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Cronenberg. Cromosomi alterati
Un nome, quello di David Cronenberg, che aleggia oscuro di primo acchito. I suoi “cromosomi” sono di certo modificati, a cominciare da Scanners (1981), il film che, prima di La mosca, lo ha fatto conoscere agli amanti del genere.
La sequenza riproposta ovvero il fotogramma, l’esplosione del cranio della prima vittima, si ubica proprio all’inizio del film innescando un crescendo di tensione e conducendo lo spettatore ad un’attenzione continua e attiva. Il motivo della nascita degli scanners, esseri umani dotati di potenti facoltà telepatiche che possono governare gli altri tramite la propria mente, è genetica e indotta da una pillola fabbricata da una casa farmaceutica e proposta alle donne durante la gravidanza. Questo, il lato positivo. Il guaio è che gli scanners, a causa di questa facoltà hanno dei mal di testa fortissimi e la maggior parte sono squilibrati e tenuti sotto controllo presso una clinica della stessa casa farmaceutica sotto sedazione permanente.
Questi però non sono gli unici “cromosomi” alterati. Poco prima, in quello che considero il più disturbante dei film di Cronenberg, specialmente per una donna, The Brood, La Covata malefica (1979), gli esperimenti sono ancora una volta effettuati su una donna da un certo Dr Raglan (Oliver Reed) che fa nascere dei bambini mutanti e assetati di sangue. Il film inoltre, nella sua versione francese ha proprio il titolo di Chromosome 3 (il terzo più grande cromosoma umano).
Tutta la filmografia e quindi i suoi frames (non solo quelli in mostra) sono contraddistinti dalla mutazione prodotta dal rapporto tra corpo e mente umani ed i corpi estranei: dalle pillole che modificano il patrimonio genetico (Scaners, La mosca), alle alterazioni prodotte mentalmente (The Brood); o da incidenti che riattivano facoltà antiche come la preveggenza (La zona morta); alla perversità stessa della teconologia con Videodrome, Crash, Existenz.
Uno spazio a parte merita Spider, tratto dall’omonimo romanzo di Patrick McGrath e che, con tre dei suoi fotogrammi racconta altre storie. Il primo ritrae Ralph Fiennes (Davis), il protagonista, che cammina costeggiando un palazzo con tutte le finestre murate. Il secondo, una anziana signora attraversa la hall del ricovero di Davis. La terza un bagno con dell’acqua quasi rossa. Presenze che si formano con dei vuoti, come l’uomo di spalle dentro il gazebo ricoperto di neve.
Storie che fanno ombra, adombrano verità che è meglio non ascoltare, su cui è estremamente doloroso imperniare una narrazione, non soltanto cinematografica. Una strada che Ballard (Crash) e Burroughs (Il pasto nudo) hanno sempre seguito e da cui Cronenberg ha tratto ispirazione diretta. Frantumando ancora una volta una ragnatela di cristallo in cui il ragno dai cromosomi alterati si guarda allo specchio, cercando di distinguere i suoi stessi mutati tratti.
Tutti i film citati ed altri sono in programmazione nella rassegna dedicata a Cronenberg al Palaexpo fino al 7 novembre. Segue negli stessi spazi dal 18 novembre in poi e fino al 21 dicembre, una rassegna dedicata all’horror denominata “Incubi”. La rassegna inizierà col proiettare “Il gabinetto del Dottor Galigari” musicata dal vivo dal Gianni Music Trio.