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Wide Classique Novità. Mozart Beethoven Quintetti d'Armonia
La Wide Classique pubblica fra le novità il cd dedicato ai due Quintetti per pianoforte e fiati in mi bemolle maggiore di Mozart e Beethoven: l'accostamento del Quintetto K452 all'Op. 16 di Beethoven, è dovuta all'innegabile influenza del quintetto mozartiano – unico nel suo canone musicale – sull'opera beethoveniana. L'esecuzione dal vivo nel Teatro Civico di La Spezia del gennaio 2011 è a cura di Piero Barbareschi al pianoforte, Luca Stocco, oboe, Michele Naglieri, clarinetto, Giovanni D’Aprile, corno e Massimo Data al fagotto.
Nella produzione del cd ha dato grande contributo la Colonna d'Armonia, associazione fondata da Piero Barbareschi nel 2006 che ha curato anche le note ai Quintetti, composti a 12 anni di distanza: il primo, mozartiano, nel 1784; mentre quello di Ludwig nel 1796, è stato suonato per la prima volta da lui stesso al pianoforte l'anno successivo alla composizione
Gli strumenti moderni adoperati nella registrazione del cd confermano come la volontà di Amadeus andasse ben oltre la necessità di comporre specificatamente per uno strumento, e con un determinato suono, piuttosto di farlo a prescindere da esso. In sostanza, afferma più laconicamente Barbareschi: “Il modus operandi di Mozart andava ben oltre le problematiche tecniche ed inoltre gli stessi strumenti devono essere adeguati allo spazio in cui viene veicolato il suono, per non farne disperdere l'effettiva diffusione”. Di pari passo Beethoven, è noto che divenne consapevole dei suoi problemi di sordità proprio durante il 1796, ciònonostante questi non modificarono le sue scelte d'organico, che invece tese a comprimere. Il quintetto non lesina il linguaggio esasperato già presente nelle opere giovanili come questa e si dbatte tuttora se questo handicap da cui fu colpito, si mutò piuttosto in un mezzo per udire qualcosa d'inascoltabile già evoluto dentro di sé.
I quattro movimenti del quintetto beethoveniano sono sicuramente cifra ripresa da Mozart, testimoniandone tutta l'insita armonia che trascende dall'uno all'altro ed in cui la statura continuativa delle tastiere e dei fiati in ognuno di essi, si fa intima e sottile rivoluzione musicale sui passi della tradizione di un approccio levigato e consapevole.