Supporta Gothic Network
Controluna. Claudia Tifi, da una luce ctonia
Che strade percorrono i poeti? Sicuramente inseguendo qualche luna, così, una casa editrice con un titolo simile, per la nostra Claudia Tifi, fu giornalista, letterata, laureata, e si sentono le lettere classiche e vieppiu' moderne stillare dalle sue poetiche ramificazioni in versi, quindi Controluna, beh, è una casa editrice che non poteva che pubblicare Nè prima, nè mai, col sottotitolo significativo Poesie dal buio, prima silloge poetica monografica della Nostra.
Inizierò da una lirica da cui ho tratto due versi per una citazione: la poesia è Suoni, a pagina 71, che trasmetto sotto per intero:
Un brulicare di violini,
tramortite ombre,
incombe sui tramonti.
Odi barricare i destini,
tra trombe e racconti,
ore sbigottite e sgombre.
In queste righe, sei, vi è l'apocalisse: una forza ctonia, quella di Claudia, che si rivela dìun botto, come fra strepiti e grida, un film di Bergman gridato a voce alta. Uno sperduto posto delle fragole dove le trombe degli angeli veicolano spietatamente il combattimento, metaforico e fisico, interiore ed esteriore, di forze in contrasto, che si divincolano in un buio cartapesta.
Prima di Suoni, di fronte, vi è L'immutabile:
Tuona il tempo,
muto afferra l'orizzonte
e scaglia d'inferno
lo strale sul presente.
Di nuovo una profezia, dirompente quanto lo sono le parole scelte per la lirica: un Urizen blackiano si intravede, come nella poesia che dona il titolo alla raccolta: 23 maggio 1993, di cui voglio citare l'incipit:
Nè qui, né ora, né mai
requiem a chi alzò la posta
Mi fermo qui poiché, a mio avviso, nonostante quella sia la data della strage di Capaci, con l'assassinio del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, magistrato anche lei, degli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, non vi è un requiescat in pace per coloro che condannarono i giusti, coloro che, vili traditori, tradirono sé stessi, chi stava lavorando per la patria e per i cittadini italiani. Per loro non vi sarà mai pace: la giustizia divina ha nelle mani ben altra clava di quella bilancia creata dagli uomini.
Per Claudia Tifi la morale è congiunta alla politica ed al divino, e quel che non si ode strrepitare nelle onde del cuore sibilerà in quelle dello spirito, che fa un tutt'uno col coraggio, in Pasolini:
So il coraggio ora, è un vizio che non perdona.
Le onde del cuore, nella penna di Claudia, si imbizzariscono, ululano alla luna, quasi piena (cito a braccio i titoli che formano un percorso anche di ricerca, il wandering di un eroe romantico): da Ulula la luna:
Cresce come un sorriso la luna,
tonda e piena è degli amanti
Mi fermo sulla soglia della lirica, e la aggancio a Stelle:
Bisbigliare nel mare ombre alte
(...)
stelle toste al facile imbarco
e mille forme in fuga le altre
Ecco, una rincorsa tra luna e stelle, corpi celesti che infrangono le ombre e pullulano di scarti di luce, come una dinamica rotazione temporale, pullulando nell'universo come nuove meteore divinatorie. La poetica di Claudia Tifi raggiunge l'anima della luce, nel buio più ctonio, librandosi tra i lapilli di un vulcano, innestato su lune nascenti.