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Roma. La Nuova Fotografia al Mattatoio
Fino al 16 maggio il Padiglione 9A del Mattatoio ospiterà “Fotografia. Nuove produzioni 2020 per la Collezione Roma” a cura di Francesco Zizola. L’esposizione è promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale e dall’Azienda Speciale Palaexpo.
Il “Fotografia Festival Internazionale di Roma” aveva istituito nel 2003 la residenza per un fotografo di fama internazionale, sono state così raccolte per l’Archivio Fotografico del Museo di Roma le immagini di 15 grandi protagonisti della fotografia contemporanea, che raccontano la Capitale attraverso il loro sguardo. A Francesco Zizola nel 2019 è stato proposto di curare la ripresa della pratica delle residenze temporaneamente interrotte per accrescere la collezione permanente.
Sono stati invitati a Roma 5 artisti noti nel mondo della produzione artistica e fotografica internazionale: Nadav Kander, Martin Kollar, Alex Majoli, Sarah Moon e Tommaso Protti, che hanno lavorato in residenza a Roma nel 2019, tranne Kollar, che ha scelto di viaggiare a piedi e di elaborare il proprio lavoro attraverso un percorso di avvicinamento a Roma partendo dal Danubio.
Kollar ha presentato il progetto “Tutte le strade portano a Roma, the Long Stroll” è un percorso di avvicinamento a Roma partendo dal Danubio, 1255 km percorsi a piedi in 42 giorni attraverso cinque paesi europei. Kollar, è stato l’unico a usare il colore per le fotografie che compongono un diario formato da una sequenza di piccole foto a colori, un diario fatto di incontri con luoghi e persone e anche con un impronta un po’ necrofila nelle immagini di animali morti.
Gli altri hanno preferito formati grandi e il bianco e nero, Nadav Kander ha scelto per le sue fotografie dettagli o frammenti di monumenti diversi, dai muri di mattoni del Pantheon a dettagli dei dipinti della Villa di Livia, in una visione crepuscolare e decadente. Anche Sarah Moon (presente anche con un video) ha scelto di partire da parti di monumenti noti, come la testa di Costantino nel cortile del Palazzo dei Conservatori dei Musei Capitolini, per poi volgere la sua attenzione alla pineta di Cinecittà o alla Porta nel Ghetto. Ha uno sguardo che disseziona quello che vede, analitico e distaccato, molto attento alla composizione dell’immagine che testimonia la caducità e lo scorrere inesorabile del tempo.
Diversissimo è l’approccio coinvolgente di Tommaso Protti le sue foto sono dedicate alla Roma notturna negli ambienti dove si vive nel disagio. Delle periferie mostra il degrado e coloro che in quel degrado e nelle tenebre si muovono anche nei ruderi storici, che sono tornati ad essere rifugio per emarginati e immigrati come lo furono per gli sfollati della seconda guerra mondiale. Oltre agli ambienti ci sono i ritratti di queste persone, immagini rispettose della loro umanità e dignità che evocano i busti degli antichi che hanno segnato la storia, un contraltare ai resti della passata grandezza dell’Urbe.
Alex Majoli, forte del suo passato di giornalista, con le sue immagini restituisce allo spettatore la vivacità delle scene della vita degli abitanti di Roma in diversi aspetti: la sindaca, i fan della Ferragni che la invocano con lo striscione, un acceso dibattito, lo scambio di battute in una trattoria alla buona, una performance artistica. Sono scene diverse che compongono, nel bene e nel male, il caleidoscopico canovaccio da Commedia dell’Arte per quello straordinario palcoscenico, che è Roma.