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Europunk. La spilla sulle labbra della Regina
La mostra intitolata Europunk. La cultura visiva punk in Europa 1976-1980, a cura di Éric de Chassey, direttore dell’Accademia di Francia a Roma, realizzata con la collaborazione di Fabrice Stroun, curatore indipendente associato al MAMCO di Ginevra, da venerdì 21 gennaio fino al 20 marzo 2011 staziona nelle sale dell’Accademia di Francia di Villa Medici a Roma e non poche sono le sorprese.
La prima visita è alla sezione uno dedicata ai Sex Pistols di Johnny Rotten-Lydon (“rotten” come “marci” erano i suoi denti a suo dire: si è scelto da sé il suo nickname ed in effetti non hai mai brillato per avvenenza): l’apparato vestiario dal negozio di Malcolm MacLaren e Vivienne Westwood, intitolato Sex, nella allora non rinomata Carnaby Street. Sopra, il video dei Sex Pistols che sparano nelle orecchie (però a volume basso) il ritornello “I’m an Antichrist ‘cos I’m an Anarchist”, da Anarchy in the U.K., uno dei primi sovversivi successi che formarono il loro primo ed unico album, edito l’anno seguente all’uscita del singolo, nel 1977 infatti la EMI pubblicherà Never Mind the Bollocks. Here’s the Sex Pistols. Grandi manifesti fanno da sfondo al gruppaccio di Johnny Rotten e del redivivo Sid Vicious (nato nel 1957 - entrato nel gruppo nel ’77 e morto cinque mesi dopo la sua fidanzata Nancy Spungen all’Hotel Chelsea di New York (cfr. il film di Alex Cox del 1986, intitolato Sid e Nancy).
Fra i manifesti che tappezzarono Londra e i suoi sobborghi, ormai colmi di punk (che vuol dire più o meno teppista) con capelli dritti e teste colorate, la famosa copertina del singolo God save the Queen (che prende in giro il famoso inno nazionale del Regno Unito) di Jaimie Reid: il volto della regina con una spilla da balia sul labbro ha fatto il giro del mondo insieme alla canzone iconoclasta che afferma che lei “non è un essere umano”:
God save the Queen
She ain't no human being
There's no future bagel
In England's dreamingDio salvi la regina
Lei non è un essere umano
E non c’è una ciambellina futura*
Nel sogno dell’Inghilterra
*cfr. “Non hanno il pane? dategli i croissant” di Maria Antonietta.
Un giretto nell’apparato scenografico e fumettistico del gruppo dei Bazooka francesi, ci porta a scoprire questi sconosciuti (qui in Italia) inventori delle famose etichette Skydog: sono tutti proiettati sulla perversione esplicita, scatologica o no, in ogni caso senza limiti né di gusto né di fantasie eroticamente spesso inimmaginabili.
Lo scenario politico viene a stretto giro con il collettivo dei Crass contro Sex Pistols e soprattutto i Clash, che invece erano impegnati sul serio sul fronte dell’anticapitalismo con a capo Joe Strummer (1952-2002) – figlio di un ambasciatore tra l’altro -. I Crass sono noti per la loro estrema radicalità affidata visivamente a Gee Vaucher e collegati a loro sono anche il collettivo olandese Raket ed il gruppo Rondos, di cui si vedono esposte copertine di dischi in mezzo a quelle di Buzzcocks, U.K. Subs e similari. Certo è più che chiaro che il nome di New Wave aveva soltanto il significato di raggruppare la nuova ondata (appunto: wave) musicale, ma non era assimilabile al punk che ne era il genere di maggior rottura. Dal punto di vista visivo – su cui è orientata la nostra mostra - le fanzines si moltiplicavano con fotocopie e ciclostilati di Sniffin’Glue (si sniffava la colla per stordirsi: aveva un effetto semiallucinogeno).
Poi arriva una strana sezione che si intitola GAP (che in inglese significa spazio nel senso di vuoto mentre qui sta per Gruppi d'Azione Partigiana, che Feltrinelli capeggiava) e scopriamo che per gli organizzatori della mostra i giovani punk italiani non esistevano e che i ragazzi italici seguivano con fervore le Brigate Rosse, come se un gruppo terroristico fosse omologabile con un movimento di rottura e protesta sociale che ha sempre usato – non le P38 – piuttosto le chitarre ed i ciclostilati, insieme a vesti stracciate, catene al collo e borchie! Ma non è ancora finito lo stupore che, accanto alla spiegazione che presenta la sezione, osserviamo niente di meno che il modello del pilone elettrico dove è morto Giangiacomo Feltrinelli mentre metteva una bomba contro la Compagnia Elettrica Italiana. La perplessità si protrae: Feltrinelli viene omologato nella morte a Sid Vicious (morto per un overdose di eroina) perché entrambi "alla ricerca della loro linea guida" (testuali parole). Rimangono parecchie incongruenze alla luce di una storia molto più tragica socialmente – ed intendo il gruppo terroristico delle Brigate Rosse con la loro scia di sangue – e storicamente; confrontata con una tragedia individuale che funestò il punk qui e oltreoceano, rimanendo una vicenda unica nel suo genere e drammaticamente triste per l’aspetto umano che ne traspare, l’estrema fragilità di lui. Annotiamo che tutte queste informazioni provengono dal libro di Greil Markus, Tracce di rossetto. Percorsi segreti nella cultura del 900 dal Dada ai Sex-pistols (Milano, Leonardo 1991; Edizione originale: Greil Marcus, Lipstick Traces: A Secret History of the 20th Century, Harvard University Press, 1989).
A seguire un vasto agglomerato – un totale di 550 pezzi – provenienti anche dalle collezioni di molti privati come l’olandese Stempel Broodje (che abbiamo fotografato), di rarità e non, tra cui le copertine dei dischi dei Joy Division realizzate da Peter Saville, con cui chiudiamo virtualmente la mostra.
Annoto un'ottima iniziativa, quella di dare spazio non solo ai film sul punk ogni giovedì sera, ma di fornire un palco ai gruppi musicali esordienti durante le stesse serate (nella scheda sotto si trovano maggiori informazioni e a chi rivolgersi).