differenti e di diversa origine geografica.
Paul Beier è musicista e didatta di grande esperienza ed instancabile esploratore del repertorio liutistico rinascimentale e barocco. Il suo contributo, concretizzato anche con un cospicuo numero di registrazioni, è pertanto prezioso.
L'esecuzione precisa e curata può trasportare l'ascoltatore meno esperto in un mondo musicale arcaico, nel quale il liutista di corte, così come faceva Reusner, sonorizzava con discrezione occasioni conviviali o di rappresentanza.
Un ascolto integrale, trattandosi di un CD monografico e monostrumentale, potrebbe far cadere la concentrazione e la dovuta attenzione per apprezzare la musica eseguita.
È un CD che va centellinato, come un buon vino da meditazione, cercando di identificare, in base al proprio gusto e sensibilità, quale traccia crea maggior suggestione all'ascolto. Per quanto mi riguarda, non volendo certo in questo modo voler influenzare o creare graduatorie di qualità o bellezza, mi piace citare la Sarabanda II della Suite n.1, così come le Sarabande delle Suites n.10 e 12, ma anche la rasserenante Gavotta della Suite n. 2, ed anche il “bonus pièce”, l'Allemanda della Suite n. 6.
Un CD discreto ed intimo, letteralmente parlando per quanto riguarda la sonorità, solo in apparenza anacronistico in questo nostro mondo rumoroso e urlante, ma forse simbolo di un desiderio di racchiudersi ed “ascoltare” sé stessi sentendo buona musica che scorre come il timbro soffuso di una voce amica.