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Teatro dell'Opera a Caracalla. Polvere di stelle per Figaro
Una kermesse di musical celebri, da Fred Astaire & Ginger Rogers ai bagni in piscina di Esther Williams, sono la cornice che rende quest'edizione a cura di Lorenzo Mariani per la regia coadiuvato da Luciano Cannito assistente e coreografo: una polvere di stelle che sommergerà alla fine il palcoscenico come una sfilata di star hollywoodiane che danno un tocco glamour a questa giocosa opera di Rossini. Sul podio Stefano Montanari a dirigere l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma e per Roberto Gabbiani come Maestro del Coro.
Gioachino Rossini ha scritto Il Barbiere di Siviglia, melodramma buffo in due atti in circa venti giorni: una velocità incredibile per 600 pagine di partitura che videro la luce il 6 febbraio 1816 ed il 20 già andavano in scena al Teatro Argentina di Roma.
L’opera buffa, che è stata accompagnata dal libretto del letterato Cesare Sterbini, è stata poi ripresa dalla commedia omonima di Beaumarchais. Una scelta questa piuttosto anomala, in quanto prima di allora Sterbini non aveva scritto che una cantata e Torvaldo e Dorliska, un rovinoso insuccesso. Alla prima all’Argentina l’opera fece fiasco ma, dalla seconda rappresentazione questa si affermò come il prototipo essenziale dell’opera buffa.
Rossini scrisse proprio a Roma - in Via dei Leutari - Il Barbiere di Siviglia che, vicino a Tancredi, L’Italiana in Algeri ed Il Turco in Italia, forma il corpus sostanziale del canone rossiniano. La trama racconta gli intrighi di Figaro per far sposare Rosina all’innamoratissimo Conte D’Almaviva e su questi stratagemmi si insinua tutto il virtuosismo canoro ed il ritmo musicale che intesse e motiva l’intera trama dell’opera.
La composizione scenica è molto hollywoodiana, e ritrae la scritta sulla famosa collina in caratteri cubitali, gli stessi dell'originale: una villa tipica accoglie il “regista” tutore Don Bartolo, ben interpretato da Omar Montanari, e la sua protegé, “l'attrice” tutta vestita di giallo come un canarino – ci viene subito in mente Titti -, Annalisa Stroppa, vitalissima per doti attoriali, ha un timbro di voce particolarmente scuro per il ruolo. Berta è la divertente Eleonora de la Peña, che corona il sogno di molti con uno strip à la “Material girl” tutto in rosso e nero, mentre prima si era presentata come una specie di segretaria factotutm di Don Bartolo. Simpatici Figaro, con la voce calibrata di Vito Priante ed il Basilio cantore à la Dean Martin di Mikhail Korobeinikov. Il ritmo era abbastanza sostenuto, come voleva l'opera ma forse l'Orchestra era un po' fiaccata dal caldo e dai cambi di temperatura susseguitisi uno dopo l'altro nella Capitale, nella media la direzione di Montanari.
Sicuramente, cosa che ha attratto notevolmente il pubblico straniero e soddisfatto i palati che conoscono il musical ma si sono appena avvicinati all'opera, la cifra del musical stile Zigfield Follies con gigantici mobili simbolici come il piano e la dormeuse, ha funzionato, ed in particolare ha sottolineato quel lato rossiniano appartenente a certi ritmi che anticipano danze come la bossanova od il charleston, perfettamente incastrate nei segmenti musicali centrali.