Giacinto Scelsi. Il rinnovato altrove del Sogno 101

Articolo di: 
Livia Bidoli
Il sogno 101

Nell’incantevole parterre del Museo Scelsi a Roma, martedì 15 giugno 2010 si è svolta una serata meditativa sulla musica di Giacinto Scelsi (1905-1988) e non solo: una prima europea con un poema musicato da Morton Feldman, tre canzoni di John Cage ed il Tyantra di Nicholas Isherwood, basso-baritono, che ha cantato tutti i brani.

Da poco è stato inoltre editato il libro di Giacinto Scelsi per Quodlibet, Il sogno 101, pubblicato ora sia per volontà dell’autore, che aveva chiesto che uscisse soltanto dieci o quindici anni dopo la sua scomparsa; sia per la raccolta e trascrizione di tutti i nastri e la cura particolare che richiedeva l’edizione a cura di Luciano De Martiniis e Alessandra Carlotta Pellegrini, con un saggio di Quirino Principe ed un omaggio poetico di Sylvano Bussotti. In quel libro autobiografico Scelsi narra dei suoi sogni che sono i suoi viaggi, della sua musica che parla dell’altrove e delle “molte aurore si accenderanno ancora” (dalle Upanishad, Il sogno 101, prima parte, p.385).

Ciò che si ascolta prima di tutto nella musica di Scelsi è il respiro: non solo quello della sua musica ma il proprio. Se non si fa silenzio dentro di sé in quella sala tappezzata di statue e quadri indiani dai profili deistici, non si riuscirà a seguire uno solo dei suoni emessi dalla sua musica. Ecco quindi che il titolo OM: Meditative Music, diventa intellegibile e l’orientale arredamento con il tavolino illuminato da candele e Nicholas Isherwood in abito indiano, è perfettamente calzante ed in accordo con l’estetica e l’essenza della musica di Scelsi.

La serata si apre con la presentazione di Nicola Sani, il Presidente della Fondazione Isabella Scelsi, che ci spiega l’accostamento tra i brani di Scelsi “and Friends”, indicandoci come il viaggio da occidente ad oriente di Scelsi, viene riprodotto nella scaletta musicale, metaforicamente ripercorso.

Le tre canzoni di John Cage aprono: A Flower, The Wonderful Widow of 18 Springs e The Year begins to ripe, inquietanti si confondono a tratti con il gelante stridire dei gabbiani, aleggianti sul Foro Romano dove conduce la terrazza di casa Scelsi. Della grande attesa di Aldo Brizzi (1982), trasforma l’ispirazione nietzschiana in una delicata forma canzone per dare inizio alla trilogia dei brani di Giacinto Scelsi, a cominciare dal perturbante Wo-ma (1960), tutto imperniato sui toni gravi. I Canti del Capricorno (venti canti per voce femminile, 1962-72), fra tutti rivelano una struttura portante particolarmente elaborata ed una genesi misterica: l’unica a cantarli era stata finora Michiko Hirayama al Ravenna Festival e la stessa tessitura, eccellentemente riprodotta da Isherwood, è di una finezza demoniaca. Probabilmente è anche per questo che, nella prefazione di Principe a Il sogno 101, vi è da parte sua un richiamo all’Art et Satanisme che Scelsi scrisse intorno al 1940: “l’arte è satanica per definizione, perché l’artista nel senso autentico della parola intende creare, sostituendosi a Dio.” (In Giacinto Scelsi, Les anges sont ailleurs…, texte et inédites recueilles et commentéspar Sharon Kanach, Actes Sud, Arlach, 2006, pp.219-230).

Il seguente trio di Scelsi 3 Latin Prayers (1970) è di tutt’altro spirito e si dispone nella piena tradizione cristiana delle litanie: Ave Maria, Pater Noster e Alleluja ricompongono si il viaggio della Chiesa da Bisanzio a Roma, da oriente a occidente, ma soprattutto riacquistano un allure celestiale che prima era stata radicalmente sconquassata dai Canti dedicati al suo segno zodiacale.

Il testo di Morton Feldman, Follow the Fairie Sunne (1962, traduzione mia) è tratto da una poesia di Thomas Campion (1567-1620), poeta rinascimentale, che riportiamo sotto:

Follow thy fair sun, unhappy shadow,
Though thou be black as night,
And she made all of light,
Yet follow thy fair sun, unhappy shadow.

Segui il bel sole, infelice ombra,
sebbene tu sia nera come la notte,
e lei sia tutta luce,
eppure segui il bel sole, infelice ombra.

La vocalizzazione è straordinariamente consona al testo seppure breve, e quello che udiamo poi, la cui fonte stessa è Isherwood, è il Tyantra per tanpura indiana: un testo per la gioia, la pace, l’amore, come canta accompagnandosi con una campana tibetana, un testo che il cantante ha scoperto nel deserto americano.

Pubblicato in: 
GN16 Anno II 18 giugno 2010
Scheda
Titolo completo: 

Martedì, 15 Giugno 2010  ore 21
Incontri al Museo Casa Scelsi

Nicholas Isherwood basso baritono
OM: Meditative Music
by Giacinto Scelsi and friends

Musiche di Scelsi, Cage, Feldman, Brizzi, Isherwood
Introduce Nicola Sani

Museo Casa Scelsi

Vedi anche: