Supporta Gothic Network
Teatro dell'Opera di Roma. La pura Linda nell'età del jazz
Al Teatro dell'Opera di Roma, dopo più di un secolo, torna Linda di Chamounix dal 17 fino al 28 giugno: opera in tre atti di Gaetano Donizetti, su libretto di Gaetano Rossi. L'ultima volta al Costanzi è stata il 7 marzo 1913 con la direzione di Edoardo Vitale. In questa edizione, il cui allestimento è in coproduzione con il Gran Teatre del Liceu di Barcellona, che ama molto Donizetti – ricordo la Maria Stuarda del dicembre 2014 con Maurizio Benini sul podio e la regia di Patrice Caurier e Moshe Leiser –, la regia di Emilio Sagi e le scene di Daniel Bianco, i costumi di Pepa Ojanguren e le luci di Albert Faura. Maestro del Coro Roberto Gabbiani. Sul podio Riccardo Frizza e grande protagonista del repertorio di Donizetti, Jessica Pratt.
Il cast è favoloso per quest'opera che, dopo Jessica Pratt nel ruolo principale di Linda, vede la georgiana dai toni caldi Ketevan Kemoklidze nel ruolo dell'amico di Linda, il giovane Pierotto; Ismael Jordi nel ruolo dell'innamorato di Linda, Carlo, visconte di Sirval (Giulio Pelligra solo il 28 giugno; Roberto De Candia recita la parte di Antonio, il padre di Linda; Bruno De Simone invece in quello dell'odioso Marchese di Boisfleury che importuna la giovane per farla diventare sua amante. Tutto ruota intorno ad un matrimonio che “non s'ha da fare” per motivazioni di rango: Linda è innamorata di Carlo che crede solo un povero pittore, mentre lui è il Visconte di Sirval, proprietario dei terreni che lavorano i due contadini Maddalena e Antonio, madre e padre di Linda. Carlo purtroppo è promesso dalla madre ad una nobile, pur amando Linda e volendola sposare. Nel frattempo Linda è importunata dal perverso Marchese di Boisfleury che cerca di sedurla financo a Parigi dove sono stati mandati Linda e Pierotto sia per sfuggire alle attenzioni del marchese lei, sia per superare l'inverno di povertà del paesello di Chamounix. Appreso da Carlo che non la sposerà e che sta vivendo a Parigi come una mantenuta quale non è d'animo, semplice e pura com'è, e ripudiata dal padre che l'ha scoperta, Linda impazzirà e nessuno la troverà più. Per fortuna Donizetti ha pensato di sciogliere la tragedia dei primi due atti nel terzo e mutandola in melodramma semiserio in tre atti, che commuove nel profondo.
Le parti che ci sono più piaciute, dopo Jessica Pratt che ha dato fin dal primo atto in “Oh luce di quest'anima”, grande calore al personaggio – la ricordiamo in una brillante interpretazione di Lucia di Lammermoor proprio al Costanzi il marzo 2015 con Roberto Abbado sul podio ed il progetto a firma Luca Ronconi riportato sulle scene da Ugo Tessitore – sono state quelle della georgiana Ketevan Kemoklidze nel ruolo di Pierotto: magnifica sia, nell'atto primo, la romanza cui segue una ballata “Qui pria della partenza”, sia nel secondo con Linda nella casa del Prefetto, e nella Preghiera finale con gli altri “Compi, o ciel, la nostra spene”. Carlo era interpretato dal bel tenore spagnolo Ismael Jordi, dalla voce molto piacevole ed intenerita quando rivela il suo amore imperituro per Linda nel terzo atto a duetto col Prefetto (un po' scura la sua voce, quella di Christian Van Horn) "Tutta la valle - Ciel, che dite?".
Riccardo Frizza sul podio ha diretto con grande agio e trascinando il pubblico a parecchi applausi per tutta l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma. Ottima la regia di Emilio Sagi che ben si accordava con l'allestimento delle scene a firma Daniel Bianco era tutto su toni chiari che viravano sul panna e sul crema, ravvivate dall'entrata in scena di una decapottabile anni '30, l'età del jazz sembrava presente con qualche richiamo a Gatsby anche con una pelliccia improbabile per Carlo. Il terzo atto era forse il più brillante, con una scena di una festa di paese che segnava il ritorno di Linda all'amore e al rinsavimento. Grande favore del pubblico per un veramente gradevole spettacolo in tutti i suoi aspetti.