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U23D. Stelle rosse nel flusso sincronico di Buenos Aires
Il tour Vertigo che gli U2 hanno proposto al mondo tra 2005 e 2006 è l’ossatura video del primo film in 3D di una serie di loro concerti e supportato dal Media Partner National Geo Music, il canale musicale del National Geographic. La regia di Catherine Owens e Mark Pellington è coadiuvata nel 3D da un suono surround multicanale a prova di poltrone (vibrano, vi assicuro).
L’esperienza è magica, nonostante si scontri con il confronto live che, per gli estimatori, sarà di certo insuperabile. Il concerto da Buenos Aires però – da cui proviene gran parte del materiale girato e presentato – ha un che di avviluppante nell’ascolto e nella visione. Sarà la città dove il ballo e la musica la fanno da padrone e, come esperienza connaturata, di svago, senza dietro pensieri ipocritamente occidentali, sarà il clima festoso, il pubblico si muoveva come un’onda, tutto e, aldilà del 3D col quale appunto si rilevava maggiormente, era del tutto incredibile constatare si trattasse di un tale flusso sincronico.
La canzone di inizio, Vertigo, parte proprio con “Unos, dos, tres, catorce [1,2,3,14]” (sorvoliamo sul fatto che dovevano scrivere “uno”, poiché “unos” è plurale e “cuatro”, ovvero “quattro” e non “cuatorce”, “quattordici”) che apre l’album del 2004 How to Dismantle an Atomic Bomb. Si prosegue con New Year’s Day (da War, 1983) e Beautiful Day (All That You Can't Leave Behind, 2000). Dopo Sometimes you can’t make it on your own e Love and Peace (entrambe da How to Dismantle an Atomic Bomb, 2004), l’apice spetta a Sunday Bloody Sunday in cui rilucono le stelle rosse della Croce Rossa Internazionale sulla giacca di Bono come sulla camicia di Larry Mullen.
Una fascia con la stella di Davide, insieme alla croce cristiana, dipinge i caratteri della scritta COEXISTA (la stella di Davide si trova in luogo della X e la croce cristiana al posto della T): gli U2 non dimenticano le loro battaglie esplose con quel testo (Sunday Bloody Sunday dall’album War del 1982) che raccontava la strage di civili da parte dell’esercito inglese a Derry, in Irlanda del Nord il 30 gennaio 1972. Per comprendere meglio ciò che è successo, un film che racconta la genesi di quel massacro è Bloody Sunday di Paul Greeengrass del 2002: i civili furono tutti uccisi mentre manifestavano pacificamente. Un altro ancora sulla questione correlata dell’I.R.A. (Irish Republican Army), è invece In the name of the father di Jim Sheridan del 1993 con Daniel Day-Lewis ed Emma Thompson.
Bono Vox è fondatore inoltre della One International, un’associazione umanitaria che si occupa di cancellare il debito dei paesi più poveri ed aiutarli a combattere contro la povertà: in questi giorni ha inscenato una protesta sul sito della One International contro i tagli agli aiuti (e gli aiuti mancati ovvero le promesse non mantenute al G8) di Berlusconi, con il lancio parodico del Presidente del Consiglio fuori dal G8. Il giochino è in flash ed alla fine si può firmare la petizione alle altre nazioni del G8 per estromettere Berlusconi dal consesso di stati.
Non a caso durante il concerto (che offre altre perle come Miss Sarajevo, Bullet the Blue Sky, The Fly ed altre ancora), proietta la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo sia in inglese sia in spagnolo e termina con Yahweh, una ballata per la pace che guarda soprattutto a quei bambini che, nel mondo, non sembrano avere gli stessi diritti dei nostri in Occidente e che forse quella dichiarazione non la leggeranno mai.