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Civil War. Una reality war per la politica
Dato che stiamo tutti tranquilli e con nessuna idea che possa scoppiare la terza o la quarta guerra mondiale, magari divisa in due emisferi, orientale ed occidentale, con un'opzione per l'Intelligenza Artificiale, naturalmente esce un film dal tittolo assolutamente "sottaciuto", come dire, ma chi ci penserebbe mai allo scoppio di una Guerra Civile, Civil War, visto che siamo circondati dai focolai? Domanda retorica assolutamente.
Bando alle ciance: quella vista al cinema, di guerra, ci mostra, cme vuole la sinossi del film, un'America sull'orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, in cui un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare quel che succede. La verità? Non pervenuta. E' tutto molto intricato nel film, a parte alcuni sprazzi ed a parte le fucilate e le mitragliate.
Se una cosa è certa, per la protagonista, l'eccezionale Kirsten Dunst, è il rischio, dietro ogni angolo, sopratttutto se ci si incarica di scorrazzare una ragazzina inconsapevole e impreparata, nonchè anche cinica, sul proprio mezzo di trasporto e di lavoro, col proprio compagno di viaggio, altro giornalista e fotoreporter.
Alex Garland va dietro le apocalissi, e questa è una che ricorda da vicino la guerra di secessione americana: solo, attualizzata. Chiaramente controproducente per la scalata trumpiana al Palazzo del Potere targato USA, dove il 6 gennaio hanno "permesso" di entrare alla qualunque appollaiata sui balconi della Casa Bianca, pensando di far credere che non fosse l'ennesimo film girato in "reality show", Civil War piacerà tanto ai giocatori in prima persona di war games, poco ai giornalisti di guerra, che forse riconosceranno nella sequenza finale di gruppo con foto, un scatto famoso riveduto e corretto.
Della serie, chi gioca alla guerra, vera, poi muore.