Verona Teatro Nuovo. La ricerca del colpevole

Articolo di: 
Alessandro Bravi
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La pièce Taking Sides (“Schierarsi”) elaborata dallo scrittore ebreo sudafricano, naturalizzato inglese, Ronald Harwood (Horwitz), sceneggiatore di film famosi, come Il servo di scena di Peter Yates (1983), o Il pianista di Roman Polanski  (2002), fino al recente Quartet di Dustin Hoffman (2012) è andata in scena con il titolo La torre d’avorio, al Teatro Nuovo di Verona, con l’en plein assicurato grazie alla popolarità di Luca Zingaretti. In Italia viene pubblicata con la traduzione del testo di Masolino D’Amico.

Siamo nella Berlino del 1946, in un’epoca di furoreggiante denazificazione, quando commissioni create ad hoc dalle potenze vincitrici cercano di stanare coloro che in qualche modo hanno collaborato, più o meno consapevolmente, con l’annientato regime. Ed ecco due uomini a confronto: da un lato il maggiore americano Steve Arnold, incaricato di condurre l’inchiesta, dall’altro niente meno che un celebre direttore d’orchestra, conosciuto in tutto il mondo, come Wilhelm Furtwängler.

Lo scontro è tra un cosiddetto vincitore, che ha dalla sua il potere e la forza, da una parte, e un aristocratico musicista tedesco dall'altra. Due uomini che parlano un linguaggio completamente diverso, in cui il pragmatismo americano, insensibile a qualunque richiamo artistico, si scontra con un uomo che è rimasto chiuso nella sua “torre d’avorio”, fatta di musica e di applausi.

Arnold vorrebbe incidere, piuttosto rozzamente, su questa specie di corazza dell’anziano musicista tedesco, ricorrendo ad un crescendo di furibonda azione inquisitoria, di sapore psicanalitico, cercando perfino di far emergere antiche rivalità, tra Furtwängler e l’austriaco Herbert von Karajan, conosciuto col soprannome di K. per le sue dichiarate simpatie naziste. Il tutto perché l’anziano maestro confessi anche lui di aver simpatizzato col regime di Hitler e dei sui scherani.

Il Maestro però si presenta e si considera immune da ogni compromesso, perché l’arte non deve mai mescolarsi con la politica. Anche se da questa, controbatte Arnold, lui ha ricevuto premi ed onori.

Fra allusioni, diari, lettere, pettegolezzi, compreso il drammatico riferimento alla Shoah, il maggiore americano vuole arrivare alla confessione di Furtwängler, senza riuscirci, perché nonostante la rabbia, e la cattiveria che mette in questa sua aggressione, capisce infine che l’anziano musicista non è colpevole, oppure non è coscientemente colpevole.  Lo lascia libero, ma si ripromette di diffamarlo attraverso un importante giornale americano, nonostante la “ribellione” del suo staff, ancora una volta incantato ad ascoltare un brano della Settima Sinfonia di Beethoven, diretta dal Maestro.

Luca Zingaretti veste i panni del maggiore Arnold. L’attore romano, divenuto celebre nel ruolo del commissario Salvo Montalbano, ha mantenuto queste caratteristiche, non solo, ma di volta in volta mi è sembrato di vedere in lui il Pupo, presentatore televisivo dei Pacchi serali, lo Yul Brinner del film AnastasiaLeonard Frey, nel film Festa per il compleanno del caro amico Harold di William Friedkin, quando vuole a tutti costi far confessare al povero ex compagno di scuola Alan un’omosessualità inesistente. E, naturalmente, del commissario Montalbano. Anzi, penso che la pièce vada vista proprio sotto quest’ottica e con il sottotitolo: "La ricerca a tutti i costi di un colpevole".

Distaccata e di grande presenza scenica la partecipazione di Massimo De Francovich, che ha dato vita e risalto ad un personaggio di per sé imponente e rarefatto com’è apparso Wilhem Furtwängler e che, sotto sotto, è riuscito a catturare la simpatia del pubblico, meglio del rozzo e violento maggiore Arnold.

Pubblicato in: 
GN11 Anno V 21 gennaio 2014
Scheda
Titolo completo: 

Verona - Teatro Nuovo

LA TORRE D’AVORIO
(TAKING SIDES) di Ronald Harwood)

regia di Luca Zingaretti

Luca Zingaretti                          maggiore Steve Arnold
Massimo De Francovich             maestro Wilehm Furtwängler
Caterina Gramaglia                Emmi Straube
Paolo Briguglia                    tenente David Wills  
Gianluigi Fogacci                Helmut Rode
Francesca Ciocchetti                Tamara Sachs

Traduzione di         Masolino D'Amico
scene di             André Benaim,
costumi di         Chiara Ferrantini,
luci di             Pasquale Mari

Produzione Zotococo
Dal 14 al 19 gennaio 2014