Roma. Palazzo Bonaparte apre agli Impressionisti

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Pierre-Auguste Renoir Bougival ©

Dopo un lungo lavoro di restauro, Palazzo Bonaparte ospiterà fino all'8 marzo 2020 la mostra Impressionisti segreti grazie alla collaborazione tra Generali Italia, con il progetto Valore Cultura, e Arthemisia, il titolo della mostra è stato scelto in quanto sono in esposizione opere proprietà di privati.

Il palazzo fu realizzato tra il 1657 al 1677 dall'architetto Giovanni Antonio De Rossi, su incarico dei marchesi Giuseppe e Benedetto d'Aste, diventato poi proprietà dei marchesi Rinuccini fu acquistato nel 1818 da Maria Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone che lo abitò fino alla morte (1836). Ora è proprietà delle Generali Italia che ha affidato ad Arthemisia l'organizzazione della mostra inaugurale e non solo, perché nella conferenza stampa di presentazione si è fatto esplicitamente riferimento che sia l'inizio di una collaborazione che porterà alla realizzazione di nuovi progetti. Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi, che a Roma per Arthemisia ha già curato la mostra Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi al Vittoriano e Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel sono le curatrici.

Paul Durand-Ruel, per primo non solo sostenne i giovani artisti emergenti rischiando anche il suo patrimonio personale, ma creò il nuovo modo di essere mercante d'arte con le mostre personali, la rappresentanza in esclusiva degli artisti e la creazione di una rete a livello globale. Marianne Mathieu sempre alla conferenza stampa di presentazione ha affermato che l'esposizione sarà esclusivamente a Roma e, poiché il Palazzo è stato sempre una residenza privata, ha voluto mantenere questo carattere esponendo 55 opere di prestatori privati. Ha inoltre aggiunto che il palazzo, che tra l'altro ospita una copia della statua di Napoleone come Marte pacificatore – l'originale, ironia della sorte, è ad Apsley House residenza londinese del duca di Wellington, ora museo -  è legato alla storia della Francia e per ribadire questo legame si è deciso di iniziare con artisti francesi, aggiungiamo noi che poiché la scelta di esporre opere degli Impressionisti richiama folle di visitatori questo permette ottimi incassi.

Gli Impressionisti in opposizione alla pittura accademica fecero della pittura “en plein air”(all'aria aperta) la loro base programmatica associata all'attenzione al colore e alla luce. Non era la prima volta nella storia della pittura che veniva posta attenzione ai cambiamenti di luce legati alle variazioni atmosferiche, come dimostrano la pittura fiamminga e olandese, e quella italiana, in particolare quella veneta, fin dal 1500. In Francia, poi, una mostra di dipinti di  Constable (1776-1837) influenzò Jean Baptiste Camille Corot (1796 – 1875)  e la scuola di Barbizon che fecero della pittura “en plein air” la loro caratteristica fondamentale, che fu adottata anche dai realisti, di cui Gustave Courbet ( 1819 - 1877) fu il maggior esponente. Come per Corot, anche per Monet fu cruciale la visione della pittura di John Constable e anche di William Turner (1775-1855), ammirati durante il soggiorno in Inghilterra (1870-71), a causa della guerra franco- prussiana e della Comune di Parigi.

Fu affascinato dalla giustapposizione delle pennellate di colore puro della pittura dell'ultimo Constable, arrivando ad escludere il nero dalla tavolozza, e dalla luce visionaria di Turner, che fu una rivelazione. Il dissolvimento delle forme nel colore e nella luce con una conseguente perdita del volume e un appiattimento prospettico vista nei dipinti di Turner si ritrova nel quadro Impression, soleil levant (Impressione, levar del sole 1872) realizzato da Monet non a caso al ritorno dall'Inghilterra, da cui il nome iniziale dispregiativo, Impressionisti, dato dai critici. La pittura “en plein air” fu facilitata dall'invenzione dei tubetti di colore nel 1841 che impedivano il disseccamento del colore e quella dei nuovi pigmenti sintetici e inalterabili. La differenza con i precedenti esempi che pure li influenzarono è nell'approccio “positivista”, Monet, il più emblematico del movimento, è analitico, scientifico, il suo studio della luce tiene conto delle diverse ore del giorno analizzando come le diverse intensità di luce influenzino la percezione dei colori e delle superfici non solo delle costruzioni umane, come la Cattedrale di Rouen, ma soprattutto dell'ambiente naturale in cui il gioco di luci, riflessi, ombre e colori crea una iridescente tavolozza cromatica. L'approccio scientifico "positivista" sfocerà poi nel Pointillisme, elaborato da Seurat.

Le diverse sezioni dell'esposizione sono impreziosite dalla collocazione nelle suggestive sale del piano nobile di Palazzo Bonaparte, Il percorso realizzato evidenzia questi aspetti a cominciare da Impressionismo e il paesaggio in cui tra le opere in mostra spiccano quelle di Claude Monet di cui ricordiamo: Braccio della Senna presso Vetheuil, Meli in fiore, Antibes e L'isola delle Ortiche. Renoir interpretò a suo modo i canoni dell'Impressionismo immettendo nei suoi quadri un approccio più soggettivo ma sempre con una notevole e raffinata sensibilità cromatica per la luce e per i colori, in mostra: Bougival, Paesaggio a la Roche-Guyon, Marina a Capri, Fanciulle in riva al mare e Pini nei dintorni di Cagnes. Il suo personale approccio è maggiormente evidenziato dai ritratti, a cui è dedicata una specifica sezione, in cui la pennellata è lunga e morbida sembra accarezzare i soggetti dipinti: la Testa di donnaRitratto di MadameJosse-Bernheim e I figli di Martial Caillebotte, in esposizione ne sono un esempio. Non poteva mancare Édouard Manet, che anche se appoggiò gli Impressionisti non espose le sue opere con loro, la differenza è nel realismo della sua pittura in mostra il Ritratto di Berthe Morisot con la veletta. Molte sono le opere di Camille Pisarro, altro esponente di spicco del movimento, sono esposte in ordine cronologico, si nota il passaggio dalla rapida pennellata impressionista come Sulla sponda della Senna a Parigi, quai d’Anjou Pont-Marie e La collina Sainte-Catherine a Rouen a uno stile più vicino al Pointillisme come ne Il grande noce di Éragny, La siesta a Éragny e I grandi faggi a Varengeville.

Al movimento appartenne anche Berthe Morisot, una delle poche donne che riuscì ad imporsi e qui è rappresentata da In riva al lago, Bambina con la bambola e Davanti alla psiche. Di Gustave Caillebotte il quadro che apre l'esposizione Una strada per Napoli, L’orto, Yerres, La piana di Gennevilliers vista dalle colline di Argenteuil le ricordiamo tra i paesaggi e per la sezione Dipingere la vita parigina, Un balcone, Boulevard Haussmann, che testimonia i grandi mutamenti urbanistici a Parigi. Ci sono anche opere di Alfred Sisley ricordiamo La strada del Cœur-Volant a Louveciennes e Ansa del Loing a Moret. Tra i pittori appartenenti al gruppo meno conosciuti ricordiamo Neve a Ivry di Armand Guillaumin. C'è un unico quadro di Cézanne Scena leggendaria, nota anche come Sancho nell’acqua dal Don Chisciotte che evidenzia il progressivo distacco dai canoni dell'Impressionismo nelle figure i cui contorni sono delineati dall'uso del nero riprendendo volume. I Pescatori bretoni di Paul Gauguin sono un altro esempio per l'attenzione alle attività umane e per le figure maggiormente delineate. Nell'ultima parte sono esposti dipinti appartenenti al Neoimpressionismo, il Pointillisme a rappresentarlo ci sono quadri di Henri-Edmond Cross nome d'arte per Henri Edmond Joseph Delacroix tra cui Notturno con cipressi e Paesaggio con capre e uno di Paul Signac Vele e pini. Chiude la mostra Federico Zandomeneghi che fu il pittore italiano più vicino al movimento imprssionista con Sul divano. Gli interessanti saggi in catalogo  pongono l'accento sul collezionismo in Gran Bretagna e negli USA ma non parlano di quello russo forse perché fu più attratto dai post impressionisti. Nel catalogo ricco di immagini a colori le opere sono divise per autore in ordine  alfabetico. 

Pubblicato in: 
GN41 Anno XI 15 ottobre 2019
Scheda
Titolo completo: 

Impressionisti Segreti
Palazzo Bonaparte

Spazio Generali Valore Cultura
Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) 00186 Roma

6 ottobre 2019 – 8 marzo 2020

Una Mostra
Arthemisia
Con Generali Valore Cultura a Palazzo Bonaparte

Con il Patrocinio di
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo
Ambasciata di Francia in Italia
Regione Lazio
In collaborazione con
Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale

Mostra a cura di
Marianne Mathieu e Claire Durand-Ruel
Catalogo
Arthemisia Books

Orario apertura
dal lunedì al venerdì 9.00 - 19.00
sabato e domenica 9.00 - 21.00
(la biglietteria chiude un'ora prima
Aperture straordinarie
Venerdì1 novembre 9.00 - 21.00
Domenica 8 dicembre 9.00 - 21.00
Martedì 24 dicembre 9.00 - 15.30
Mercoledì 25 dicembre 15.30 - 21.00
Giovedì 26 dicembre 9.00 - 21.00
Martedì 31 dicembre 9.00 - 15.30
Mercoledì 1 gennaio 15.30 – 21.00
Lunedì 6 gennaio 9.00 - 21.00
(la biglietteria chiude un'ora prima

Biglietti
Intero con audioguida € 16,00
Intero € 15,00
Ridotto con audioguida € 14,00
Ridotto € 13,00
65 anni compiuti (con documento); ragazzi da 11 a 18
anni non compiuti; studenti fino a 26 anni non compiuti
(con documento); appartenenti alle forze dell’ordine;
diversamente abili; giornalisti con regolare tessera
dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti,
pubblicisti)

Ridotto bambini con audioguida € 8,00
Ridotto bambini € 7,00
bambini da 4 a 11 anni non compiuti