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La verità secondo Maureen K. Un thriller politico contro le discriminazioni di genere
Il mondo della politica e della ricerca nel campo del nucleare, il ruolo determinante dei sindacati dei lavoratori in un paese come la Francia, il potere delle multinazionali e una personalità femminile di inusitata determinazione e non disponibile ad alcun compromesso. Sono gli ingredienti che rendono particolarmente interessante La verità secondo Maureen K., diretto dal regista Jean-Paul Salomé (Belfagor - Il fantasma del Louvre, La padrina - Parigi ha una nuova regina), e con un'innarivabile Isabelle Huppert nel ruolo della protagonista: la pellicola diventa però quasi un docu-film, che mescola abilmente impegno civile, thriller classico e riflessione indiretta sulla parità di genere.
Il film si ispira al libro di Caroline Michel-Aguirre La Syndicaliste (e nell'originale francese mantiene il titolo del libro, mentre nella versione inglese si intitola The Sitting Duck, ossia il "bersaglio facile") di cui il regista ha capito subito il potenziale cinematografico: per lui, il film e in genere la vicenda narrata doveva rientrare naturalmente nella tradizione dei grandi thriller paranoici a cui è particolarmente affezionato.
Isabelle Huppert interpreta il ruolo di Maureen Kearney, sindacalista della CFDT (Confédération française démocratique du travail, sindacato francese orientato a sinistra) e segretaria del comitato aziendale del gruppo europeo di Areva, multinazionale con base in Francia e leader nell'industria nucleare, è molto impegnata e apprezzata dai dipendenti. Ha mantenuto un buon rapporto di lavoro con la più alta dirigente dell'azienda, finché costei non viene sostitituita. In realtà, entrambe, benché a livelli diversi, vengono criticate per la loro presunta incompetenza, in un contesto in cui le donne vengono accusate di usurpare il loro posto in un mondo controllato dagli uomini.
Nel 2012, un'informatrice della potente EDF (Électricité de France S.A., la maggior azienda produttrice e distributrice di energia in Francia) racconta alla sindacalista di un accordo segreto tra EDF, Areva e l'operatore nucleare cinese CGNPC (acronimo inglese per China General Nuclear Power Group, la più importante società per lo sviluppo nucleare cinese), che avrebbe permesso il trasferimento di tecnologia nucleare e minacciato il futuro di Areva, dei suoi subappaltatori e dell'intera industria nucleare francese. Temendo gravi conseguenze sociali, l'autrice ha denunciato il progetto e si è trovata nella posizione di whistleblower: in francese lo chiamano lanceur d'alert, per indicare colui che, dopo aver constatato sistematiche irregolarità all’interno dell’organizzazione pubblica o privata per cui lavora, decide di denunciare l’illecito per il bene della collettività. Una specie di delazione virtuosa, per così dire, che in italiano viene talvolta resa con l'espressione "allertatore civico", e che è diventata una prassi resa celebre dal caso di Edward Joseph Snowden.
Maureen presto si scontra con il nuovo amministratore delegato di Areva, Luc Oursel, che ha partecipato a queste trattative segrete con intermediari commerciali. Insieme all'intero gruppo intersindacale di Areva, la sindacalista ha guidato l'opposizione all'accordo, allertando politici e media e ottenendo l'attenzione del ministro dell'Economia, Arnaud Montebourg. In assenza di azioni concrete in cambio, come ultima risorsa ha organizzato un incontro con il Presidente François Hollande il 17 dicembre 2012. Il giorno previsto per questo incontro, la donna è stata violentata in casa sua con il manico di un coltello e con un atto barbarico: una "A" sfregiata sul ventre. Legata a una sedia, imbavagliata e con un berretto in testa, è stata minacciata: "Questo è il tuo secondo avvertimento, non ce ne sarà un terzo”.
Secondo gli investigatori, i campioni di DNA prelevati dai luoghi dove si è svolto l'efferato "avvertimento" corrispondono a quelli dell'addetta alle pulizie e della relativa famiglia. Non vi sono tracce di telefonate che provino le minacce telefoniche che la sindacalista dichiara di aver ricevuto. Quasi come in una pochade classica, le parti si invertono: è la sindacalista che viene presa in custodia dalla polizia e accusata di aver denunciato un reato fittizio. L'investigare la minaccia, sostenendo pure che il marito avesse testimoniato contro di lei: sotto pressione Maureen, confessa di "aver inventato la sua aggressione", per poi ritrattare rapidamente la sua dichiarazione. Ma non riesce a ottenere un colloquio con il giudice istruttore sicché viene condannata in primo grado, dopo essere stata vilipesa e trattata da bugiarda e visionaria,
Sostenuta dal sindacato CFDT, cambia avvocato e presenta ricorso in appello. I suoi difensori, dopo aver rintracciato i tabulati telefonici, ottengono la prova che i campioni di DNA prelevati sulla scena del crimine non erano autentici. Dimostrarono anche che le sue impronte digitali, tutte della mano sinistra, non erano reperibili sulle corde con cui era legata, contrariamente alle affermazioni errate degli inquirenti. Era fisicamente impossibile per lei legare le corde, data la rottura del legamento della spalla destra, che stava curando da tempo, essendo destrimane.
Nel 2018, la Corte d'appello l'ha assolta, riconoscendo così l'errore giudiziario della sentenza precedente e le molteplici lacune nelle procedure investigative. Durante il periodo di ricostruzione, Maureen incontra una donna che era stata vittima di un'aggressione simile, avvenuta dopo che il marito aveva denunciato l'azienda in cui lavorava.
La storia agghiacciante di Maureen Kearney non solo fa luce su alcune zone d'ombra dei poteri forti,
ma è un dramma che si distingue per una sorta di occhio clinico su temi attuali e scottanti: ad esempio, il ruolo delle donne nelle sfere del potere, l'importanza data alle loro parole e la credenza che siano prevalentemente folli e manipolatrici. In realtà, Maureen Kearney non è una femme fatale: è invece una madre e una moglie come quelle che incontriamo tutti i giorni: ma diventerà però la donna che la virile vecchia guardia dell'industria francese, aggrappata ai suoi interessi e ai suoi intrallazzi, deve eliminare.
Essendo una donna rispettabile, dovrà subire l'onta di non essere creduta, di essere ridotta a persona insignificante, di dover sopportare calunnie sulla sua integrità, di essere ridotta alle tragedie che hanno segnato la sua vita, diventando ferite che i suoi nemici usano per screditarla, sia agli occhi dei suoi familiari, sia di fronte alla legge. Quella di Maureen Kearney è la storia di un’informatrice ma anche di una donna in un mondo di uomini non abituato a vedere le donne rischiare il tutto per tutto per attaccare chi è al vertice. Ma alla fine si tratta di un film fondamentalmente politico, un dramma sul funzionamento del potere e la sua inesorabile violenza, contro coloro che tentano di sovvertirlo, come ci insegnavano Machiavelli e Hobbes, Adorno e Horkheimer, Foucault e Agamben.