AES+F. Estetica della finzione

Articolo di: 
Alberto Balducci
AES+F - Last Riot 2

Il mondo virtuale, come un organismo uscito da una provetta, assurge a vita propria e matura a velocità sconosciute al pur frenetico mondo reale; crea le sue leggi, edifica le sue società. La rimozione della fisicità apre le porte all’eccesso mascherato da innocenza, nell’illusione che ciò che non può allungare una mano per ferirti non possa comunque raggiungerti in modi anche più subdoli.

Il nuovo organismo può così essere testimonianza di alcuni eccessi del padre, allorché in esso si manifestano con più netta chiarezza; può essere per lui una sorta di specchio.

Nel lavoro Last Riot 2, ad opera del collettivo russo AES+F, si può ammirare un’interessante rappresentazione dell’universo virtuale, concepito come un mondo giovane ma giunto al collasso, dove l’apocalisse viene da dentro di sé.

L’opera, presentata in anteprima nazionale all’interno del Lucca Digital Photo Fest 2008, consta di una serie di stampe digitali su tela, di grande formato: il mezzo espressivo prescelto è il collage digitale, scelta particolarmente adatta visto l’argomento della serie. Ciascuna stampa ritrae un gruppo di giovani (quando non proprio bambini) intenti ad uccidersi a vicenda con ogni tipo di armi, dalle armi bianche medievali ed orientali a ogni tipo di arma da fuoco; ritratti nelle posizioni più disparate e contorti in pose ora di minaccia ora di sottomissione, i giovani protagonisti delle opere inscenano una guerra globale che avvolge ogni angolo del pianeta.

La serie è suddivisa in stampe rettangolari di grande formato (i “panorami”), e in stampe circolari (i “tondi”). Tutte seguono criteri compositivi tradizionali, influenzati dall’arte rinascimentale, tanto che paiono delle pale d’altare. Vengono in mente la Deposizione di Raffaello per le stampe orizzontali, per la disposizione dei volumi e la commistione di pose differenti nello stesso ambito, e la Sacra Famiglia di Michelangelo (il "Tondo Doni"), per le stampe circolari. Anche i colori sgargianti riportano alla mente gli affreschi dei grandi Maestri. Le spinte dei corpi si equilibrano le une con le altre, e originano dal centro delle opere. Tutto contribuisce a creare una sensazione di sospensione dell’azione.

Abbiamo qui un gruppo di modelli che è stato accuratamente fotografato in studio in ogni posizione ed atteggiamento, successivamente ciascun individuo è stato ritagliato dal contesto fotografico e utilizzato come materiale grezzo per le composizioni. Non v’è nulla di vero in quello che vediamo. Gli sfondi sono riproduzioni del mondo reale generate con un software di disegno 3D, scimmiottando Notre Dame piuttosto che siti industriali o naturali. Le pose e le espressioni dovrebbero essere dinamiche sia nella fisicità che nelle sensazioni trasmesse, ma così non è. Ogni individuo è una maschera senza emozioni, gli atteggiamenti sono forzosi, le pose costruite da calendario patinato. Le luci delle foto originali sono studiate alla perfezione, e le istantanee sono formalmente ineccepibili, sia come dettagli catturati che come preparazione del soggetto ed esecuzione tecnica.

Ma questo non basta: la guerra è totale sì, ma è esattamente come un gioco online. Ogni traccia di sangue è accuratamente evitata, i corpi sono perfetti, tonici, freschi nel fiore della gioventù, non vi sono ferite né alcuno strappo o macchia sui pantaloni mimetici nuovi di zecca, o sugli indumenti marchiati D&G (come in panorama #1). Anche le capigliature sono impeccabili, nel vortice di queste azioni congelate.

Pare una guerra tra angeli: non c’è la minima connotazione sessuale dei soggetti, che si toccano a malapena. Non c’è polvere, sangue e sudore, né rumore assordante, stridore di metallo, disperazione e pianto nell’aria, non vi sono bandiere né ideali – tutto è lecito e altrettanto banale. La guerra è solo un gioco. Nella videoproiezione che completa la mostra, i soggetti sono animati in una sorta di danza ripetitiva, mentre le facce continuano a non provare alcunché. Non ci sono i movimenti improvvisi che cambiano la tua esistenza, l’umiliazione lacerante della tortura, il vuoto incolmabile dell’animo risucchiato nella notte più nera, non v’è l’ipocrisia dei grandi né il fetore dei deboli. V’è soltanto una falsità patinata e limata in ogni angolo, che viene venduta per realtà. Questo ciò che si coglie dall’esposizione.

Si prova rabbia di fronte a tanta falsa ingenuità, di fronte a cotanta negazione dell’evidenza quotidiana!

Anche qua, come in altre esposizioni di questa edizione del Lucca Digital Photo Fest (ad esempio The Saints Are Coming, di Matteo Basilé), non siamo più realmente di fronte alla fotografia come veniva intesa solo alcuni anni or sono. Ma specialmente in quest’opera, in questa “ultima sommossa”, si nota come il medium della fotografia digitale sia divenuto un grosso contenitore in grado di spaziare dalla manipolazione più estrema, al collage (resta inteso che non si tratta più del collage propugnato dai Dadaisti, poiché i collage digitali non hanno niente di “reale” nella loro materia prima, che può essere manipolata a piacimento), alla commistione con altri mezzi espressivi, senza perdere comunque la sua impronta originaria di fondo.

Possiamo dire, qui, di trovarci di fronte ad una foto, ad un collage, ad un dipinto su tela, ad un affresco? Ma ciò ha un’importanza solo formale, poiché, come abbiamo visto con questa rappresentazione della guerra, ciò che conta è il raggiungimento del proprio scopo espressivo. Se poi ciò apre le porte a una serie sterminata di produzioni che non sono altro che della insulsa «marmellata espressionista» (come commentò Vilmos Huszár riguardo al Bauhaus delle origini), tanto peggio, è un rischio che dobbiamo imparare ad affrontare e che i tempi portano con sé. Ma non è Last Riot 2 un esempio di questa possibilità.

Pubblicato in: 
GN3/ 3-17 dicembre 2008
Scheda
Autore: 
AES+F
Titolo completo: 

Last Riot 2

AES+F:
Tatiana Arzamasova, Lev Evzovitch, Evgeny Svyatsky + Vladimir Fridkes

Lucca Digital Photo Fest 2008
presso Museo Villa Guinigi, Lucca
Dal 15 Novembre all'8 Dicembre 2008

Anno: 
2007