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Il nuovo film del ritorno di William Friedkin (un film per tutti: L'esorcista del 1973), è cattivissimo: non fa sconti a nessuno e parte dal dramma teatrale premio Pulitzer di Tracy Letts, che ha curato la sceneggiatura. Un omicidio concordato con un sicario, Killer Joe interpretato dall'appena fuorisciuto dal non meno violente Le Belve di Oliver Stone. Comprimari saranno Emile Hirsch nella parte di Chris Smith, il “datore di lavoro” di Joe, e Dottie, impersonata da Juno Temple la sorella un po' tonta di Chris.

Regia insuperabile come al solit e attori tutti eccezionali in questa girandola ad alta tensione: inseguimenti, quasi nessuna sparatoria, e non diremo oltre, e tanti pestaggi di sana pianta come negli anni '70 rappresentati perfettamente in questa pellicola ambientata a Dallas, un posticino dove sesso, pistole, droga e ruvidezza d'antan la fanno da padrone. E si comincia subito: a Chris infatti servono dei soldi e lui tenta di convincere il padre Ansel – interpretato da Thomas Haden Chruch – a uccidere sua madre, ovvero l'ex-moglie di Ansel, per riscuotere la polizza in favore di Dottie di 50.000 dollari. La scena si svolge quasi per intero in uno di quesi sexy-bar con zoommate che ricordano la versione più “ditry” di Showgirls (molto patinato invece) da cui viene Gina Gershon, che qui interpreta Sharla, seconda moglie di Ansel.

Caleb Deschanel alla fotografia ritrae una spettrale periferia, con croci sulla strada e interni massacrati dal disordine oppure da un ordine simbolicamente significativo, come quello all'interno della camera di Dottie, piena di pupazzi come se fosse ancora una bambina, ed in qualche senso infatti ancora lo è. Ma non bisogna farsi ingannare: nulla nel film è abbastanza ipotizzabile quanto quello cui forse non credereste, e il crescendo di violenza intrappola in una regola che dice più o meno: “tutti sono colpevoli, non meno quelli che sembrano i più innocenti”. Le perversioni, i giochi violenti al rilancio sono materia prima e tutto ruota intorno a soldi e sesso a meno che non crediate alle “mutazioni” di percorso..