Santa Cecilia. Netrebko canta Verdi e la sirena di Dvořák

Articolo di: 
Livia Bidoli
Anna Netrebko

L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha ospitato uno dei soprani più acclamati al mondo, Anna Netrebko, nella sua sala principale dell'Auditorium Parco della Musica: insieme ad Antonio Pappano che ha diretto Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ed il suo Coro condotto da Ciro Visco, la “Diva” Netrebko ha presentato due dei più tremebondi passi dal Macbeth di Verdi seguito poi dall'Ode alla luna dalla Rusalka di Antonín Dvořák.

Fra le dark tragedies di Shakespeare, il Macbeth è tra le più macabre e le due scene che si presentano nella versione dell'opera verdiana sono sintomatiche: la prima con l'entrata delle streghe – bravissimo il Coro diretto da Visco – che lascia valicare il podio poi dalla Lady in velluto nero, statuaria, una Netrebko algida e tremebonda, a cantare "Nel dì della vittoria", facendone palpitare l'incongrua sconfitta. La seconda, il sonnambulismo notturno di Lady Macbeth che sente le mani lorde di quel sangue innocente fatto spargere dal marito cibando la sua ambizione e la sua lussuria, spicca nella voce alta e pulita della Diva Netrebko potente e senza indugio alcuno. Il Coro di “Patria oppressa”, che segue, avvalora lo shock emotivo appena sopravvenuto e ci lascia consolare con i ballabili che Verdi scrisse per la sua versione di Parigi del 1865, quella attuale in programma.

L'ouverture Othello che ci presenta Dvořák prende l'avvio come un poema sinfonico dal sapore stranamente “verdiano” in certi punti e con passaggi melodici ed arpeggiati, per dirimersi in una struttura imponente e sinfonica con il lirismo in primo piano.

La mutevolezza della voce di Rusalka è la stessa della Netrebko: caricandosi di toni scuri che di recente hanno affinato la sua voce per un nuovo e più largo repertorio, e profondamente ascoltati con il Macbeth, con l'Ode alla luna dall'opera major Rusalka del genio slavo, la voce si affina sicché diventa la struggenza la sua caratura principale e poetica, su arpeggiature appena sussurrate e quasi impercettibili. Quell'ode che Rusalka cantò prima di trasformarsi in umana per amore di un principe fluttuante negli amori ben più delle sue acque sorgive. Il bis di Anna Netrebko solleva gli spiriti ancora con un lied da Cäcilie di Richard Strauss, prima dello scioglimento vivace per un concerto gradevolissimo per il pubblico e per gli esperti, che allegramente hanno apprezzato la conduzione attenta e meno veloce di altre di Till Eulenspiegel, ovvero “I tiri burloni” di Strauss: il ritmo ostinato e crescente che muta il folletto del titolo in uno spavaldo messaggero musicale, che appare e scompare continuamente. Scrosci di applausi per Pappano e l'Orchestra salutano Santa Cecilia e le festività entranti.

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GN7 Anno VII Numero di Natale 18-25 dicembre 2014 Auguri!
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Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Stagione Sinfonica 2014-2015
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
Sabato 20 dicembre ore 18 – lunedì 22 ore 20.30

Orchestra e Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano direttore
Anna Netrebko soprano

Giuseppe Verdi: Macbeth
Preludio e Coro delle streghe
"Nel dì della vittoria"
Ballabili
"Patria oppressa"
"Vegliammo invan due notti"
Antonín Dvořák: Othello: Ouverture op. 93
Antonín Dvořák: Rusalka: Canzone alla luna
Richard Strauss: Cäcilie