The Musical Box. Genesis Absolute Tribute

Articolo di: 
Teo Orlando
The Musical Box

A un anno di distanza dalla precedente esibizione, il gruppo The Musical Box, forse la migliore tribute band dei Genesis, è tornata ad esibirsi, il 30 ottobre 2015, nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Peculiarità di questi cinque musicisti canadesi (Denis Gagné, François Gagnon, Sébastien Lamothe, Guillaume Rivard e Marc Laflamme) è quella di riattualizzare, con un’accorta operazione di vintage retrieval, il repertorio e anche i costumi dei Genesis della Golden Age, in special modo quella con Peter Gabriel frontman, con qualche incursione nel periodo che va fino al 1977 e conclude la fase più propriamente progressive della leggendaria band inglese.

Il focus di questa tournée è costituito dall’album Selling England By the Pound, uscito nel 1973 e che forse costituisce la massima espressione degli stilemi prog a cui gli ascoltatori sono abituati. Nati nel 1993 con una formazione più volte ristrutturata, The Musical Box sono stati in grado di offrire agli spettatori una specie di viaggio a ritroso nel tempo, proiettandoli quasi per magia negli anni ’70 e offrendo loro la possibilità di riscoprire le ambientazioni e le scenografie dei primi Genesis: il tutto ottenuto grazie a un paziente lavoro di scavo e di ricerca che non esiterei a definire “filologico”, sulla base della comparazione di migliaia di foto, di diapositive originali e di video amatoriali dei concerti dei Genesis.

In taluni casi questo lavoro si è spinto fino al recupero degli strumenti musicali originali utilizzati dalla band. Tanto impegno è valso al quintetto canadese l’apprezzamento degli stessi ex membri dei Genesis, da Peter Gabriel, “molto colpito dalla qualità della produzione e dall'attenzione al dettaglio", a Steve Hackett e Phil Collins, che talora si sono uniti con The Musical Box suonando con loro sul palco.

Del resto, ormai la musica dei Genesis ha sempre più l’aspetto di qualcosa di classico, ma con una sostanziale differenza rispetto alla musicacólta” o “forte”, per riprendere un’espressione coniata dal musicologo Quirino Principe: mentre l'esecuzione di quest’ultima non è indissolubilmente legata ai compositori che l’hanno scritta, cosicché una partitura può essere reinterpretata anche dopo la morte del compositore (Vladimir Davidovich Ashkenazy o Roberto Prosseda possono benissimo interpretare in modo sublime Brahms o Schumann), per l’ibridazione di rock sinfonico e progressive della band inglese si può ripetere quanto ha detto Walter Benjamin dell’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica: la sua esistenza unica è legata al luogo in cui si trova. Ovviamente qui il termine luogo va inteso metaforicamente, come simbolo della compresenza dei brani musicali con i musicisti che li hanno composti e che coincidono con gli esecutori.

Pertanto, la sfida che hanno dovuto affrontare i The Musical Box è stata davvero improba: impedire che la fedeltà “filologica” agli originali si tramutasse in una sorta di brutta copia di quell'impossibile “unicità” o in abile esercizio di scuola. Certo, a nostro parere reinterpretare i brani del quintetto britannico implicherebbe un’operazione che vada ben al di là del concetto di cover: un’esecuzione originale implicherebbe quella che una volta Theodor W. Adorno ha paragonato a una fotografia a raggi X dell’opera, ossia a un’operazione che non si limiti a mostrare il mero scheletro del brano musicale per poi riprodurlo fedelmente, ma riesca a individuare la densità strutturale profonda della sua “armonia pura” per poi reinterpretarlo in modo originale.

Il quintetto canadese ha scelto invece un’altra strada: quella di rileggere con tanta fedeltà i brani dei Genesis, da renderli pressoché indistinguibili dagli originali da studio, piuttosto che da quelli eseguiti nei concerti. In fondo, non hanno fatto nient’altro che compiere quell’operazione che ha reso celebre Pierre Ménard, lo scrittore immaginario che nella novella di Borges si riproponeva di riscrivere il Don Quijote di Cervantes in modo così fedele all’originale spagnolo del XVII secolo da renderlo del tutto identico al testo del sommo autore della letteratura castigliana.

La band esordisce con “Watcher of the Skies”, tratto dall’album Foxtrot (con testi molto originali, dovuti a Mike Rutheford e Tony Banks, e basati sul racconto di fantascienza Rescue Party di Arthur C. Clarke, con riferimenti anche a John Keats: "Then felt I like some watcher of the skies/When a new planet swims into his ken", “On First Looking into Chapman's Homer”): musicalmente, il brano si apre con alcuni accordi del Mellotron Mark 2 a opera di Sébastien Lamothe che imita Tony Banks, e si dipana su una ritmica della forma 6/4 (in parte ispirata al modello ritmico di 5/4 della suite The Planets di Gustav Holst). Segue una parte poliritmica, dove le tastiere di Lamothe vengono suonate in modo quasi percussivo, per rendere il cambiamento al tempo di 8/4, con l’ovvio accompagnamento ritmico della batteria di Marc Laflamme. Di rilievo la performance anche del cantante Denis Gagné, che cerca di riprodurre le prestazioni del ventiduenne Peter Gabriel, usando anche gli stessi costumi scenici dell’epoca, con ali di pipistrello accanto alla testa, un vistoso make-up intorno agli occhi e un cappello policromo.

Segue poi "Dancing With the Moonlit Knight", il primo celebre brano di Selling England by the Pound, per interpretare il quale il frontman Gagné indossa un costume che riproduce la bandiera inglese: i primi versi ("Can You tell me where my country lies/Said the unifaun to his true love’s eyes") ci proiettano immediatamente nell’atmosfera dell’epoca. Segue un’elaborata "The Cinema Show" e una “classica” "I Know What I Like (In Your Wardrobe)".

Il culmine del concerto viene toccato con “Firth of Fifth”. Il titolo è un gioco di parole che rimanda all'estuario del fiume Forth, in Scozia, comunemente conosciuto come il Firth of Forth. La canzone inizia con un’introduzione in stile classico che nella versione originale veniva suonata con il pianoforte a coda da Tony Banks, qui surrogato da Sébastien Lamothe con uno strumento a tastiera non del tutto all’altezza. Poi cambia il tempo e si passa alla prima sezione cantata, accompagnata dalle percussioni e da una progressione di accordi in cui le tastiere dialogano con la chitarra e anche con il sax. Si inserisce a questo punto una melodia di flauto, seguito dal sintetizzatore, che riprende il tema di pianoforte di apertura. Denis Gagné suona il flauto in modo eccellente, ma dobbiamo confessare che abbiamo preferito la recente performance di Steve Hackett al teatro Brancaccio, che ha riprodotto la melodia del flauto con uno dei suoi celebri assoli di chitarra che ricordano quasi le corde di un violino.

E dopo una sezione cantata, il pezzo si conclude sommessamente al pianoforte. Una vera epitome del progressive, anche nei testi, ricchi di citazioni e di riferimenti, da Eraclito e Borges (“The sands of time were eroded by/The river of constant change”. Le sabbie del tempo sono state erose dal/fiume del cambiamento costante) fino a Richard Wagner (le Undinal songs citate rimandano alle Ondine de L’oro del Reno, mutuate da Friedrich de la Motte Fouqué, autore tedesco recensito anche da Edgar Allan Poe). Da un punto di vista strettamente musicale, il brano usa la serie di Fibonacci, derivante dal rapporto matematico noto come sezione aurea, sulla scia di compositori come Béla Bartók (Musica per Archi, Percussioni e Celesta) e Claude Debussy (La Mer e Cathédrale Engloutie). È il numero stesso delle battute che si può ricondurre (benché approssimativamente) ai valori della serie di Fibonacci (...8. 13. 21. 34. 55...). Inoltre, i due assolo tastieristici presentano una struttura fortemente asimmetrica, con segnature di tempo del tutto inusuali per un brano rock; hanno una metrica, in continua variazione fra binario e ternario, che conferisce loro una fortissima tensione dinamica.

Il brano successivo è “The Musical Box”, ossia il pezzo più rappresentativo di Nursery Cryme, incentrato su una macabra fiaba "vittoriana", in cui una ragazza uccide il compagno di giochi decapitandolo con una mazza da cricket. Il brano comincia con gli accordi di tre chitarre acustiche, qui riprodotte dai due pianoforti con tocco lieve e smorzato; successivamente, il brano si snoda alternando successioni di sezioni acustiche e delicate con momenti più forti, quasi eruzioni vulcaniche dovute alla batteria di Laflamme e ai sapienti giri melodici della chitarra di Gagnon (Hackett nell’originale). La sezione conclusiva approda a una vera climax, con alcuni passaggi strumentali che ricordano le sonate per pianoforte di Beethoven.

Da vero virtuoso l’assolo che Gagnon esegue con “Horizons”, adattamento del primo movimento della Suite per violoncello solo BWV 1007 di Johann Sebastian Bach, suonata con stile da chitarrista classico.

Si passa poi all'epica "The Battle of Epping Forest", forse il brano più ritmato di Selling England by the Pound, che viene eseguito con notevole affiatamento e senso della coralità.

Il concerto si conclude con una precississima esecuzione di "Supper's Ready", una delle prime grandi suites dell'epoca progressive, che occupava un'intera facciata dell'album Foxtrot, per oltre 20 minuti di durata.

Con educatissimi applausi, simili a quelli che si riscontrano in un concerto di musica classica, il pubblico richiama la band per un bis. I cinque membri del gruppo eseguono allora "The Knife", da Trespass. Si tratta di un brano dove un riff di organo scandisce quasi una marcia, accompagnata da chitarre e basso fortemente distorte a sottolineare la drammaticità del testo, concepito da Gabriel in una fase "gandhiana" del suo percorso spirituale, dove la violenza delle rivoluzioni in nome della libertà spesso nasconde solo la volontà di imporre un altro tipo di dittatura:

Soon we'll have power, every soldier will rest/And we'll spread out our kindness/To all who our love now deserve./Some of you are going to die/Martyrs of course to the freedom that I shall provide.‎

(Presto avremo il potere, ogni soldato si riposerà /e noi elargiremo la nostra bontà /a tutti coloro che ora meritano il nostro amore./Alcuni di voi sono destinati a morire, /certamente martiri della libertà che vi procurerò).

Pubblicato in: 
GN2 Anno VIII 12 novembre 2015
Scheda
Titolo completo: 

Fondazione Musica per Roma

The Base - DNA Concerti

The Musical Box

performs Genesis. Selling England by the Pound
Venerdì 30 ottobre 2015
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia - ore 21,00

Setlist
Watcher of the Skies (Foxtrot)
Dancing With the Moonlit Knight (Selling England by the Pound)
The Cinema Show (Selling England by the Pound)
I Know What I Like (In Your Wardrobe) (Selling England by the Pound)
Firth of Fifth (Selling England by the Pound)
The Musical Box (Nursery Cryme)
Horizons (Foxtrot)
The Battle of Epping Forest (Selling England by the Pound)
Supper's Ready (Foxtrot)

Encore:
The Knife (Trespass)

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